Brescia, la Capitale va oltre gli stereotipi: «Qui arte e cultura»

VISTA DA BERGAMO. L’evento dà l’opportunità di svelare i tanti tesori della città icona della tradizione industriale.

Questo reportage è parte del progetto «Interviste allo specchio», condiviso con «Il Giornale di Brescia» e nato in occasione del 2023, l’anno che vede i due capoluoghi uniti come Capitale della Cultura. Ogni domenica i due quotidiani propongono l’intervista a due personaggi autorevoli del mondo culturale (nell’accezione più ampia), uno bergamasco e uno bresciano, realizzate da giornalisti delle due testate. Questa settimana, invece, di seguito trovate il racconto di Brescia visitata da un giornalista bergamasco. Per scoprire il contenuto della visita dell’omologo bresciano vi rinviamo a «Il Giornale di Brescia»: il link in fondo all’intervista.

Tra piazza della Vittoria e piazza della Loggia, e poi ancora lungo la stretta via dei Musei verso Santa Giulia, ci sono due modi per ripararsi dal sole: camminare sotto i portici (finché ce ne sono) o sedersi al tavolino di un bar. Per ritrovare la frescura del verde che abbiamo lasciato nei parchi di periferia dobbiamo iniziare ad arrampicarci su per la collina del Castello.

Brescia, tarda mattina di un qualsiasi giorno d’estate alla ricerca di un albero in centro e di turisti a spasso nell’altra metà della Capitale della Cultura. L’occhio è attento, molto più di quello di un visitatore che sbarca in città per la prima volta, magari dall’estero, senza neppure sapere di trovarsi in una Capitale. Provvisoria, certo, ma pur sempre Capitale. E proprio perché un anno passa via in un attimo, la nostra aspettativa d’immergerci in un luogo che in qualche modo potesse «trasudare cultura» ci accorgiamo che era effettivamente un po’ troppo alta.

Tanti i visitatori attirati dal titolo che la Leonessa condivide con Bergamo

Ritroviamo il logo che abbiamo ormai imparato a conoscere anche a Bergamo in un manifesto appeso a un palazzo accanto alla Loggia, tra l’annuncio di una mostra al Castello e quello – fin troppo criptico per chi arriva da fuori città – di una stagione, quella de «Il nuovo mondo», forse la numero 50. Ci lasciamo le piazze alle spalle dopo aver provato a «sgamare» qualcuno che conosciamo tra i passanti del Sentierone, sbirciando sotto l’arco del Gate. La prospettiva, purtroppo, non rende bene l’idea né a Bergamo né a Brescia, di cosa stia davvero accadendo nell’altra città. Peccato. Avviciniamo una coppia di turisti francesi ai piedi del Castello. Bernard e Sophie vivono a Parigi: sono arrivati in città da un paio d’ore e ripartiranno dopo pranzo. Soggiornano sul lago, lontano dalla «canicule», come la chiamano loro. E come dargli torto? «Abbiamo saputo della Capitale arrivando sul Garda – dicono –, e così siamo venuti a curiosare. La città è bella, pulita, le indicazioni sono chiare, anche se manca un percorso turistico. Ma non abbiamo ancora capito perché è stata scelta come Capitale della Cultura. Forse per il patrimonio artistico? O per gli eventi?», ci chiedono.

Vorremmo rispondere che anche a Bergamo qualcuno si è posto la stessa domanda, ma evitiamo. «Nel 2013 in Francia abbiamo avuto Marsiglia Capitale europea della Cultura. Ma lì era un’altra cosa: c’erano concerti in piazza tutti i giorni, installazioni enormi montate in centro, manifesti dappertutto. Insomma, la Capitale aveva una sua identità». Ci congediamo consigliando loro una passeggiata sulle Mura bergamasche Patrimonio Unesco (non che Brescia non abbia i suoi, di siti…) e chiedendoci: cosa può fare un turista a fine luglio nella Capitale italiana della Cultura? La risposta arriva dall’info point, per bocca di Lina e di Tommaso, da Modena, a spasso con un’altra coppia di amici: «Ci hanno consigliato tanti itinerari in provincia, ma noi siamo qui mezza giornata e siamo arrivati in treno. Ci restano i musei, gli scavi archeologici e la mostra al Castello».

«Arrivano, scoprono il centro con i suoi monumenti e restano sorpresi»

Un’altra risposta ai nostri interrogativi la troviamo all’ora di pranzo, in una trattoria a due passi dalla via dei Musei: «Questa capitale serve senz’altro a far conoscere meglio la città, innanzitutto ai turisti italiani – ci dicono Andrea e Michela –. In tanti pensano che Brescia sia solo una città industriale, poi arrivano qui, scoprono il centro e si ricredono». Al Bar della Stampa, in piazza della Loggia, seduta ai tavolini c’è una comitiva di turisti, forse tedeschi. Quest’anno se ne vedono tanti, di gruppi, ci dicono i commercianti, ma questo è probabilmente il frutto del sapiente lavoro delle guide turistiche. A pochi chilometri dalla Loggia il lago di Garda è tornato a essere un «must» delle vacanze, per i tedeschi e non solo. «Per il resto, i giorni di grande caos - quelli in cui non riesci neppure a respirare - sono quelli di sempre, della MilleMiglia e della Notte bianca».

Lo zampillo d’acqua fresca della fontanella che si affaccia appena fuori dai portici appaga, in termini di refrigerio, molto più di un «pirlo» ghiacciato, ottimo, ma troppo poco dissetante, soprattutto se accostato a una manciata di noccioline. Cerchiamo ancora qualche riferimento alla città della cultura, ma a parte le vetrofanie dei negozi e qualche spazio pubblicitario occupato dallo slogan «Siamo Capitale», facciamo un po’ di fatica a trovarne. Vero che la comunicazione ormai passa in larga parte dal web, ma per chi decide d’investire una sola giornata per le due città, le opportunità per conoscerle e visitarle sono quelle che c’erano nel 2022 e che ci saranno anche nel 2024.

Leggi l’articolo pubblicato sul sito web del Giornale di Brescia.

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