Fede e religione nei dialoghi tra il regista Martin Scorsese e il gesuita Spadaro

IL LIBRO. Dapprima fu «Silence», il film capolavoro di Martin Scorsese del 2016 con il quale il regista tornava a collaborare con il suo storico sceneggiatore Jay Cocks.

Il film che racconta della persecuzione dei gesuiti nel Giappone del 1600 è infatti il primo vero campo di confronto tra il grande regista americano e Antonio Spadaro, sottosegretario del Dicastero vaticano per la Cultura e l’Educazione oltre che segretario generale della «All of Us Foundation» e a quel tempo direttore de «La civiltà cattolica». Attorno ai temi di «Silence» si misura così un confronto serrato su religione e fede. Martin Scorsese, maestro indiscusso del cinema mondiale lungo la sua carriera ha dato forma ad un’epica fortemente originale, i suoi personaggi rappresentano una costellazione morale in grado di rappresentare la contraddizione e la conflittualità dell’animo umano.

Quel primo incontro a casa di Martin Scorsese non fu altro che il preludio a un dialogo acuto e appassionato che oggi vede prendere la forma di un libro dal titolo «Dialoghi sulla fede» (La nave di Teseo) per la firma di Martin Scorsese e Antonio Spadaro. Un libro colto e avvincente, un confronto serrato attraverso il quale non solo è possibile rileggere l’opera di Martin Scorsese, ma ritrovarne un senso che va al di là dell’indiscusso valore cinematografico. Dall’arte alla letteratura sia Scorsese sia Spadaro danno vita a un confronto sul senso dell’esistenza e sul suo stesso mistero. Un libro che offre il ritratto sfaccettato di un grande artista capace di cogliere il mistero e di rivelarlo senza ingenuità o pregiudizi. Da sempre affascinato anche in maniera eretica alla vita di Gesù («L’ultima tentazione di Cristo»), così come ad un’ipotesi sempre rimandata di una serie di film sulla vita dei Santi, Scorsese rivela un senso religioso anche nei film che possono a un primo sguardo apparire lontani da quella sensibilità, ma che in realtà contengono tutti gli elementi di quello che può essere definito come un occhio religioso sull’esistenza.

Alla fede si affianca così il sentimento della grazia, in un equilibrio capace di reggere il peso del mondo e di contenere una serie di parole come curiosità, amore, fiducia, sapienza, che offrono quello spazio necessario per vedere davvero le cose, cogliendone anche il segreto che vi è protetto al loro interno. «Dialoghi sulla fede» è un incontro capace di mutare sia chi gli ha dato forma, sia i lettori che avranno la fortuna di avvicinarsi cogliendo la complessità di un’umanità sempre sorprendente.

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