Luci accese sulla Capitale della cultura
Brescia e Bergamo al lavoro sugli eventi

Bergamo e Brescia al lavoro sul programma delle iniziative. La Leonessa pensa a rivisitare il Festival delle luci, tema già sperimentato dalla nostra città. Prende corpo il progetto del Museo del Tappeto.

Potrebbero esserci giochi di luci a illuminare i monumenti e uno sfoggio di preziosi tappeti antichi nel futuro prossimo di Brescia e Bergamo. È noto che le due amministrazioni comunali stanno lavorando – sinora in sordina – al dossier di investitura di Capitale italiana della Cultura nel 2023. Progetti e iniziative per «crescere insieme», come recita lo slogan lanciato dai sindaci Giorgio Gori ed Emilio Del Bono, che hanno annunciato «palinsesti ricchi e dialoganti tra i due territori».

Fra le idee al vaglio di Palazzo della Loggia ce ne sono due che accomunano più di altre la Città dei Mille e la Leonessa. Nascono da esperienze del passato ma guardano al domani, con l’intenzione di lasciare un segno duraturo.

Il fil rouge luminoso

Dal 2017 al 2019 il castello di Brescia è stato teatro del Festival internazionale delle luci, una rassegna di «light art» che ha avuto grande successo. Installazioni luminose, videoproiezioni e spettacoli musicali hanno portato sul colle Cidneo 150 mila spettatori nella prima edizione e 270 mila l’anno dopo. Nel 2020 la rassegna ha cessato di esistere, per divergenze tra l’associazione che aveva ideato il festival e la società che ne gestiva l’organizzazione, ma non è stata dimenticata, e potrebbe venire rispolverata per celebrare il titolo del 2023.

Tanto più che Bergamo su questo fronte non è da meno, anzi, ha qualcosa da insegnare. Per una quindicina d’anni ha dato vita a «Notti di Luce», manifestazione dal respiro europeo creata dalla Camera di Commercio con l’obiettivo di dare risalto alle eccellenze bergamasche della produzione illuminotecnica. «Siamo stati tra i primi a sperimentare il videomapping e l’illuminazione architetturale – spiega Claudio Angeleri, il direttore artistico della manifestazione, che nell’occasione fu affiancato dall’architetto Walter Barbero – e abbiamo portato ad esibirsi in città davanti a migliaia di persone orchestre sinfoniche e formazioni jazz, artisti come Dalla, Albertazzi, Ferlinghetti con la Pivano». Gli spettacoli si tenevano in piazza Dante e oltre il centro piacentiniano sino a Città Alta e Astino. «Fu un laboratorio sull’uso innovativo della luce negli spettacoli e nei contesti urbani, oltre che una rassegna artistica. Un’esperienza importante» chiosa Angeleri.

Giochi di luce e installazioni luminose sono diventate una costante nelle vie e nelle piazze di Bergamo, con un’attenzione crescente, da parte del Comune, alla ricerca di nuove proposte. Insomma, un filo rosso unisce le diverse iniziative dedicate nel corso degli anni al tema della luce a Bergamo e a Brescia, tema che potrebbe essere rivisitato con buoni esiti.

Tappeti e dipinti

Altro fronte, anche in questo caso con punti in comune tra le future capitali della cultura, è quello dei tappeti antichi. Brescia cerca casa alla straordinaria collezione di 1.400 pezzi donata dal finanziere franco-polacco Romain Zaleski alla Fondazione Tassara. Il traguardo del 2023 potrebbe essere l’occasione giusta per inaugurare il Museo del Tappeto (si parla di un palazzo in centro a Brescia) ed esporre in pianta stabile quella che è considerata la più completa raccolta privata di tappeti antichi al mondo.

Cinque secoli di storia (dalla fine del ’400 agli inizi del ’900), manufatti provenienti da Caucaso e Anatolia, Cina e Tibet, India, Giappone, Nord Africa e Spagna. Bergamo ne ha avuto un assaggio due anni fa, quando una selezione venne esposta al pubblico nei Palazzi Agliardi, Moroni e Terzi. Nel 2017 la collezione era già stata protagonista della mostra «Serenissime trame» alla Ca’ d’Oro di Venezia, e nell’occasione erano stati esposti anche dipinti del Rinascimento (tra questi un Carpaccio di proprietà della Carrara) per un confronto tra arte pittorica e tessile. Si dovesse riproporre l’evento nella nostra città, certo tra le opere conservate nella pinacoteca bergamasca gli spunti non mancherebbero. Così come una collaborazione tra la Tosio Martinengo e la Carrara, data per scontata, potrebbe regalare belle soddisfazioni agli appassionati d’arte.

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