La lezione di vita di Amis in un’epoca al tramonto

I tempi editoriali possono giocare brutti scherzi a tratti rivelatori, come la pubblicazione in Italia dell’ultimo libro autobiografico di Martin Amis all’indomani della sua scomparsa. Un libro, «La storia da dentro», ricchissimo e fluviale (oltre 600 pagine) ma che si legge in perenne rincorsa dei nomi e degli aneddoti citati e raccontati. Un libro sulla vita e della vita che segue l’altro autobiografico uscito in Italia sempre da Einaudi nel 2002 e che si spera possa essere a breve ristampato. Due libri tra loro connessi, ma autonomi. «La storia da dentro» è una potente lezione di vita e di scrittura e di come entrambe, soprattutto quando si parla di scrittori, coesistano dando forma ad una realtà capace di indagare con sottigliezza le pieghe dell’esistenza. Scrittore di successo, figlio d’arte, Martin Amis ha segnato la letteratura del secondo Novecento con quell’impasto di irriverenza e libertà di pensiero che lo accomuna a Christopher Hitchens, Julian Barnes e Ian McEwan.

«La storia da dentro» è un condensato di vita e scrittura, un testo che va ben oltre l’autobiografia per diventare storia del Novecento e racconto di un’epoca che pare ormai al tramonto in cui lavoro e gioco, amicizie e amori appartenevano ad un unico campo esteso di relazioni. Il rapporto con il padre Kingsley Amis, scrittore anche lui, resta mentale nel libro come nell’opera di Martin Amis che mischiando narrativa a cronaca dà forma ad un vero e proprio memoir delle impressioni in cui raccontare con spudorata verità le proprie più intime emozioni, dai primi libri alla paternità, dai rapporti con i grandi romanzieri del suo tempo come Saul Bellow e poeti come Philip Larkin. Un canto alla vita, alla sua irrimediabile fatica, al dolore spesso ingestibile che comporta amare e stare e vivere nelle cose. Una lezione che viene da un giovane che fu ribelle e che ribelle lo restò fino all’ultimo, mutando con l’età solo i modi. Per non perdere l’eleganza e per non perdere lo stile, elementi fondamentali per uno scrittore inquieto eppure amatissimo. «La storia da dentro» contiene più esistenze ognuna per ogni incontro, ognuna per ogni luogo attraversato che fosse un paese isolato o un quartiere affollato di New York. Il Regno Unito e gli Stati Uniti presenti come in un continuo e ostentato rimbalzo, due Paesi uniti eppure profondamente diversi tra loro. Dare forma ad una vita, dopo averla vissuta quasi interamente, raccontare la sofferenza, la gioia e lo stupore. Un libro apparentemente lunghissimo, ma in realtà troppo breve. Come la vita stessa.

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