Un padre scrive al figlio: «L’Atalanta ha perso, ma non piangere. Tu vivi un’era magica. Io, di questi, non ricordo i nomi»

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C arissimo Giacomo,

ieri sera, quando sei andato a letto in lacrime, dopo il quinto goal del Liverpool, come avrai forse notato non mi sono opposto e non ho cercato di trattenerti. Non sarebbe servito a niente. Ho pensato che fosse giusto lasciarti vivere il tuo dispiacere come meglio preferivi: in camera tua, da solo. Nella inconsolabile desolazione che si attraversa alla tua età davanti a una brutta sconfitta. Hai spento la luce quasi subito, più o meno quando Zapata, ironia della sorte, ha visto infrangersi una sua iniziativa da quel centravanti meraviglioso che è: sotto la traversa, all’incrocio col palo. Oggi, però, vorrei che leggessi questa lettera, che ti lascio vicino alla tazza della colazione e a una fotografia.