Le provinciali decadute/2 Storia dell’Avellino: i fratelli Piga, Dirceu, il Vava. E un logo comprato dai capi ultras

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M ario o Marco? La domanda scatta in automatico appena dal cassetto emerge una formazione della gloriosa Atalanta 1976-77 promossa in A dopo gli spareggi di Genova. La risposta giusta è Marco, uno dei due gemelli Piga, autore di 4 reti in quel campionato, tutte incredibilmente decisive. Mario quella stagione se ne stava invece in C alla Lucchese, momentaneamente separato dal fratello: sardi doc, sono cresciuti insieme nel Palau, poi passati alla Torres e infine ai rossoneri toscani. Marco nel 1976 arriva a Bergamo e, dopo la promozione, fa pure in tempo a esordire in A alla prima di campionato nel pareggio casalingo con il Perugia: Mario lo raggiunge l’estate dopo, quella del 1977, ma al mercato di riparazione viene spedito in serie B, tra i lupi dell’Avellino. E qui comincia la storia. Mario Piga per i tifosi irpini non è uno qualsiasi, è l’autore del goal della storica promozione in serie A: 11 giugno 1978, Sampdoria-Avellino 0-1, ultima giornata di campionato, 8.000 tifosi ospiti sugli spalti di Marassi per assistere alla storia. Biancoverdi in terza posizione appaiati al Catanzaro, davanti a distanza siderale c’è solo l’Ascoli di Mimmo Renna e capitan Adelio Moro (una squadra pazzesca), dietro a due punti il Monza che per il secondo anno di fila manca la promozione sul filo di lana, questa volta perdendo alla penultima a Pistoia. A calabresi e irpini per arrivare in A basta un pareggio, ma per stare tranquilli vincono entrambi: lo fanno pure i brianzoli, ma sono 2 punti che non servono a niente. Il Catanzaro torna così in A dopo solo un anno di purgatorio, l’Avellino ci arriva per la prima volta nella sua storia iniziata nel lontano 1912. Tra le altre cose è la prima (e finora unica) volta che una squadra con i colori biancoverdi gioca nella massima serie, l’accostamento cromatico non è dei più diffusi, almeno in Italia: il verde compare nei colori di solo due altre società, il Sassuolo e il Venezia, ma in coppia col nero (e l’arancio per i lagunari).