Ma davvero la Nazionale di Mancini sembra l’Atalanta di Gasperini? Un po’ sì, un po’ no: analisi degli stili di gioco

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L’ Italia di Roberto Mancini ha iniziato questa avventura all’Europeo per nazioni in modo brillante. Tre vittorie in altrettante partite hanno finito per convincere anche i più scettici, che un occhio alla TV quando hanno giocato gli azzurri, hanno finito per buttarcelo. E’ forse prematuro parlare ora di notti magiche, ma sicuramente è stata fin qui una nazionale convincente nel gioco e coinvolgente per quell’immagine di gruppo giovane e affiatato che l’accompagna. Chiaramente nel gruppo Facebook di Corner sono cominciati a girare i paragoni tra l’Italia di Mancini e l’Atalanta di Gasperini, che da qualche anno propone il gioco più innovativo (sicuramente nei primi anni della sua gestione) e più spettacolare della Serie A. Siamo però così sicuri che Atalanta ed Italia poi si assomiglino così tanto? Proveremo di seguito a dare una risposta, utilizzando i report post partita di Instat (una vera miniera di dati) senza sconfinare troppo in questioni tattiche, che sono «l’orticello» degli allenatori. Cominciamo dall’inizio. Atalanta ed Italia si assomigliano se si fa un’analisi «macro» di ciò che vediamo, ovvero se restiamo su ragionamenti molto ampi e grezzi. Entrambe le squadre pressano la costruzione bassa avversaria, e lo fanno con ottima intensità. Costruiscono dal basso, ed hanno qualità sufficiente per attaccare in velocità, o gestire il possesso se la squadra avversaria si difende bassa. C’è tanta velocità e agonismo in entrambe le formazioni. Ma ci sono dei «ma».