L’intensità contro i «black-out» e il rientro di Scalvini: nel match report solo buone notizie per l’Atalanta verso Marsiglia

scheda. L’approfondimento di Gianluca Besana

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D opo il Monza è toccato all’Empoli finire vittima di un’altra Atalanta piuttosto sperimentale, e che ha visto ad inizio gara accomodarsi in panchina quattro big del calibro di Koopmeiners, De Ketelaere, Scamacca ed Ederson. La squadra di Gasperini è riuscita ad ottenere i tre punti senza forzare i ritmi di gioco, e consentendo a tutti (o quasi) i suoi titolari di risparmiare dei minuti in vista della gara d’andata di Europa League, che i nerazzurri giocheranno giovedì sera a Marsiglia. La gara contro la squadra toscana ha avuto uno svolgimento piuttosto “piatto”, con l’Atalanta che non forzando i ritmi è riuscita a raggiungere gli spogliatoi con un gol di vantaggio. Lo stesso copione si è ripetuto nella ripresa, con la squadra di Gasperini che non ha praticamente corso rischi ed ha potuto sfruttare (diversamente a quanto successo nella prima frazione di gioco) gli spazi concessi dalla squadra di Nicola per raddoppiare. La differenza di valori tra le due formazioni ha fatto il resto. Non ci resta quindi che analizzare la gara attraverso la lettura dei dati per trovare degli spunti di riflessione.

Partiamo dunque dando un’occhiata alle posizioni medie delle squadre in fase di possesso (grafica sopra). Ovviamente queste posizioni sono condizionate anche dalla struttura di una squadra in assenza di palla, e per questa ragione l’Empoli di Nicola, che con il 3-4-3 conservativo ha badato principalmente a chiudere il corridoio centrale del campo, ha avuto una forma più stretta (42 metri) rispetto alla squadra di Gasperini (52 metri). Nella prima mezz’ora di gioco i toscani hanno badato principalmente al sodo cercando di rendere meno fluidi gli sviluppi dei nerazzurri, e costringendo così l’Atalanta a giocare in modo più orizzontale.

La grafica sopra si riferisce ai moduli utilizzati delle due squadre. I nerazzurri si sono schierati con il 3-4-3, molto fluido nell’interpretazione dei ruoli soprattutto per quel che ha riguardato il terzetto d’attacco. Touré ha svolto il ruolo di punta centrale, mentre Miranchuk e Lookman hanno agito in modo asimmetrico. Più centrale e con una posizione più consona ad una seconda punta il nigeriano. Più largo in partenza, ma più orientato poi a venire verso il centro il russo, che invece è stato il regista offensivo del gioco dei nerazzurri.