Atalanta-Juventus, match analysis. Partita equilibrata, ma i dati non mentono: Gasp ha battuto Pirlo nella ripresa

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N ella sfida Champions tra Atalanta e Juventus, Gasperini è tornato al “vecchio” ed iper collaudato sistema di gioco. I nerazzurri si sono schierati con la difesa a tre e due esterni a tutto campo per fronteggiare il 4-4-2 di Pirlo. Per stessa ammissione di Gasperini nel post partita, i nerazzurri hanno adottato questo schieramento un po’ pensando alla corsia di sinistra dei bianconeri occupata da Chiesa, e un po’ per compensare l’assenza di Romero, il “più importante” dei difensori nerazzurri quando si difende a quattro. I nerazzurri sono così riusciti nell’impresa di battere i bianconeri (non succedeva da vent’anni) al termine di una gara giocata con molta attenzione da entrambe le formazioni.

Il primo tempo tra Atalanta e Juventus è stato sostanzialmente equilibrato. La Juventus ha avuto una predominanza territoriale, dimostrata dal dato del possesso palla, oscillato tra il 54% (primi quindici minuti), ed il 57% a favore dei bianconeri. La squadra di Pirlo ha avuto un’ottima partenza (primi 5 minuti), ma poi l’Atalanta è salita d’intensità, facendosi preferire nei successivi venti minuti rispetto ai bianconeri.

Per Gasperini il solito sistema di riferimento “ad uomo” (all’interno di un sistema a zona), con più fluidità (nello scambiarsi i riferimenti) sul lato sinistro (destro della Juventus), dove Dybala (solitamente tallonato da Djimsiti) si allargava per trovare spazio. Sempre su quella fascia, Gosens si doveva preoccupare del più pericoloso tra i bianconeri, ovvero il colombiano Cuadrado, mentre McKennie, che partiva largo per accentrarsi, è entrato presto nel radar di de Roon.