Visite fino alle 20 e al sabato. Stabilita anche la durata

DAL 6 MAGGIO. La Regione ci riprova dopo la sperimentazione del 2022. La delibera indica 15 minuti per un’ecografia, 20 per un controllo cardiologico.

Sul piatto ci sono 61 milioni di euro, suddivisi tra i 41 milioni per gli enti pubblici e i 20 milioni per i privati accreditati. La traduzione di quelle risorse è in un obiettivo: arrivare a garantire in Lombardia entro dicembre oltre 7,2 milioni di prestazioni (comprese 2 milioni di prime visite) di quelle che rientrano nel Piano nazionale gestione liste d’attesa, cioè un milione di prestazioni in più del 2023. Aumentando gli slot, ma anche aprendone di nuovi a partire dal 6 maggio nelle fasce pomeridiane dalle 16 alle 20 e il sabato mattina, «in base alle aree e prestazioni più critiche rispetto ai tempi d’attesa». La Regione quindi ci riprova con visite «serali» e al sabato, dopo la sperimentazione che era stata avviata dall’allora assessore al Welfare Letizia Moratti nell’aprile 2022, per poi concludersi alla fine di quell’anno.

Nuova delibera

La Regione ha varato una nuova delibera per provare ad accorciare le liste d’attesa in sanità, «un problema – ha riconosciuto l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso – di organizzazione, di personale e di specialisti che abbiamo difficoltà a reperire». Sullo sfondo, una missione ambiziosa: «L’obiettivo finale di questa giunta – aggiunge Bertolaso – è avere strutture sanitarie sempre aperte, una “sanità h24”: non è tollerabile vedere apparecchiature che non riusciamo a utilizzare in orari normali per mancanza di personale. Se ci sono liste d’attesa troppo lunghe, le persone devono avere il diritto di fare una visita anche alle 2 di notte se lo vogliono».

Il dettaglio

La Regione ha fissato nello specifico gli obiettivi da raggiungere per il periodo aprile-dicembre 2024, con un’articolazione su scala locale. Per il territorio dell’Ats di Bergamo gli enti pubblici dovranno garantire 301.300 prestazioni di specialistica ambulatoriale (108.600 prime visite e 192.700 altre visite diagnostiche), mentre il privato accreditato dovrà garantirne 316.200 (54.600 prime visite, 58.600 tra Tc e risonanze magnetiche, 203.000 altre prestazioni diagnostiche). Totale regionale: 4.105.500 prestazioni da parte del pubblico e 3.128.600 da parte del privato accreditato, dunque complessivamente oltre 7,2 milioni di prestazioni (un milione in più del 2023 a livello regionale). Per la definizione delle agende, la delibera introduce anche delle indicazioni operative sulle tempistiche di ciascuna singola visita (esempi: 20’ per una prima visita cardiologica, 30’ per una neurologica, 15’ per un’ecografia dell’addome). Inoltre, spiega la Regione, «in un’ottica di semplificazione dell’accesso alle cure, la prestazione di controllo prescritta dallo specialista dovrà essere prenotata dalla stessa struttura in cui viene effettuata la visita», per garantire un percorso di presa in carico del paziente.

Dovranno essere privilegiate quelle visite e quegli esami per cui oggi la situazione è più critica, le singole Ats «dovranno individuare ulteriori prestazioni che necessitano di miglioramento in termini di tempi di attesa»: a tal fine, a strettissimo giro le Asst – anche in Bergamasca – daranno il via a una ricognizione sulle prestazioni che più necessitano di miglioramenti. «È stato implementato uno strumento di programmazione per supportare gli enti erogatori pubblici nella pianificazione mensile delle agende – spiega Bertolaso –. Ci sarà poi un sistema di monitoraggio, oggi basato sulle persone e un domani sul nuovo Cup unico regionale: fra un anno o poco più, per ogni struttura potremo essere in grado di controllare se sta rispettando i numeri affidati e la tempistica indicata». A proposito del Cup unico, che dovrebbe mettere completamente a sistema le agende delle strutture pubbliche e private, Bertolaso aggiorna il cronoprogramma: il 5 giugno ci sarà il collaudo della piattaforma, la sperimentazione parte dal Bresciano (Asst Franciacorta in estate e l’intera provincia entro fine settembre) e a fine anno coinvolgerà «almeno 8 enti sanitari pubblici e privati» in Lombardia, infine nel 2025 la progressiva copertura dell’intera regione. La delibera interviene anche sulla prevenzione, stringendo i tempi per gli esiti degli screening regionali gratuiti antitumorali.

Per Attilio Fontana, presidente della Lombardia, la nuova delibera consegna «un piano composito, che tiene conto delle difficoltà che si sono verificate nell’ultimo anno. Pubblico e privato collaborano per risolvere i problemi». Anche per questo ieri in conferenza era presente Sergio Dompé, vicepresidente di Assolombarda con delega alle Life sciences: «Siamo in piena sintonia – garantisce – anche sul Cup unico e sul fatto che questo debba comportare per il privato delle tipologie di prestazioni decise dal pubblico sulla base delle necessità dei cittadini».

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