Preghiera interreligiosa: «Abbiamo collaborato per vivere in modo umano un momento tanto disumano»

IL RICORDO DEL COVID . Al cimitero la preghiera interreligiosa per ricordare le vittime del Covid. Don Massimo Rizzi: «Rispetto per le vittime, vicinanza a chi ha vissuto un lutto e gratitudine per tutti».

Il 18 marzo 2020 camion militari carichi di bare lasciarono Bergamo per raggiungere altre città in cui le salme potessero essere cremate. Quella data è stata scelta per la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus, istituita il 17 marzo 2021. Sabato pomeriggio al cimitero di Bergamo una preghiera interreligiosa e interconfessionale. Don Massimo Rizzi, direttore dell’Ufficio diocesano per il dialogo interreligioso, ha introdotto la cerimonia in cui ogni comunità religiosa, che ha vissuto lutto e cordoglio per le tante morti che hanno colpito la nostra città, ha presentato una riflessione e preghiera, dopo un minuto di silenzio. «Questo – ha detto don Massimo – il senso del breve e raccolto silenzio: rispetto per i defunti, vicinanza a chi è stato investito dal lutto, gratitudine per tutti, persone e istituzioni, che hanno collaborato per vivere in modo umano un momento tanto disumano».

«Questo momento di preghiera, che può sembrare una cosa piccola – ha detto Ferruccio Rota, presidente del consiglio comunale – ha un grande valore nell’attuale contesto internazionale e nella frammentata realtà sociale in cui viviamo. Questa preghiera è un fondamentale segno di collaborazione e reciproco ascolto, di ricostruzione che nasce dal basso; è un’occasione di pace». Sul palco gli interventi dei rappresentanti delle diverse comunità. Per il Centro culturale islamico di via Cenisio ha parlato il vice presidente Velian Sina; l’associazione Musulmani di Bergamo ha proposto una preghiera con Ghiath Eljou, mentre l’imam Abdulbasit Alhamdi ha letto alcuni versetti del Corano. Alaeddin Rajaby e la figlia Leila hanno rappresentato la Comunità Baha’i con un messaggio tratto dagli scritti di ‘Abdul’Bahà. Sono seguite le parole di Sylvie Di Nunzio e Walter Montagner con una riflessione da parte della Congregazione per la coscienza di Krishna. Padre Oleg Podryachik ha rappresentato la Comunità cristiana ortodossa russo-ucraina; mentre la preghiera della Comunità cristiana ortodosso-romena è stata proposta da padre Bogdan Filip.

Infine, il messaggio della Comunità cristiana evangelica di Bergamo-Chiesa valdese, cui si è associata la Chiesa cattolica, è stato letto da Federica Campagnola, vice presidente del Consiglio della Comunità cristiana valdese, per cui era presente anche la presidente Maria Girardet e il pastore Italo Pons. La comunità Sikh non ha potuto invece essere presente. La preghiera si è conclusa con la lettura da parte di don Rizzi del documento condiviso tre anni fa dalle comunità religiose in occasione della commemorazione dei defunti per il Covid, «come momento di comunione tra tutti noi», frutto di un percorso di collaborazione che negli ultimi anni è stato accompagnato da don Patrizio Rota Scalabrini, che don Massimo ha voluto ringraziare. La cerimonia è stata chiusa dall’assessore ai Servizi cimiteriali Giacomo Angeloni, che ha ricordato il periodo drammatico tra marzo e maggio 2020, quando le salme furono 3.800 in soli quattro mesi, quando in media ogni anno sono un migliaio. «Vorrei rivolgere una serie di grazie. Innanzitutto, al personale sanitario di ospedali, residenze per anziani, carceri; poi ai dipendenti pubblici del Comune, che non si sono sottratti al lavoro durissimo di quei mesi; alle forze dell’ordine, ai militari, al Comando provinciale dei carabinieri che ha permesso di trasferire le salme in altre città per la cremazione». Angeloni infine ha ringraziato le comunità religiose che «pregando insieme hanno dato una testimonianza bellissima che rappresenta un piccolo segno di speranza. Il mondo si cambia con piccoli segni».

© RIPRODUZIONE RISERVATA