«Non c’è democrazia senza giustizia sociale». 25 Aprile, alta affluenza al corteo di Bergamo - Foto e video

LE FESTA DELLA LIBERAZIONE. Bergamo si riunisce in centro per la tradizionale e partecipata manifestazione del 25 Aprile. Tanta gente, in corteo le bandiere palestinesi con uno striscione che incita alla resistenza palestinese ma anche una rappresentanza della Brigata Ebraica. Qualche tensione, dal palco i discorsi sulla Resistenza e il valore della pace.

Grande affluenza al corteo del 25 aprile in centro città. Con le bandiere della pace, del Partito democratico, dell’ Anpi, del Partito Socialista e di Alleanza sinistra e verde, i manifestanti hanno riempito le vie del centro cittadino attraversando viale Papa Giovanni XXIII, via Camozzi, via Pignolo, via Tasso con arrivo in piazza Vittorio Veneto. Qui le autorità delle rappresentanze militari e civili hanno depositato le corone d’alloro alla Torre dei Caduti e al Monumento al Partigiano per ricordare chi ha lottato fino alla morte per la Libertà e le donne partigiane che hanno fatto la storia della Resistenza.

Presenti in prima linea il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, gli assessori Marzia Marchesi, Marcella Messina, Giacomo Angeloni e Marco Brembilla. L’ assessore Sergio Gandi ha poi raggiunto la parte della Giunta presente sul palco dei discorsi istituzionali dove sono arrivati anche i candidati sindaci alle prossime amministrative, Elena Carnevali (per il centrosinistra) e Andrea Pezzotta (centrodestra). Anche parte degli attuali consiglieri comunali hanno partecipato al corteo insieme ai tanti bergamaschi.

In piazza Vittorio Veneto hanno preso la parola il sindaco Giorgio Gori che, come aveva promesso giorni fa sui suoi social, ha letto il monologo di Antonio Scurati censurato dalla Rai. Sostenendo che «Il 25 aprile è una ricorrenza senza riserva. Una festa di tutti che chiede un’adesione senza ambiguità. La parola antifascista è una parola che non può essere omessa». Un discorso letto a fatica per i gli slogan urlati da parte di gruppi di manifestanti pro Palestina arrivati da entrambi i lati di viale Papa Giovanni. Gori ha anche letto le memorie di chi ha dato vita per la libertà ponendo una domanda: «Faremmo così anche noi?». Ha poi preso la parola il presidente della Provincia Pasquale Gandolfi: «Continuiamo a cerchiare in rosso questa data dando valore alla partecipazione al voto. Sono orgoglioso che tutti in i Comuni della provincia oggi si celebri questa giornata. Caro 25 Aprile, il nostro bisogno di te non è finito e ti garantiamo che questa piazza, la città di Bergamo e la provincia è sempre antifascista». Ospite d’onore l’onorevole Pier Luigi Bersani, acclamato da grandi ovazioni e richiesta di selfie a profusione. Pace è stata la sua parola che ha voluto portare in piazza. “Che sia un 25 aprile basato sulla pace che spetta a noi rinvigorire basandoci sul sacrificio di donne e uomini della Resistenza. Ricordandoci sempre che non c’è democrazia senza giustizia sociale». Una pace che deve essere universale, Bersani ha infatti ricordato le sofferenze che stanno provando i cittadini ucraini e palestini. A Seguire l’intervento della studentessa Marta del Liceo Paolina Secco Suardo per i Testimoni di Resistenza e di Susanna Facheris per il Progetto Adriana. I discorsi sono stati apprezzatissimi dal pubblico, dimostrando la forza delle parole delle due ragazze di giovane età che hanno ricordato l’importanza di lasciare ai giovani «uno Stato democratico, antifascista e che tutela i diritti di tutti».

Bergamo, la commemorazione del 25 Aprile. Video di www.bergamotv.it

La cronaca della giornata

Il 25 Aprile di Bergamo è iniziato al Parco delle Rimembranze della Rocca in Città Alta, con la cerimonia di commemorazione e deposizione delle corone d’alloro alle lapidi che ricordano i Caduti per la Libertà, i Caduti nei Campi di concentramento e al monumento ai Caduti della Divisione Legnano e dell’Esercito di Liberazione Italiano 1943-1945. Alle 9,30, in piazzale Marconi, è iniziato il concentramento dei partecipanti: il corteo è partito alle 10, con arrivo in piazza Vittorio Veneto dove si sono tenuti i tradizionali discorsi. Al ta la partecipazione dei bergamaschi.

Il corteo del 25 Aprile

La manifestazione a Bergamo.

Bedolis e redazione

Dopo il sindaco Giorgio Gori, a prendere la parola il Presidente della Provincia Pasquale Gandolfi e l’intervento dell’on. Pier Luigi Bersani che ha partecipato al corteo. A seguire le testimonianze di Resistenza con Susanna Facheris. Sul palco anche i candidati sindaci Elena Carnevali e Andrea Pezzotta, mentre sotto il palco continui cori pro Palestina che sono stati intonati durante i discorsi istituzionali.

Gori nei giorni scorsi aveva invitato i colleghi sindaci a leggere in piazza il monologo di Antonio Scurati, censurato dalla Rai. E lui, Giorgio Gori, è stato il primo a farlo. Un’iniziativa sostenuta dal presidente del Comitato bergamasco antifascista Carlo Salvioni che ricorda come la piazza del 25 Aprile di Bergamo si sia sempre distinta per essere «pluralista e a favore della libertà di espressione».

A metà corteo tensioni si sono verificate tra una parte del gruppo pro Palestina e il cordone pol izia. In manifestazione le bandiere palestinesi con uno striscione che incita alla resistenza palestinese ma anche una rappresentanza della Brigata Ebraica. Durante i discorsi sul palco, l’onorevole Bersani ha citato il cardinal Martini: «Se la pace è la cosa più importante allora in una trattativa ciascuno deve concedere qualcosa di più di quello che avrebbe concesso».

Il sindaco Gori e il valore della pace tra passato e presente

«Oggi celebriamo l’eroismo di giovani che per combattere il fascismo non esitarono a prendere le armi, e in molti casi pagarono questa scelta con la vita. Ma siamo i primi a considerare la libertà come dato acquisito, e ad escludere il rischio personale per difenderla - è un estratto del discorso del sindaco Gori -. Siamo tutti per la pace, io mi considero un uomo di pace, e non solo perché appena a Palazzo Frizzoni ho voluto appeso lo stendardo con la colomba di Picasso. Sono anche stato un obiettore di coscienza. Eppure non posso fare a meno di chiedermi: si può resistere ad un invasore senza imbracciare le armi?»

«Il 25 aprile, ci ha ricordato il Presidente Mattarella, celebriamo “Un popolo in armi contro l’oppressore”. La libertà e la democrazia, in Europa, sono nate dalla Seconda Guerra Mondiale, dalla vittoria armata contro i nazisti e i loro alleati, dal sacrificio e dal sangue di chi accettò di fare il suo dovere e di chi fece di più, perché non vi era tenuto, e per quei valori in molti casi pagò con la propria vita» continua il discorso.

«Si può resistere a un invasore senza imbracciare le armi? - prosegue il sindaco di Bergamo -I partigiani italiani ed europei desideravano ardentemente la pace. E tuttavia, se 80 anni fa avessero deciso di opporsi “pacificamente” ai nazifascisti, ripudiando l’uso delle armi, e se lo stesso avessero fatto gli alleati anglo-americani, il Vecchio continente si sarebbe consegnato al tiranno nazista. Senza il sacrificio di quelle donne e quegli uomini, ad accogliere gli americani ci sarebbero state le Brigate Nere. Non ci sarebbe stato nessun 25 aprile, alcuna Festa della Liberazione, se gli antifascisti del tempo avessero optato per il disarmo, per il pacifismo e per la diplomazia».

25 aprile, alta affluenza al corteo di Bergamo. Video di Bedolis

«Questi dubbi e queste riflessioni mi sento di condividere con voi, a quanti di voi – come me – desiderano ardentemente la pace. Perché ci obbligano a fare i conti con la realtà, che non è sempre bella come la vorremmo. E innanzitutto ci costringono – mentre celebriamo il giorno della Liberazione – a fare i conti con chi sta combattendo oggi la sua guerra per la libertà, a meno di duemila chilometri da qui, e che con la responsabilità che si proietta su di noi».

«Ricordate le parole di Liliana Segre? “Se vogliamo essere fedeli ai nostri valori”, ci ha ammonito, “dobbiamo sostenere il popolo ucraino che lotta per non soccombere all’invasore, per non perdere la propria libertà”. Sono parole che a distanza di due anni non hanno perso un grammo del loro valore».

«Ma vale anche qui, vale per noi, perché il fatto nuovo – rispetto al 25 aprile di un anno fa – è che ci siamo improvvisamente resi conto che la nostra sicurezza, la sicurezza dei popoli europei, non è affatto una condizione scontata» ha continuato Gori.

Il percorso

Anche quest’anno, come negli ultimi tre anni (2019-2022 e 2023, in mezzo la pausa forzata per il Covid) il corteo è stato unitario, con partenza alle 10 dalla stazione per snodarsi lungo viale Papa Giovanni, via Camozzi, via Pignolo (con l’omaggio alla lapide in memoria di Ferruccio dell’Orto), via Tasso con arrivo in piazza Vittorio Veneto. Qui, oltre all’intervento di Gori, quello del presidente della Provincia Pasquale Gandolfi e dell’oratore ufficiale, quest’anno Pier Luigi Bersani, scelto non solo per il suo impegno politico ma anche in quanto presidente dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Piacenza. La parola è stata data anche a una studentessa del liceo Paolina Secco Suardo per il progetto «Testimoni di Resistenza» e a Susanna Facheris per il Progetto Adriana.

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