Monopattini elettrici, l’allarme dell’Aci
«Troppi pericoli, il 60% senza casco»

L’Automobile club orobico ha svolto un sondaggio tra febbraio e marzo: «Disattenzione e inosservanza delle regole». Zenoni: «Norme dettate dal Codice della strada, le migliorie vanno discusse a livello centrale».

Una «diffusa preoccupazione» per «l’uso troppo libero» dei monopattini elettrici. È l’allarme che (ri)lancia l’Aci di Bergamo, alla luce di un sondaggio svolto a cavallo tra febbraio e marzo su uno dei temi più caldi della mobilità dolce: questi nuovi mezzi a due ruote sempre più diffusi. Secondo l’Automobile club orobico, «c’è anche una certa pirateria, con casi di pedoni o veicoli urtati e conducenti di monopattini che si eclissano. Deprecate poi molte licenze che si consente il popolo dei monopattini: da quelli che si spostano liberamente e incuranti delle zone pedonali a cambi di direzione dell’ultimo minuto e non segnalati, distrazioni all’ordine del giorno, invasioni di corsia, anche contromano».

Tra 25 febbraio e 7 marzo, Momacomunicazione – su incarico appunto dell’Aci – ha raccolto 468 interviste tra utenti della strada tra i 18 e i 75 anni, di cui il 38% residente in città. Il 5% della platea interpellata usa il monopattino elettrico, la fascia d’età di maggior utilizzo è quella tra i 35 e i 55 anni che vive appunto nel capoluogo, e in prevalenza a guidarli sono gli uomini (il 65%, contro il 35% di donne); il 17,39% degli utenti viaggia su questi veicoli a cadenza quotidiana, il 34,78% lo fa tra le due e le cinque volte a settimana, il 17,39% lo fa una volta a settimana. Una «diffusa e pericolosa tendenza», rimarca l’Aci, riguarda l’uso (scarso) del casco: solo il 17,39% lo indossa sempre, il 21,74% lo fa qualche volta e oltre il 60% non lo mette mai. C’è poi il tema-incidenti, quelli accaduti o quelli solo sfiorati: il 35% degli intervistati ha affermato di averne fatto uno o di aver rischiato di farlo; le due cause principali, secondo gli intervistati, sono da individuare nelle disattenzioni di chi viaggia in monopattino o nella cattiva manutenzione del manto stradale.

Più nel dettaglio, Momacomunicazione e Aci hanno tratteggiato alcune dinamiche ormai «classiche» dei pericoli che si possono correre: incidenti causati o sfiorati «da chi viaggiava sul marciapiede a chi andava contromano, ignorando pedoni che escono da negozi o abitazioni e con infortunistica come conseguenza», si legge nelle risposte; «altri che procedevano in due su monopattini appaiati» e poi l’eccesso di velocità, l’«imperizia nella guida», la «segnaletica stradale ignorata», oppure «stop, strisce pedonali e semafori “bruciati” con la massima disinvoltura», così come «i sorpassi al buio e dell’ultimo minuto, l’ignoranza delle regole della strada». In città, oltre ai monopattini elettrici «privati», vi è anche il servizio di sharing gestito da due operatori privati: i primi a entrare in funzione sono stati quelli di Bit Mobility ad agosto, seguiti poi dai mezzi di Reby a ottobre, per una flotta totale di circa 1.200 monopattini elettrici «condivisi». «La circolazione dei monopattini elettrici è disciplinata dal Codice della strada e da normative nazionali, noi applichiamo e facciamo applicare queste regole – è la considerazione di Stefano Zenoni, assessore alla Mobilità del Comune di Bergamo, rispetto ai risultati emersi dal sondaggio –. Riteniamo che l’uso corretto dei mezzi di trasporto sia sempre da osservare, quali che siano questi mezzi, e i monopattini tenuti a rispettare regole come tutti, dai pedoni alle biciclette agli automobilisti. Il monopattino è una possibile soluzione aggiuntiva alla mobilità della città, ma va usato nel rispetto delle regole: è un tema che anche noi abbiamo a cuore. Eventuali migliorie sulle regole, sulle norme e sul funzionamento vanno però discusse a livello centrale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA