Mille chierichetti alla festa di «Clackson»

IN SEMINARIO. Giovedì 25 aprile il ritrovo annuale organizzato dalla rivista che compie 50 anni: gruppi da oltre 80 parrocchie. Il Vescovo Beschi: i bambini portano Gesù nel cuore, diamo loro fiducia. Don Conti: occasione di gioia e d’incontro.

I canti si sentivano già di prima mattina, fin dalla salita che dalle Mura porta in via Arena. È la «Festa degli amici di Clackson», l’annuale ritrovo dei chierichetti bergamaschi, che quest’anno è tornata a contare cifre a tre zeri tra i partecipanti che giovedì 25 aprile si sono dati appuntamento in Seminario da ogni angolo della provincia. La gioia degli oltre mille ragazzini era contagiosa, calda come il lungo abbraccio che dopo la Messa hanno riservato al Vescovo Francesco Beschi: 15 minuti di saluti, strette di mano, fotografie e selfie per portare a casa un ricordo speciale. Prima della Messa i gruppi provenienti da oltre 80 parrocchie hanno sfilato portando con sé decine di mitrie e di pastorali, i due oggetti - tema della festa - che i ragazzi sono stati invitati a riprodurre. Se ne sono visti di ogni forma, colore e materiale: di cartone, di legno, in stoffa, disegnati e pure intarsiati. «Mi piacerebbe indossarne uno al giorno», ha detto il Vescovo osservando i copricapi realizzati ai ragazzi. I bambini gli hanno regalato invece uno scaldacollo, scelto come simbolo della giornata.

La 48ª festa del giornale dei chierichetti, fondato nel 1974 da don Arturo Bellini, ha incrociato quest’anno il 50° anniversario del bimestrale delle parrocchie. È stato un momento di festa, di svago, dove i protagonisti sono stati proprio i chierichetti, ragazzini tra gli 8 e i 15 anni, accompagnati in molti casi dai loro giovani catechisti. «È un bellissimo appuntamento che si sta rinnovando e che sta crescendo», ha detto il Vescovo al termine della Messa dopo aver salutato centinaia di ragazzi. «L’interruzione della pandemia ha condizionato questi incontri, ma vediamo con grande gioia che i bambini e i ragazzi sono tornati a rispondere sempre di più – ha aggiunto –. Li incontro spesso nei miei pellegrinaggi nelle parrocchie e i loro sguardi meritano tutta la nostra corrispondenza. Dobbiamo dare fiducia a questi piccoli, che istintivamente portano nel cuore la persona di Gesù».

La 48a festa del giornale dei chierichetti, fondato nel 1974 da don Arturo Bellini, ha incrociato quest’anno il 50° anniversario del bimestrale delle parrocchie. È stato un momento di festa, di svago, dove i protagonisti sono stati proprio i chierichetti.

Nell’omelia monsignor Francesco Beschi si è soffermato sulla forza che è tipica dei più piccoli, «una forza – ha detto – che viene da un’innocenza non solo morale, ma che è propria dell’istinto di chi avverte ciò che è buono e ciò che è bello». E ha raccontato di un suo recente incontro con due bimbi di una scuola dell’infanzia: «Uno di loro mi ha chiesto cosa rappresentasse la croce che avevo al collo – ha detto il Vescovo, parlando ai ragazzi –. Gli ho detto che era la croce di Gesù, che ci vuole bene al punto tale da morire per noi. Un altro bambino, al suo fianco, è intervenuto dicendo: “Sì, però Gesù è vivo, è risorto!”. Sono rimasto senza parole. La forza delle parole di quel bambino così piccolo fa più di tante prediche; perché le prediche si dimenticano, mentre quelle parole non le dimenticherò mai».

«Il senso di questa esperienza è fare festa – ha detto don Luca Conti, direttore di Clackson –. È stata un’occasione per raccogliere tutti i chierichetti della diocesi; per una volta il Seminario si è messo al loro servizio affinché potessero incontrarsi, conoscersi e giocare insieme».

Giovedì monsignor Beschi ha scelto di predicare davanti all’altare con indosso la mitria e con il pastorale tra le mani: «Ci sono cappelli di tanti tipi – ha detto –; sono un segno di riconoscimento, come quello dei carabinieri, dei vigili del fuoco e dei capistazione, come quello del mio papà, che ancora oggi conservo. La mitria è il cappello del Vescovo, una freccia che indica il Cielo e che ci ricorda come da lì arrivi ciò che abbiamo di più bello». E poi il pastorale, l’altro oggetto sul quale i ragazzi sono stati invitati quest’anno a riflettere: «Come il pastore utilizza il bastone per appoggiarsi quando è stanco e per difendere le sue pecore – ha detto ancora monsignor Beschi – così il Vescovo tiene in mano il pastorale per difendere chi crede in Gesù. Tutti dovremmo avere un bastone per difenderci dal male». La Messa ha rappresentato il momento clou di una giornata che si è conclusa con uno spettacolo nel pomeriggio: «Il senso di questa esperienza è fare festa – ha detto don Luca Conti, direttore di Clackson –. È stata un’occasione per raccogliere tutti i chierichetti della diocesi; per una volta il Seminario si è messo al loro servizio affinché potessero incontrarsi, conoscersi e giocare insieme; un momento per riflettere su come essere più presenti nel servizio all’altare».

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