L’assegno unico fa lievitare il valore dell’Isee dell’11,7%: «Ma è beffa per le famiglie»

LE STIME CGIL. Nel calcolo del reddito è incluso il beneficio erogato dall’Inps. I sindacati: così si finisce in fascia più alta. E a rischio i bonus nidi e bollette.

Il grande salto è avvenuto nel 2022, ma qualche assestamento si coglie ancora oggi. Con un rischio di cortocircuito sullo sfondo. L’Isee è ormai una pratica sempre più diffusa: i nuovi dati dell’Inps pubblicati nei giorni scorsi raccontano che nel 2023 in provincia di Bergamo sono stati 158.604 i nuclei familiari che hanno richiesto questa certificazione, l’1,9% in più rispetto ai 155.676 nuclei del 2022 e il 28,9% in più dei 123.057 nuclei del 2021.

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Calcolando che in tutta la Bergamasca si contano circa 475mila nuclei familiari (considerando anche i «nuclei unipersonali», l’apparente ossimoro che indica le persone sole), vuol dire che oggi l’Isee è diventata una pratica comune per un nucleo su tre. I numeri sono praticamente raddoppiati nel giro di cinque anni, visto che nel 2018 avevano richiesto l’Isee «solo» 81.009 famiglie bergamasche. Perché questo boom? Principalmente per via dell’assegno unico, introdotto a partire dal 2022 e che peraltro in Bergamasca riguarda oggi circa 116mila famiglie (il 73% di quelle che richiedono l’Isee, quasi tre su quattro).

Il nodo del calcolo

Così, negli ultimi tempi è anche cresciuto il valore medio degli Isee dei bergamaschi: nel 2023 si è attestato a 18.841 euro, +3,6% rispetto al 2022, dopo che nel 2022 l’incremento era stato a sua volta del 6,7% rispetto al 2021, proprio perché nella platea dei «presentatori» dell’Isee si sono inserite anche famiglie mediamente più abbienti.

Sullo sfondo, però, sembra scorgersi il rischio di un cortocircuito legato all’assegno unico. L’importo dell’assegno unico è infatti determinato in base al valore dell’Isee, e il valore dell’Isee è legato al reddito (oltre che al patrimonio) di una famiglia: nel calcolo del reddito viene però incluso anche l’importo dell’assegno unico (erogato dall’Inps) che la famiglia ha percepito; più si percepisce l’assegno unico e più si alza il reddito (e poi l’Isee), con il rischio però di finire col nuovo anno in uno scaglione che attribuisce un assegno unico dall’importo più basso.

Effetto-assegno unico

Il meccanismo era in realtà analogo anche con i vecchi assegni familiari, ma in quel caso l’importo era mediamente inferiore, dunque il potenziale cortocircuito risultava più circoscritto. La tendenza di questi primi due mesi del 2024 segnala tra l’altro un incremento significativo del valore medio degli Isee, ed è qui che si pone la questione-assegno unico. Nota tecnica: l’Isee che si calcola nel 2024 fotografa sostanzialmente la situazione di redditi e patrimoni riferiti al 2022, cioè il primo anno in cui è entrato in vigore l’assegno unico. Secondo i Caaf della Cgil Bergamo, che hanno analizzato le prime 11.782 pratiche comparabili con le dichiarazioni del 2023, l’incremento medio del valore dell’Isee è infatti dell’11,71%. Decisamente sensibile.

Più nel dettaglio: secondo la Cgil, il 23% delle dichiarazioni ha avuto un aumento del valore Isee inferiore al 10%; ben il 42,4% ha invece avuto un aumento compreso tra il 10,1% e il 50%; il 7,1% ha registrato un aumento tra il 50,1% e il 100%; il 3,7% ha segnalato un aumento superiore al 100%. La restante parte (meno del 24%, cioè meno di un quarto della platea) ha invece avuto una diminuzione. «La quasi totalità di chi chiede l’Isee – ragiona Orazio Amboni, responsabile del dipartimento Welfare della Cgil Bergamo – lo fa per accedere a un servizio: soprattutto per i livelli più bassi, un aumento di reddito si traduce in un aumento del valore dell’Isee, con il rischio di scattare in una fascia superiore, con le relative tariffe o perdita dei requisiti di accesso». Non c’è solo la questione dell’assegno unico, tra le conseguenze: «Penso al bonus nidi – aggiunge Amboni –: quello regionale ha una soglia di 20mila euro, un centesimo in più e si perde tutto. Per il bonus statale, superando la soglia Isee fissata a 25mila euro si perdono 500 euro, superando i 40mila euro si perdono 1.000 euro. È poi molto facile, per chi ha un reddito basso, superare anche di poco l’Isee per il bonus sociale per luce e gas, fissato a 9.530 euro, e perdere l’aiuto. Il fattore prevalente per gli aumenti è la trasformazione delle detrazioni in reddito, un po’ come era successo con l’indennità di accompagnamento qualche anno fa. Bisognerebbe prestare più attenzione nel mettere le mani in questi delicati meccanismi che possono avere conseguenze rilevanti su chi ha redditi bassi».

«Il meccanismo era lo stesso anche per gli assegni familiari – riconosce Monica Gardana, responsabile dei Caf della Cisl Bergamo –. In questa fase, tra l’altro, bisognerà capire anche cosa succederà con le modifiche alla modifica sul calcolo dei titoli di stato (esclusi fino a un valore complessivo di 50mila euro, ndr). L’assegno unico ha determinato in generale un aumento del valore medio degli Isee, perché è stato richiesto anche da famiglie con una buona situazione economica che prima non sempre faceva l’Isee».

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