Il grazie degli ucraini a Bergamo: «Donate 650 tonnellate di beni». Un altro tir nelle zone di guerra

Solidarietà. Continua l’attività dell’associazione Zlaghoda. L’hub di Boccaleone è attivo dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 19, il sabato dalle 9 alle 19.

È passato quasi un anno dall’invasione russa ma l’asse della solidarietà made in Bergamo non si è mai spento. Tanto che la rete di generosità tessuta dall’associazione Zlaghoda continua a dare i suoi frutti. «L’altra sera è partito verso l’Ucraina un autoarticolato pieno di cibo, coperte, vestiti, materassi, giocattoli e medicine che aiuteranno il nostro popolo ad affrontare un poco più serenamente le imminenti festività», ha raccontato Yaroslava Vyshnevska, presidente dall’associazione Zlaghoda, realtà composta da ucraini residenti nella Bergamasca.

«Dallo scoppio della guerra in poi siamo sempre stati attivi raccogliendo beni di prima necessità: all’inizio nel capannone di Curno e successivamente, da aprile, presso gli ex Magazzini generali in Rovelli 21 a Boccaleone - ha spiegato Vyshnevska -. Il popolo ucraino è in difficoltà e ora, oltre al pericolo delle bombe russe, è in ginocchio anche per l’emergenza freddo (con temperature fino a -20º) e i blackout (si parla di milioni di persone senza elettricità e riscaldamento). Il volontariato è la luce che dà un po’ di conforto al nostro Paese. Ringrazio di cuore i bergamaschi, gente generosa che non ha mai mancato di farci sentire il suo supporto. Dallo scoppio della guerra ad oggi abbiamo spedito oltre 650 tonnellate di beni di prima necessità donati dai bergamaschi. Con il tempo si sono creati tanti legami di amicizia, fratellanza e solidarietà: ringrazio tutti i bergamaschi che ci vengono ad aiutare al capannone per smistare la merce». L’hub di Boccaleone è attivo dal lunedì al venerdì (14-19) e pure il sabato (9-19). «Al momento c’è bisogno di biancheria intima, vestiti caldi, farmaci e cibo in scatola: stiamo anche anche raccogliendo giocattoli e dolcetti per regalare un sorriso natalizio ai bimbi ucraini che vivono sottoterra».

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