Il Cardinale Pizzaballa entra nella Storia

L’ANALISI. La porpora al patriarca di Gerusalemme ha un significato speciale: la Terra Santa torna al centro. La gioia dei bergamaschi è più che giustificata. Papa Francesco disegna una nuova geografia della Chiesa.

Per la prima volta nella storia della Chiesa con il Concistoro di questa mattina (sabato 30 settembre, dalle 10 si può seguire la diretta da Piazza San Pietro su Tv2000) i cardinali del Sud del mondo, Paesi più poveri e periferie della globalizzazione, superano di poco quelli dei Paesi più ricchi. È la nuova geografia della Chiesa, disegno e stile di Jorge Mario Bergoglio. Così anche la porpora, per la prima volta nella storia, al patriarca di Gerusalemme, il bergamasco Pierbattista Pizzaballa, acquista un significato speciale. La Terra Santa è il luogo dove tutto è nato, ma è anche la periferia inquieta che la Comunità internazionale da tempo ha abbandonato e che invece Francesco rimette al centro, creando cardinale l’uomo che si spende, nell’interesse di nessuno se non dei suoi abitanti, perché Gerusalemme non sia dimenticata e che non si rassegna alla normalizzazione del conflitto. La gioia di Bergamo e di Cologno al Serio, suo paese natale, e di tutta la diocesi e la terra bergamasca è dunque pienamente giustificata come lo è un pizzico d’orgoglio.

Questa mattina dopo il Concistoro con le 21 nuove porpore il collegio cardinalizio mondiale conterà 242 cardinali, 47 creati da Giovanni Paolo II, 64 da Benedetto XVI e 131 creati da Francesco, in nove concistori. Di essi 137 sono elettori del Papa, 9 creati da Wojtyla, 29 da Ratzinger e 99 creati da Bergoglio. In questo modo viene temporaneamente derogata la regola dei 120 elettori, prevista da Paolo VI e confermata successivamente dai Pontefici, naturalmente se fosse convocato un Conclave. Il Collegio cardinalizio attuale è il meno eurocentrico di sempre e anche quello con pochi cardinali italiani. Esprime dunque meglio l’universalità della Chiesa. In un ipotetico Conclave siederebbero 53 cardinali europei, cioè il 38 per cento, mentre nel Conclave che elesse Bergoglio erano 60 su 115. Gli italiani sono 16, cioè 12 in meno rispetto al 2013. Tra essi vanno contati anche Pierbattista Pizzaballa, italiano, ma Patriarca di Gerusalemme, e Claudio Gugerotti, italiano, ma Prefetto del dicastero delle Chiese orientali e diplomatico vaticano di lungo corso. Diminuisce anche l’età media dei cardinali che passa da 70 a 60 anni. Il nono Concistoro di Bergoglio è anche quello con il maggior numero di nuovi cardinali elettori, cioè sotto gli 80 anni. Ne ha designati ben 18, un record in un unico Concistoro.

Ma Francesco non ha superato un altro record, che continua ad essere detenuto dal Pontificato di Karol Wojtyla, quando ad un certo punto il numero di cardinali elettori era arrivato a 140. Sono rappresentati 90 Paesi, ma la distribuzione geografica non cambia sensibilmente. La novità è l’aggiunta del Sud Sudan con Stephen Ameyu Martin Mulla, arcivescovo di Juba. Da notare anche la presenza di due nunzi apostolici, lo svizzero mons. Emil Tscherrin, attualmente nunzio in Italia, e mons. Christophe Pierre, ambasciatore del Papa negli Stati Uniti, ufficio quest’ultimo molto delicato visto le tensioni nella Chiesa e nella società politica americana. La porpora assegnata a loro segna un’altra discontinuità. Fino ad ora i nunzi venivano creati cardinali a fine carriera, una sorta di premio per il loro servizio alla Santa Sede. Con Francesco le cose sono cambiate. Anni fa aveva già creato cardinale il nunzio in Siria, mons. Zenari, un riconoscimento non solo all’ambasciatore, ma anche alla Chiesa e alla popolazione siriana martoriata dalla guerra, lo stesso ragionamento che vale per padre Pierbattista Pizzaballa.

Molto nutrita è la pattuglia argentina. Sono sette attualmente i cardinali del Paese di Bergoglio e ben tre verranno creati nel Concistoro di oggi. Si tratta di Victor Manuel Fernandez, teologo di 60 anni, neo-prefetto della Congregazione della fede, e l’arcivescovo di Cordoba Angel Sixto Rossi, impegnato nell’assistenza ai poveri. Molto significativa anche la porpora a Luis Dri, 97 anni, primo di nove fratelli e sorelle tutti sacerdoti o suore, che ha trascorso quasi tutta la sua vita in un confessionale di una chiesa di Buenos Aires ai margini di una delle villas, le immense baraccopoli della capitale argentina. Infine sarà creato cardinale anche il Rettor Maggiore dei salesiani Angel Artime, decisione fuori dall’ordinario, almeno finora. Artime ha chiesto al Papa di restare al suo posto fino al 2026, quando scadrà il suo mandato e solo allora verrà consacrato vescovo.

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