Green pass, a scuola sono 20 i dipendenti respinti o che non si sono presentati

Secondo il monitoraggio dell’Ufficio scolastico provinciale è questo il numero dei «casi critici». Graziani: «Buon risultato, anche dal punto di vista organizzativo».

«La norma prevede che il personale che si presenta a scuola sfornito di green pass, o comunque non in regola, venga registrato, per quel giorno, come assente ingiustificato. Se l’episodio si ripete per cinque volte, scatta la sospensione dal servizio e dalla retribuzione». Imerio Chiappa, dirigente dell’Istituto Paleocapa dove due giorni fa, alla ripresa dell’attività nelle scuole, si è verificato il caso di una docente che è stata invitata dalle forze dell’ordine a tornare a casa dopo che si era presentata a scuola accompagnata dal proprio avvocato, ricorda quello che la legge prevede e dunque come si è comportato: «Nel rispetto della privacy non posso dire di più sul perché del comportamento della docente – precisa il dirigente –. Posso solo dire che ci siamo comportati così come prevede la norma in merito all’obbligo di presentazione del green pass da parte di tutto il personale docente, e non, della scuola». Non solo però docenti riluttanti a rispettare la normativa, ma anche docenti che, pur essendo in regola, hanno avuto lo stop dalla app Verifica C19, utilizzata dalle scuole in attesa della tanto sospirata piattaforma promessa dal ministero per velocizzare i controlli. Controlli che, ricordiamo, devono essere fatti giornalmente per via delle diverse modalità con cui viene rilasciato il green pass (dopo una prima vaccinazione, dopo due vaccinazioni, dopo l’attestata guarigione dal Covid e dopo un tampone negativo) e le diverse scadenze che ne conseguono.

Ma quali sono stati i risultati di queste verifiche? «Abbiamo iniziato con il piede giusto - dice la dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Bergamo, Patrizia Graziani -. La prima giornata di green pass a scuola è filata liscia, con davvero poche persone respinte o che non si sono presentate. Complessivamente, da un monitoraggio che ha riguardato solo il primo giorno di presenza e che abbiamo effettuato in queste ore, i casi di criticità sono stati solo 20 in tutta la provincia di Bergamo». Un numero esiguo, considerato che nella giornata di lunedì i presenti nelle istituzioni scolastiche erano circa 4.000: i 20 respinti rappresentano quindi lo 0,5% del totale provinciale. «Anche l’organizzazione delle scuole è stata ottima - continua Graziani -. Tutti i dirigenti si sono organizzati con le applicazioni e i dirigenti hanno delegato qualcuno come responsabile delle operazioni. Solo all’Istituto Paleocapa c’è stato un episodio (quello della docente che si è presentata all’ingresso con il proprio avvocato ed è stata allontanata solo grazie all’intervento della polizia, ndr) che però ci aspettavamo: l’insegnante aveva già ampiamente preannunciato che quella sarebbe stata la sua posizione. Ora attendiamo il 13 settembre per capire come funzionerà la piattaforma del Ministero per incrociare i dati anagrafici con quelli dei vaccini, ma anche per valutare l’organizzazione delle scuole a “pieno carico”. Per quanto riguarda, infine, i docenti che hanno segnalato di essere a posto con il ciclo vaccinale, ma che hanno avuto problemi con la lettura del pass, credo che non possano far altro che contattare Ats per risolvere il problema».

«È capitato anche a un mio docente – racconta ancora Chiappa -. A parte il fatto che ero certo che avesse fatto tutte e due le dosi di vaccino, il docente aveva con sé i fogli attestanti l’avvenuta vaccinazione e dunque è potuto entrare a scuola. Alla fine – conclude Chiappa – non c’è stato nessun problema».

La sentenza del Tar

Volente, o meno, comunque tutto il personale della scuola dovrà adeguarsi alla normativa, visto anche la recente decisione del Tar del Lazio che ha respinto l’istanza presentata dall’Anief (l’Associazione nazionale insegnanti e formatori) contro il provvedimento del ministero dell’Istruzione. «In ordine al diritto del personale scolastico a non vaccinarsi - recita il decreto dei giudici - in disparte la questione della dubbia configurazione come diritto alla salute, non ha valenza assoluta né può essere inteso come intangibile». Scatta così per il personale scolastico non in possesso del green pass «l’automatica sospensione dal lavoro e dalla retribuzione e la mancata adibizione ad altre e diverse mansioni è correttamente e razionalmente giustificabile alla luce della tipicità delle mansioni, specie di quello docente». Detto in altre parole, per i docenti non solo c’è la sospensione dal lavoro, ma scatta anche il divieto a essere assegnato ad altre mansioni. Si ricorda che sono esentati dall’esibizione del green pass coloro che per condizione medica non possono ricevere, o completare, la vaccinazione, e comunque gli stessi soggetti devono essere in possesso di specifica certificazione, per ora solo cartacea. Decisione quella del Tar accolta con favore dal presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli: «Ritengo particolarmente condivisibili le parole dei giudici amministrativi secondo cui l’automatica sospensione dal lavoro e dalla retribuzione e la mancata adibizione del personale scolastico ad altre e diverse mansioni è correttamente e razionalmente giustificabile alla luce della tipicità delle mansioni del personale scolastico, specie di quello docente. Spero che questo contribuisca a superare definitivamente le pretestuose polemiche sollevate strumentalmente da alcuni e renda più agevole il lavoro dei colleghi impegnati a garantire il diritto allo studio».

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