Ferie dei medici di base, mancano i sostituti: in Bergamasca ne servono 150

Pedrini (Fimmg): «I potenziali candidati sono già impegnati nella campagna vaccinale o arruolati nelle Usca». Marinoni: «Appoggiarsi a colleghi già in servizio? Sono oberati: in media assistono 1.500 pazienti».

Stremati dall’emergenza Covid, che ha messo a dura prova la loro resistenza e la tenuta dell’intero sistema sanitario, ora per i medici di base lombardi si pone un altro problema, non di poco conto, che interessa solo nella Bergamasca una platea di 600 medici titolari di medicina generale: come e dove trovare i sostituti per staccare la spina e fare almeno 15 giorni di ferie, se i colleghi potenziali sostituti e giovani professionisti sono in gran parte arruolati nella campagna vaccinale e impegnati nelle Usca (Unità speciali di continuità assistenziale)? Un vero rebus da gestire tra i medici, visto che – secondo una stima verosimile e prudenziale – solo in provincia servirebbero minimo 150-200 professionisti per le sostituzioni dei colleghi in ferie e le Ats non ricoprono alcun ruolo nel meccanismo: sono infatti gli stessi medici a doversi sobbarcare l’onere di trovare e pagare un collega libero professionista che li sostituisca per andare in ferie. «Quest’anno è davvero difficile trovare colleghi disponibili – sottolinea Paola Pedrini, medico di base bergamasco e segretario regionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) -. Molti colleghi sono entrati in specializzazione, altri stanno contribuendo proficuamente alla campagna vaccinale e altri ancora sono arruolati nelle Usca. Non si trovano sostituti. Essendo noi liberi professionisti convenzionati con il sistema sanitario, quando decidiamo di andare in ferie paghiamo la sostituzione per quei giorni. Una soluzione praticabile potrebbe essere dare più libertà ai medici corsisti che stanno facendo il corso di formazione di medicina generale, offrendo la possibilità di qualche sostituzione a chi vuole farlo».

Resta sullo sfondo il problema strutturale della carenza di medici in generale: «In Lombardia il numero medio di pazienti per singolo dottore è 1.400, a fronte di una media italiana di 1.200 – aggiunge Pedrini -. Numeri a livelli di guardia, con un carico di lavoro aumentato in questo anno e mezzo e condizioni sempre più complicate. E molti preferiscono dedicarsi alle vaccinazioni». La paga per un medico sostituto va dai 150 ai 240 euro lordi al giorno tra attività di studio e a distanza, telefonate e consulti. «Il problema sussiste, il medico ha diritto alle ferie e deve provvedere alle sostituzioni a sue spese – ribadisce Guido Marinoni, presidente dell’Ordine bergamasco dei medici chirurghi e odontoiatri -. È possibile farsi sostituire da un collega in servizio, ma i medici sono stremati e i numeri di assistiti tende ad aumentare per la mancanza di medici, impegnati nella campagna vaccinale. Nella Bergamasca il numero medio di pazienti per dottore è 1.500-1.600, il dato più alto lombardo. È difficile trovare colleghi neolaureati, impegnati nelle scuole di specializzazione con il corso di formazione in medicina generale e con i posti allargati. Discorso analogo quando i medici vanno in pensione e non si trovano sostituti. Anche per me bisognerebbe consentire ai medici del corso di formazione in medicina generale di fare sostituzioni, molti però sono impegnati nei servizi di guardia medica e nelle Usca. A Bergamo i partecipanti al corso erano di solito 60 all’anno, quest’anno saranno 33».

«Poca attrattiva»

L’attrattiva non è grande e Marinoni ne spiega il perché: «Se mi iscrivo alla scuola di specializzazione per attività ospedaliera, gestita dall’Università e non dalla Regione, la borsa di studio è 1.800 euro; se invece il corso di formazione è gestito dalla Regione è pagato solo 800 euro. Al netto di ogni vocazione, il discorso è chiaro e va inserito in un quadro più ampio: la medicina di famiglia è stata maltrattata finora. Se il medico non ha un supporto e l’infermiere assunto come infermiere di famiglia lavora nei distretti, risulta difficile risolvere il problema della mancanza di medici. Servirebbe mettere i medici nelle condizioni di poter assumere infermieri e personale amministrativo, finanziando adeguatamente queste misure». Un problema che finora non sembra aver trovato risposta. «Il finanziamento è basso e solo pochi medici ne dispongono – aggiunge Marinoni - con figure professionali per poche ore e non a tempo pieno. Per le eventuali sostituzioni con i medici corsisti si porrebbe anche un problema dal punto di vista normativo, perché i corsisti possono inserirsi in un rapporto con un massimo di 600 assistiti. L’Ats è un mero notaio in materia, applica le norme nazionali e regionali e non entra nel merito della disciplina delle ferie».

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