Cuccioli di cane: «Vendite-truffa». A processo madre e figlia

TRESCORE. Madre e figlia sono state rinviate a giudizio per truffa e frode in commercio per la vendita di cuccioli di cane nel loro allevamento.

Si tratta di una donna di 61 anni, e della figlia di 33, che a gennaio, al termine di un processo per un’inchiesta della Procura di Udine, erano state assolte «perché il fatto non sussiste» dall’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di cuccioli, insieme al marito di 66 anni. La posizione di quest’ultimo giovedì 18 aprile è stata stralciata dal gup di Bergamo per questioni di salute.

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I fatti contestati dalla Procura di Bergamo risalgono al 2020 e 2021 e riguardano la vendita di cuccioli di cane che poi avevano manifestato seri problemi di salute. I clienti che avevano denunciato per truffa i titolari dell’allevamento, insospettiti anche dal fatto che sugli annunci pubblicitari i nomi dei venditori risultavano di fantasia. La famiglia, assistita dall’avvocato Domenico Di Berradino, si è sempre difesa sostenendo che la salute dei cuccioli era vagliata dai veterinari cui sarebbe spettato, non avendo i titolari dell’allevamento competenze in materia, individuare eventuali problematiche sanitarie. Quanto ai nomi falsi, la famiglia s’è detta costretta a utilizzarli perché la reputazione professionale era stata macchiata dagli articoli di giornale riportanti le vicende conclusesi poi con l’assoluzione.

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