«Alberi da abbattere, ma mancavano i soldi»

LA TRAGEDIA DI VIA PER STEZZANO. Ci sono due indagati per la morte di Paolo Carminati, il 53enne di Osio Sotto, rimasto ucciso dalla caduta di un pioppo mercoledì 17 aprile mentre percorreva via per Stezzano a Bergamo in sella alla sua motocicletta.

Si tratta di due referenti del Crea, Centro di ricerca cerealicoltura e colture industriali, nella cui proprietà rientrava l’albero: un uomo, N. P., assistito dall’avvocato Stefania Poggi, e una donna, S. M. L., assistita dagli avvocati Andrea Pezzotta e Nicola Stocco. Sono accusati di omicidio colposo. Il pm Paolo Mandurino sta cercando di far luce sulla loro posizione, in particolare su eventuali omissioni o negligenze relative alla manutenzione degli alberi a tutela dell’incolumità pubblica.

I due accertamenti

L’iscrizione nel registro degli indagati è stata compiuta anche a tutela dei due. Il pm ha disposto infatti due accertamenti: l’autopsia, eseguita lunedì 22 aprile all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo dal consulente della Procura Matteo Marchesi, e la consulenza cinematica affidata all’ingegner Luigi Fiumana. In entrambi i casi le difese hanno potuto nominare i loro consulenti.

S. M. L. circa un anno fa s’era accorta delle precarie condizioni dei pioppi, alcuni dei quali con grossi problemi di stabilità, e aveva chiesto al suo superiore N. P. il permesso di intervenire. N. P. aveva consigliato di svolgere prima un’indagine sullo stato degli alberi, che era stata commissionata allo studio Gpt di Bergamo. Quest’ultimo a ottobre aveva presentato una relazione in cui si parla di problemi di stabilità per alcuni alberi. A questo punto il Crea di Bergamo a febbraio aveva chiesto il permesso di abbattere i pioppi pericolosi al Comune di Bergamo. Da Palafrizzoni il consenso era arrivato a stretto giro.

La pratica si è però arenata per motivi burocratici, in particolare per carenza di fondi. S. M. L., dopo aver ricevuto disco verde dal Comune, aveva informalmente chiesto a N. P. di intervenire, ma quest’ultimo aveva fatto presente che per l’intervento non c’erano soldi.

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