Giovedì a Bergamo presidio antiviolenza: «Uomini partecipate»

Alle 18 in Largo Rezzara la «Rete bergamasca contro la violenza di genere» torna in piazza con diverse novità e si appella agli uomini: solo insieme fermeremo la violenza.

Nuovo presidio con musica dal vivo, performance teatrale e «lettera aperta agli uomini». Nei mesi a seguire un presidio ogni giorno 8 del mese, stesso luogo stessa ora. Dall’1 al 30 gennaio ben 130 nuove richieste ai centri antiviolenza di Bergamo e provincia e dall’inizio del 2024 già 9 femminicidi a livello nazionale. Ogni 8 del mese, in occasione dei presìdi, la Rete diffonderà dati aggiornati sulla violenza per denunciare il fenomeno locale e nazionale.

Giovedì 8 febbraio l’intervento del gruppo teatrale Le Favorite e il canto collettivo del brano «Il canto de la Malamurga», accompagnato alla chitarra. In questo modo la Rete si prefigge di coinvolgere anche il mondo bergamasco della cultura e delle arti: c’è bisogno davvero di una collaborazione a 360 gradi per far sì che si affermi finalmente un nuovo modo di vivere le relazioni, che sia improntato su rispetto, libertà e solidarietà.

In piazza ci saranno grandi sagome con i nomi delle vittime di femminicidio nel 2024: un modo per portare in piazza con noi le persone uccise, per ridare loro la presenza e la voce che non hanno più. A tutti i presenti inoltre sarà distribuito un tessuto fucsia da apporre sul braccio, simbolo della lotta alla violenza di genere.

Giovedì 8 febbraio il presidio si concluderà eccezionalmente alle 19, per dare modo ai presenti di partecipare alla commemorazione del Partigiano Ferruccio dell’Orto, prevista in via Pignolo alle 19,30.

Lettera aperta agli uomini

Verrà letta al microfono anche una «lettera aperta agli uomini»: è fondamentale che i maschi partecipino contribuendo al cambiamento. Di seguito uno stralcio. «Uomini: solo se anche voi vi mettete in gioco possiamo cambiare le cose - recita la lettera -. E il vero cambiamento comincia dentro ognuna e ognuno di noi. Quando sentite raccontare di femminicidi o storie di violenza, pensate a noi che vi chiediamo di fermarvi un attimo, di andare oltre il “io non lo farei mai” e di pensare se davvero, dentro di voi, non avete anche solo un piccolo pezzetto di patriarcato. Se con le vostre compagne, amiche, sorelle, figlie, madri, colleghe non avete mai espresso anche solo commenti in qualche modo sessisti, svalutanti, irrispettosi. Non vi stiamo sottoponendo a giudizio. Vi stiamo dicendo: avete un’occasione straordinaria, quella di interrogarvi su quanta cultura della violenza ognuno conserva dentro di sé (…) Oggi avete e abbiamo la possibilità di un rovesciamento, che potrà aiutare i nostri figli, nipoti e chi verrà dopo di loro: a creare relazioni d’amore e di amicizia libere da dinamiche violente».

Dati aggiornati sulla violenza

Dall’1 al 30 gennaio 2024 sono state ben 130 le nuove richieste di supporto ai centri antiviolenza di Bergamo e provincia. Un dato impressionante, che conferma la gravità dei numeri del 2023: nel corso dell’anno scorso, ai centri si sono rivolte 1.162 donne per situazioni di violenza fisica, psicologica, economica e/o di stalking. Nel 2023 in Italia si sono verificati 120 femminicidi (alcuni dei quali sono casi ancora sotto accertamento): 120 persone, storie, vite interrotte, che in molti casi hanno lasciato figli ancora piccoli, a loro volta segnati dalla violenza. Dall’inizio del 2024 i femminicidi sono stati già 9 (altri in fase di accertamento).

Questi dati confermano la natura sistemica della violenza di genere: non è un’emergenza ma un problema strutturale della nostra società. Per superarlo occorre uno sforzo che sia di tutte e di tutti. Noi cominciamo da qui: invitiamo chi desidera vedere un cambiamento in Largo Rezzara giovedì 8 febbraio, alle 18. E come sempre ribadiremo: stiamo in piazza anche per dire «non sei sola» e «ci vogliamo viv3».

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