Il mondo guarda l’Atalanta

ITALIA. No, non sto scrivendo questo articolo per parlare di me e della serata incredibile che giovedì abbiamo vissuto allo stadio. La mia è solo una parentesi, la cosa più bella è quella che ha fatto l’Atalanta. Un’impresa epica.

Il Liverpool è una squadra che praticamente lotta sempre per vincere la Champions, e l’Atalanta l’ha mandato a casa in due partite nette. Questa impresa è di Percassi, è di Gasperini, è di questa Atalanta che ha fatto vedere che squadra straordinaria è. Questo è un salto di qualità che farà cambiare il modo in cui l’Atalanta viene vista nel mondo. Dobbiamo sempre tenere i piedi per terra, e vorrei riflettere sul fatto che qualche risultato in campionato non sia così positivo, e questo a volte sembra un dramma. Ma anni fa erano normale che capitasse di pareggiare col Verona. Adesso sembra un dramma proprio per il livello altissimo che la squadra ha raggiunto e per le aspettative che crea.

La partita, ovviamente, per me è stata speciale. Come tutti, dopo il rigore per il Liverpool ho temuto. Stava succedendo proprio quel che non doveva succedere: un gol preso subito. Dico, come sempre, che io non amo questi rigori. Chi ha giocato sa che quello non è un fallo di mano volontario, ma con le regole di adesso è un rigore che va dato. Il Liverpool aveva bisogno di un episodio così per trovare coraggio, e l’ha trovato. La partita era intensa, ma io penso che il pericolo per l’Atalanta sia sceso per due fattori: quando il Liverpool ha trovato la giocata giusta, Musso ha sempre azzeccato l’uscita con tempi perfetti. E quando è capitata la grandissima occasione, ecco la seconda svolta, con Salah che ha sbagliato un gol che normalmente segnerebbe pure dormendo. Lì mi sono un po’ tranquillizzato, perché ho capito che non era la serata del Liverpool. Sul 2-0 il Liverpool avrebbe cominciato il secondo tempo in modo tutto diverso. Vero che comunque ha fatto almeno 15’ intensi, e l’Atalanta sembrava soffrire. Ma non hanno mai creato vere occasioni, e col passare del tempo è mancata anche la fiducia, l’Atalanta non ha mai mollato niente sui duelli uomo contro uomo, sovrastando il Liverpool anche fisicamente.

Durante la partita c’era ovviamente sempre il timore che un episodio potesse cambiare tutto, ma ripensandoci ora, a sangue freddo, è stata una partita di fatto mai in discussione. La paura ce la siamo creata un po’ da soli, dato l’avversario, ma l’Atalanta è stata una vera squadra di guerrieri.

Adesso vi starete domandando se bisogna fare un pensiero alla Coppa. Vi dico: no. Ovvio che se sei dentro questa competizione sai che quello può essere il traguardo, ma nessun calciatore penserà mai così lontano. Si pensa alla prossima, che va vinta per fare quella dopo. Pensi a difendere bene, a fare gol, a vincere, ad andare avanti. E poi non scordiamoci che il Bayer Leverkusen è la squadra del momento, ed è con noi in questa coppa. Ho scritto «noi», come qualche volta mi è capitato di dire durante la telecronaca di giovedì sera. Non si dovrebbe fare, lo so. Ma i telespettatori del mio Paese hanno capito quanto fossi coinvolto in questa partita, anche se tantissimi di loro tifano Liverpool. Sono stati, anche per me, giorni incredibili di affetto della gente, di tantissimi che mi hanno fermato e salutato. I miei colleghi erano impressionati. E poi quel momento sotto la curva. E’ stata un’idea di Luca Percassi, mandarmi a salutare il presidente che era lì a pochi passi. E Antonio dopo qualche chiacchiera mi ha detto di andare là sotto, ad abbracciare tutti voi. Ero indeciso se andarci o no perché le regole Uefa sono molto rigide. Ma poi ci sono andato e sì, mi sono commosso, a 64 anni. E anche a fine partita, tutti a fare foto con me, persino i poliziotti che poi hanno fermato il traffico per farmi uscire con l’auto. Tutto incredibile, e di tutto questo sono grato a Bergamo e ai bergamaschi. Ma la cosa più grande è che tutti dobbiamo essere grati all’Atalanta. Questa è la cosa più bella, più grande che è successa in questi giorni. I miei sono piccoli sentimenti, piccole cose. Ora torno in Europa e tutti mi parleranno di questa impresa incredibile. Io, come sempre, proverò un orgoglio enorme.

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