Comelit, spinta internazionale: «Più giovani e donne in azienda»

Sviluppo. A Bangkok l’ultimo grande progetto: 180 milioni di fatturato nel 2022 (+20 %). La presidente Brasi: orario flessibile e smart working per aiutare a conciliare lavoro e famiglia.

L’ultimo grande progetto in ordine di tempo, l’impianto di videocitofonia del nuovo complesso residenziale di Sansiri Group (principale sviluppatore immobiliare di lusso della Thailandia) che sorge nell’area metropolitana di Bangkok, con 86 ville unifamiliari in stile «Renaissance revival», simili cioè alla New York di fine Ottocento. «Si tratta di un impianto che si sviluppa su 314 appartamenti garantendo contemporaneamente la sicurezza, l’abbiamo fatto tramite l’installazione del nostro sistema wireless che ha permesso di evitare la posa di chilometri di cablaggio» spiega Silvia Brasi, 54 anni, da quattro anni presidente di Comelit Group, l’azienda di Rovetta specializzata in sistemi elettronici per il controllo e la gestione della casa, che fa capo alle famiglie, Brasi, Barzasi e Lazzari. «Sfida vinta - aggiunge -, la collaborazione con Sansiri Group proseguirà anche nel 2023 per altri complessi residenziali».

Con l’acquisizione, nel novembre 2021 del ramo d’azienda della Pac-Gdx, leader storico dei controlli d’accessi in Gran Bretagna con sede a Manchester, oggi sono 13 le società che fanno capo alla multinazionale «familiare» dell’alta Val Seriana che negli ultimi anni ha incrementato le dimensioni (869 i collaboratori, 794 nel 2020) e il profilo internazionale. «Oggi il nostro giro d’affari si sviluppa per oltre il 65% all’estero grazie alle 10 filiali sparse per il mondo - spiega la presidente - Pur non disponendo dei dati definitivi, chiuderemo il 2022 con un fatturato consolidato di 180 milioni di euro, più 20% rispetto al 2021, grazie a una crescita organica dei nostri principali business».

A breve la pubblicazione del primo bilancio di sostenibilità. «Un obiettivo importante, abbiamo lavorato con grande consapevolezza del valore che avrà per la nostra società - evidenzia la presidente -. I collaboratori, che abbiamo coinvolto nelle diverse fasi, hanno risposto con entusiamo, fornendo anche utili suggerimenti».

A Rovetta, con una vista spettacolare sulla Presolana, il quartier generale della capogruppo. Al lavoro 140 persone, l’inglese (quasi) la seconda lingua. Altre 80 nella sede di Bergamo, cuore del settore ricerca e sviluppo, settore che vede impegnate complessivamente 250 persone e un investimento annuo dell’8,5% del fatturato. «In Italia, che resta il nostro mercato principale, accanto al tradizionale mercato della citofonia, abbiamo acquisito spazi sempre più importanti nella domotica, ma anche nel settore dei sistemi di sicurezza e antincendio».

Progettazione, vendita e assistenza diretta al cliente, i tre pilastri su cui si sviluppa l’attività di Comelit (la produzione è affidata a terzi) per cui sono richiesti profili tecnici adeguati. «L’attività di recruiting è costante, a gennaio abbiamo assunto già nove persone, una ventina quelle previste quest’anno» spiega Silvia Brasi che è direttore delle risorse umane. «Oggi la digitalizzazione dei processi e dei prodotti aumenta la richiesta di competenze in ambito informatico, programmatori e sviluppatori in particolare ma anche data analyst, difficili da trovare sul mercato del lavoro bergamasco. Nel 2021 abbiamo inserito una trentina di nuovi collaboratori, aumentando il numero di giovani, 15 i neo assunti sotto i trent’anni e donne. Nel reparto R&D lavorando quattro ingegneri donne, anche l’ufficio di programmazione della produzione è composto da ingegneri gestionali donna». Attirare i talenti non è semplice in un territorio dove la competizione è alta, come fate? «Lavoriamo con le scuole, con il Fantoni di Clusone e l’Its di Lovere c’è un rapporto consolidato così come con l’Università di Bergamo. Nell’ottica della fidelizzazione di chi già lavora con noi, abbiamo adottato l’orario flessibile così da permettere di conciliare meglio l’impegno lavorativo con la gestione della famiglia, stessa filosofica alla base della scelta di mantenere una quota di smart working che ora vogliamo garantire in modo strutturato a circa 190 tra i nostro collaboratori tra Rovetta e Bergamo».

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