Bergamo, rallenta la crescita dell’export
Meno vendite in Germania, bene gli Usa

IL 2° TRIMESTRE. Per Italia e Lombardia esportazioni giù. La nostra provincia in controtendenza ma si ferma a +2,4%. Soffrono chimica, gomma-plastica e tessile. Mazzoleni: pesa il calo della domanda interna di beni in diversi Paesi.

Meno, meno, meno. Tra aprile e giugno le esportazioni di prodotti made in Italy sono precedute dal segno negativo, almeno facendo riferimento al Centro (meno 15,7%), al Nord-Est (meno 2,6%) e a Sud e Isole (meno 2,4%), mentre il quadro nel Nord-Ovest si mantiene stazionario (complessivamente il nostro Paese lascia sul terreno l’1%). Osservando lo scenario tracciato dall’Istat nel suo complesso, si comprende meglio il meno 0,9% che registra la Lombardia e il «timido» più 2,4% che porta a casa Bergamo. A cui va comunque il merito di mantenersi in territorio positivo.

Bergamo doppia la Lombardia

Nel secondo trimestre le esportazioni che dalla nostra provincia approdano in vari Paesi del mondo toccano quota 5,4 miliardi, contro i 5,3 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso. Considerando i primi sei mesi dell’anno, invece, l’aumento è del 7,3% a 10,8 miliardi. In questo caso Bergamo doppia la Lombardia, dove la crescita del commercio estero si ferma a un più 3,5%. Una parziale sorpresa arriva dalla Germania, dove la vendita di merci orobiche arretra di 2,2 punti percentuali, attestandosi a 921 milioni, contro i 942 del secondo trimestre del 2022.

«Nel primo semestre la variazione delle esportazioni bergamasche rispetto all’anno precedente è in territorio ampiamente positivo - spiega il presidente della Camera di commercio, Carlo Mazzoleni - ma la crescita del secondo trimestre è meno brillante ed è un segno del rallentamento del commercio internazionale». Pesa «il calo della domanda interna di beni di consumo e di investimento, riscontrabile nei maggiori Paesi, che si sta traducendo in una flessione delle importazioni». È così che, ad esempio, conclude Mazzoleni, «la situazione economica tedesca e cinese ha determinato un calo dei valori destinati a questi importanti partner commerciali del nostro territorio». In ogni caso, «il flusso verso l’America settentrionale più che compensa questa diminuzione». Di fatti l’export verso l’America del Nord segna un aumento a doppia cifra che sfiora il 13% a 556 milioni e le esportazioni verso gli Stati Uniti crescono in modo quasi identico (più 12,5%) e toccano addirittura il più 36% nei primi sei mesi dell’anno.

Bene l’export verso Medio Oriente e Americhe

Tornando al periodo aprile-giugno, le esportazioni verso l’Asia orientale scendono sensibilmente (meno 15,8%), mentre aumentano quelle verso il Medio Oriente (più 17,2%) e l’America centro-meridionale (più 12,7%). Spostando l’attenzione sui singoli Paesi, nei primi 10 in cui Bergamo esporta maggiormente, i segni meno non mancano. Tutt’altro. Alla Germania si aggiungono Spagna (meno 3,4%), Regno Unito (meno 2,5%), Paesi Bassi ( meno 4,8%), Cina (meno 16,6%) e Austria (meno 6,7%). Aumentano invece le vendite di merci made in Bergamo verso Francia (più 4,7%), Stati Uniti, Polonia (più 15%) e Svizzera (più 12,3%).

Per quanto riguarda le performance dei settori trainanti dell’export provinciale, in testa si collocano i macchinari (1.289 milioni, più 8,8%), seguiti dai metalli di base (816 milioni, più 9%), dai prodotti chimici (814 milioni, meno 6,2%), mezzi di trasporto (555 milioni, più 9,6%), gomma e materie plastiche (517 milioni, meno 5,8%), apparecchi elettrici (352 milioni, più 7%), alimentari (325 milioni, più 17,8%) e tessile e abbigliamento (251 milioni, meno 18%).

Saldo positivo per 1.878 milioni

Sul fronte delle importazioni, queste sono state pari a 3.570 milioni (meno 8% tendenziale contro il meno 6% in Lombardia e il meno 9,8% in Italia). Il saldo trimestrale della bilancia commerciale di Bergamo è positivo per 1.878 milioni, superiore al saldo del trimestre corrispondente dell’anno scorso (1.593 milioni).

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