Le ondate di calore e le infezioni virali rischi per la salute

La crisi climatica. Nella sola città di Milano le ondate di calore sono aumentate del 45% negli ultimi cinquant’anni, influendo per il 33,6% sulla mortalità cittadina. Di questi fenomeni, già ora ma sempre più in futuro, saranno «le fasce più vulnerabili della popolazione, come gli anziani e i neonati», a soffrire maggiormente le conseguenze, come ricorda Alessandro Miani, presidente di Sima, Società italiana di medicina ambientale.

Nella sola città di Milano le ondate di calore sono aumentate del 45% negli ultimi cinquant’anni, influendo per il 33,6% sulla mortalità cittadina. Di questi fenomeni, già ora ma sempre più in futuro, saranno «le fasce più vulnerabili della popolazione, come gli anziani e i neonati», a soffrire maggiormente le conseguenze, come ricorda Alessandro Miani, presidente di Sima, Società italiana di medicina ambientale.

Più esposte le persone a basso reddito delle città

«Le persone che vivono in aree urbane a basso reddito con infrastrutture carenti e, in generale, i gruppi di popolazione con redditi più bassi e minore disponibilità di beni sono più esposti agli impatti climatici». Ma questo è solo uno dei fronti degli impatti dei cambiamenti climatici sulla salute.

Le malattie respiratorie saranno più diffuse

La decadente qualità dell’aria, sia esterna che interna agli edifici, sarà inoltre sempre più causa di malattie respiratorie. Spiega l’infettivologo Enrico Bombana: «Le nostre vie respiratorie sono predisposte con ciglia che fanno da filtro alle sostanze nocive. Un più alto livello di polveri sottili, insieme alla diminuzione delle precipitazioni e all’innalzamento delle temperature, causa un intasamento delle ciglia e una riduzione della loro mobilità, abbassando le prime difese contro le infezioni respiratorie».

Attenzione alle infezioni virali

Uno dei maggiori fronti su cui, secondo Bombana, bisognerà sempre più prestare attenzione sono le infezioni virali trasmesse da vettori, come le zanzare: «Si innalzano le temperature, si prolungano le stagioni calde e i vettori trovano un habitat favorevole. Ciò facilita il contatto tra uomo e vettore di trasmissione. Iniziano a essere presenti anche nei nostri territori malattie come la febbre dengue, la chikungunya e il virus West Nile. Regione Lombardia ha anche quest’anno spinto molto verso la disinfestazione dalle zanzare nelle aree urbane e extraurbane. Sono stati incrementati, inoltre, i sistemi di monitoraggio e prevenzione della diffusione».

Febbre dengue, chikungunya, West Nile dalle zanzare. Le zoonosi come il Covid destinate ad aumentare

Le infezioni da zecche arriveranno nella fascia pedemontana

Un altro tipo di arbovirosi, malattie virali trasmesse da vettori artropodi, continua Enrico Bombana, sono le infezioni da zecche: «Erano tipiche di zone come la Toscana o il Carso, ma entro i prossimi dieci anni ci aspettiamo che riguardino anche la nostra fascia pedemontana».

La trasmissione delle zoonosi è facilitata

Sempre più diffuse, inoltre, le zoonosi, come il Covid-19 ha già dimostrato. Spiega Miani di Sima: «Le zoonosi sono un fenomeno naturale con il quale la specie umana convive da sempre: molte di queste hanno causato vere e proprie pandemie, che hanno segnato e influenzato la storia umana. Ma dobbiamo considerare che il mondo moderno, rispetto al passato, facilita ancora di più la trasmissione di malattie infettive. In questo scenario, se non si verificherà un’inversione di tendenza e, soprattutto, se non si gestirà il nostro rapporto con l’ambiente in maniera più sostenibile, la frequenza delle zoonosi infettive è destinata ad aumentare nei decenni a venire».

Trasformare le città per la mitigazione e l’adattamento

Che fare? Al di là degli accorgimenti che ciascuno può adottare nella propria vita quotidiana per preservare la propria salute, è necessario trasformare le nostre città, epicentro di questi fenomeni, perché agiscano sempre più in termini di mitigazione e di adattamento rispetto agli effetti dei cambiamenti climatici. Cosa che, secondo Miani, le amministrazioni cittadine «stanno facendo molto poco: solo lo 0,3% delle infrastrutture urbane nel mondo, infatti, è dedicato a questo scopo».

5mila metri quadrati di verde a 300 metri da casa riducono la mortalità

Su quali fronti intervenire? «L’Oms indica in 5mila metri quadrati a 300 metri dalla propria abitazione l’area verde utile a ridurre in Europa la mortalità per tutte le cause di 43mila unità all’anno. Recenti studi dicono che, per mitigare il calore eccessivo nelle città, la superficie verde dovrebbe essere il 40% del totale».

In Italia legislazione lacunosa sul degrado del suolo

La situazione si complica se si osserva la situazione dal punto di vista urbanistico, come testimonia Giuseppe Milano, ingegnere progettista e segretario generale di Greenaccord: «Non vediamo una nuova legge urbanistica nazionale dal 1942. Le forme di degrado del suolo, come l’erosione e la desalinizzazione, non sono nemmeno considerate nella nostra legislazione. Ciò che è successo nei fatti è che, per colmare il vuoto normativo, l’edilizia ha sostituito l’urbanistica nella capacità di pianificazione in chiave sostenibile».

La sostenibilità sociale deriva dalla qualità dei suoli

Mancano, secondo Milano, «competenze a livello amministrativo e politico» per «capire che perfino la sostenibilità sociale deriva dalla qualità dei suoli. Un suolo impermeabilizzato, oltre a incrementare le isole di calore, limita la produzione di cibo sano, non permette la ricarica delle falde acquifere e non limita gli effetti del dissesto idrogeologico. Con la riforma del titolo V abbiamo delegato alle Regioni e agli enti locali la gestione della pianificazione urbanistica. A livello europeo – ma l’Italia è in ritardo – si pensa che il governo del territorio debba essere riportato allo Stato, per poter sempre più pensare in modo olistico».

Diffondere le soluzioni basate sulla natura

Ciò permetterebbe di ricorrere in maniera diffusa alle Nature Based Solutions (soluzioni basate sulla natura, ndr), delle quali Milano porta alcuni esempi: «Oltre alla forestazione urbana, parliamo degli interventi di depavimentazione per ripristinare la permeabilità del suolo, o dei tetti verdi, che hanno beneficio anche sul raffrescamento, oppure ancora dei giardini alluvionali, che permettono raccogliere acqua piovana e così affrontare anche la crisi idrica. È necessario un cambio di passo generale».

Proteggere le città con la forestazione urbana, la depavimentazione, i tetti verdi, i giardini alluvionali

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