Infermiere in Cina, da Grassobbio è il primo laureato europeo a Nanning

La storia. Marco Pescarolo studiava Economia a Bergamo, poi ha capito la sua strada accudendo la nonna malata. La svolta durante un viaggio e l’incontro con Christina.

La Cina è vicina, più di quanto si possa immaginare. Perché Marco Pescarolo, forse, mai avrebbe immaginato di intraprendere questo cammino. Da Grassobbio, il suo presente è ora a Baise, nel Guangxi, regione nel sud della Cina. In Italia aveva iniziato a studiare Economia, oggi dall’altra parte del mondo è infermiere. «Forse serve un po’ di pazzia», sorride il 34enne bergamasco.

L’assistenza alla nonna malata

Una storia nata per caso, la sua, e dove il caso – le famose coincidenze – ha consegnato le emozioni più preziose. «Dopo le superiori ho studiato due anni e mezzo Economia a Bergamo. A un certo punto mi sono però dovuto ritirare per assistere mia nonna, che aveva dei problemi di salute e necessitava di una presenza fissa: i miei genitori lavoravano e non potevano, così mi sono offerto io – racconta Marco Pescarolo –. Pensavo di sospendere solo momentaneamente gli studi in Economia, invece in quel momento è maturata come una vocazione per l’infermieristica». Ma la svolta sembrava ancora lontana, impensabile.

Un incontro inaspettato

Nel 2014 sceglie di fare un viaggio in Cina, e tutto cambierà: «È un luogo che mi ha sempre incuriosito. Tra l’altro praticavo Aikido (una arte marziale, ndr), l’Oriente mi affascinava, e allo stesso tempo mi stavo interessando di agopuntura: la Cina era una buona meta», ricorda il bergamasco. E là, a Guilin, caratteristica metropoli del Guangxi, casualmente accade l’incontro che stravolge la vita di Marco: «Ho conosciuto una ragazza semplicemente chiedendole un’indicazione. Lei mi ha risposto subito con un ottimo inglese, cosa che non accade di frequente in Cina, sia per la conoscenza della lingua sia per la timidezza. Ci siamo conosciuti ed è nato l’amore». Christina, quella ragazza, con un inglese perfetto perché laureata in lingue e impegnata come traduttrice, diventerà sua moglie.

Marco Pescarolo era infatti rimasto solo un mese in Cina per il suo viaggio, ma anche al ritorno in Italia è rimasto in contatto con Christina. «A gennaio 2015 sono così tornato in Cina, e in breve abbiamo deciso di sposarci – prosegue il bergamasco –. Da metà 2015 a metà 2017 siamo stati in Italia, poi è maturata la decisione di tornare in Cina». In Cina inizia una nuova vita, letteralmente. Perché Marco inizia il percorso per diventare infermiere. «All’epoca in Italia lavoravo come magazziniere, ma il mio lavoro non mi soddisfaceva. Volevo cambiare, per questo abbiamo pensato di andare in Cina. Ho scelto di seguire la mia strada e provare a diventare infermiere».

Iscritto all’Università di Nanning

Visto da fuori, il percorso non sembra certo agevole. La lingua è la prima barriera, ovviamente. «Imparare il cinese è stato più facile di quanto ci si possa immaginare – risponde Marco –. A fine 2017 ho iniziato subito a studiare per arrivare al “quarto livello” di cinese, cioè il livello di competenze linguistiche richiesto per essere ammessi all’università, e a giugno 2018 ho superato l’esame». A settembre dello stesso anno si spalancano così le porte dell’Università di Nanning, la capitale del Guangxi, dove si iscrive al corso di Infermieristica con Medicina cinese, un percorso quadriennale per infermieri ma che comprende anche importanti nozioni di medicina. «Ho vissuto in questo campus immenso, modernissimo: l’organizzazione cinese vuole che se studi in un campus devi esserci totalmente immerso, tagliato fuori dalle distrazioni. Era davvero come una grande città, al suo interno c’erano tutti i servizi che trovi normalmente in una metropoli».

Pendolare su treno veloce

Un altro mondo. La vita di Marco sembra solo apparentemente snodarsi tutto sommato a poca distanza, visto che Guilin (la città dove ha conosciuto Christina, la moglie), Baise (la città dove vivono) e Nanning (dove c’è l’università) sono tutti nella stessa regione del Guangxi: in realtà quella regione è grande 236.700 chilometri quadrati, quasi come l’intera Italia (che è 300.000 chilometri quadrati), e le distanze sono notevolissime. Ci si sposta con i treni ad alta velocità come se si prendesse l’autobus o la metro. «È un altro mondo», sorride Marco, ricordando quei quattro anni di università «passati veloci, praticamente volati».

Gli studi durante la pandemia

L’ultimo anno si è concluso con tirocinio all’ospedale Ruikang, un policlinico legato all’università. «Ho trovato un’organizzazione davvero efficiente, un’esperienza importante. Ho fatto pratica in tutti i reparti, stando circa un mese in ciascuno. Il periodo in Nefrologia è stato quello che mi ha maggiormente segnato, ricordo ancora nitidamente i primi due pazienti che abbiamo operato, in condizioni critiche». A metà 2022 è arrivata la laurea (Pescarolo è il primo europeo ad aver conseguito il titolo in quell’università) e ora, dopo un breve passaggio a Bergamo per rivedere parenti e amici, Marco Pescarolo è tornato in Cina dove proseguirà a lavorare in ospedale.

In mezzo, in questi anni, c’è stata una parentesi inevitabile: la pandemia. Lì in Cina, tutto iniziò all’alba del 2020. «Wuhan è molto lontana da dove vivo io, i lockdown sono stati molto differenziati a seconda delle realtà. Nella mia esperienza posso però dire di averla vissuta tutto sommato bene: di drammi, qui, non se ne sono visti. Il campus si è subito adeguato alle nuove condizioni, introducendo le lezioni online. Più in generale c’erano controlli seri: a Nanning per esempio ogni stazione della metropolitana aveva un punto per sottoporsi gratuitamente a un tampone ogni volta che ne avevi la necessità, mentre per chi come me lavorava in ospedale il test era una volta alla settimana».

Il legame con l’Italia

Il legame con l’Italia resta stretto, Marco Pescarolo collabora anche con l’Ente bergamaschi nel mondo. «Durante la pandemia ho avuto poche possibilità di incontrare altre persone, ora che le condizioni lo consentono sono più motivato a cercare altri connazionali». La Cina è ormai casa sua: «È un Paese che dà tante possibilità, più di quanto si creda. Apprendere le lingue apre delle autostrade. Gli infermieri sono valorizzati e c’è una grande richiesta. Mi auguro che qualcun altro possa fare la mia stessa esperienza».

Bergamo senza confini

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