Pastorino, sinonimo di una città pulita

Siamo nel 1963. Congedandosi dal servizio di pulizia della città, la Pastorino SpA, con il suo fondatore Bruno Pastorino, ringrazia per la collaborazione dei cittadini e chiese scusa se a volte vi siano state lacune nei servizi effettuati

Riceviamo da Vito Mirabella, presidente dell’Istituto del Nastro Azzurro (combattenti decorati al valor militare) di Bergamo alcuni appunti su un personaggio che a Bergamo non è passato inosservato.

Si tratta di Bruno Pastorino che fu Presidente del citato istituto, ma è conosciuto anche per aver reso Bergamo per anni una città particolarmente pulita. Per raccontare quegli anni partiamo da un comunicato apparso nel luglio 1963 sulla stampa cittadina, con il quale la Pastorino SpA comunica la cessazione del servizio di pulizia della città. «La società per oltre trent’anni anni ha svolto i servizi di Nettezza Urbana in modo sempre puntuale ed apprezzato, ma ora termina il servizio e porge un rispettoso saluto alla Cittadinanza, ringraziandola anche per la collaborazione ricevuta e chiede anche scusa se, a volte, vi siano state lacune nei servizi effettuati. La Società ritiene di poter affermare, con assoluta certezza, di aver sempre messo, in ogni momento ed in ogni luogo, il massimo impegno nell’assolvere i propri doveri e di aver reso Bergamo, senza tema di essere smentita, una delle città più pulite d’Italia. I cittadini, ben consci dell’ottimo lavoro svolto sperano che il nuovo operatore, pubblico, continui ad operare come la Pastorino». Lusinghieri i commenti che facevano seguito: «Pastorino è la Pastorino, cioè una società molto seria e ben amministrata che effettivamente ha contribuito a rendere, e a mantenere, Bergamo una delle città più pulite d’Italia (e non è poco!)».

«La Pastorino SpA - prosegue Mirabella - era l’impresa, con sede a Bergamo, che negli anni Sessanta e in parte in quelli Settanta, raccoglieva anche i rifiuti di Sulmona e quelli dell’Aquila. E puliva quasi ogni mese il Corso Ovidio con potenti getti di acqua; e altrettanto faceva per Piazza Garibaldi. E di notte mandava gli spazzini a togliere la neve mentre ancora cadeva, per evitare che si accumulasse e studenti e impiegati e soldati e operai non avessero intralci. La Pastorino era una ditta che, con una quindicina di dipendenti, ha lustrato Sulmona per diversi lustri laddove, ricorda la storia locale, chi ne ha preso il testimone con cento persone non riusciva nemmeno a pulire l’essenziale».

Nato a Torino nel 1911, e diplomato in ragioneria, Bruno Pastorino era stato per più di 20 anni vice presidente della Federazione industriali degli ausiliari del traffico, ma il suo nome è rimasto legato soprattutto al suo valoroso comportamento in guerra e alla sua dedizione ai problemi degli ex combattenti. Sottotenente di complemento in Africa Orientale, era partito volontario allo scoppio del secondo conflitto mondiale, venendo destinato in Africa Settentrionale. Come riferisce la motivazione della medaglia d’oro, conferitagli nel marzo ’48, durante le operazioni del gennaio 1941 si era confermato «un animatore e trascinatore di uomini». In particolare durante l’attacco di una piazzaforte ad opera di imponenti forze corazzate nemiche, dopo avere opposto la più disperata ed efficace resistenza respingendo per ben due volte gli attaccanti con un suo reparto di arditi, si lanciava, con bombe a mano ed incendiarie, all’assalto dei carri armati che superato l’ostacolo del caposaldo vi dilagavano. Visto inefficace il suo mezzo di offesa, cosciente della certezza del sacrificio, rifiutava la resa e attaccava i carri nel disperato tentativo di mettere fuori combattimento il personale attraverso le feritoie delle torrette.

Nell’eroico atto veniva colpito a bruciapelo da un colpo di rivoltella che gli fratturava l’osso frontale. Ferito, Bruno Pastorino perdeva un occhio; catturato dagli inglesi era inviato per cinque anni in India come prigioniero di guerra.

Rientrato a Bergamo ha ricoperto vari incarichi: è stato presidente dell’Opera nazionale invalidi di guerra, Vicepresidente nazionale del Nastro Azzurro, presidente provinciale del Nastro Azzurro e della sezione cittadina Mutilati e invalidi di guerra. È stato anche consigliere delegato di varie ditte e consigliere di amministrazione della Banca Nazionale del Lavoro in rappresentanza del ministero del Tesoro. Di temperamento sensibile, aperto all’amicizia, pronto alla battuta arguta, Bruno Pastorino ha fatto vita sociale sino a che le condizioni di salute glielo avevano consentito. Poi si era ritirato si vita privata.

La salma è stata trasportata a Bergamo nel pomeriggio di ieri da Ravenna, ove Bruno Pastorino si era trasferito dalla nipote che l’ha seguito con grande devozione nel corso della sua malattia.

Ognivitaunracconto

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