Le necrologie dei defunti di Vertova: la piccola storia nelle storie dei personaggi

Don Andrea Paiocchi ha guardato tutti i volti dei vertovesi che sono passati sulle pagine delle necrologie de L’Eco di Bergamo dal 1950 ad oggi e ci racconta qui le vite di alcuni di loro.

CARMELO ZANINONI

La famiglia dei Caagnöi , i canestri di vimini

Noto a tutti come Caagnöl (canestro di vimini), Carmelo Zaninoni era un negoziante molto accogliente, dal fisico tondeggiante, con le bretelle, appostato al cancello di casa, tra l’abitazione e il negozio di alimentari e cascami. Quella bottega era in una posizione strategica, ai piedi dell’ampia gradinata che porta alla chiesa parrocchiale allora accessibile solo a piedi. Tutta Vertova doveva passare di lì per la spesa degli alimenti quotidiani. Il conto veniva segnato sul libretto che ogni cliente portava con sé e pagava ogni quindicina. Alla funzione sacra del Venerdì Santo, Carmelo occupava un posto rilevante come uno dei “giudei” che schiodavano il Cristo fantoniano dalla croce per portarlo in processione per le vie del paese. Dal suo primo matrimonio nascerà anche la futura madre generale delle Suore Ancelle della Carità di Brescia, suor Carmela, e Patrizia, la bisnonna del nostro prete diocesano don Chicco Re. Carmelo morì vittima di un incidente stradale in Val Gandino.

Morto il 10.2.1957

DR. DON BARTOLOMEO FERRARI

Attraversò la guerra accanto ai suoi parrocchiani

Prevosto di Vertova dal 1936, guidò la comunità con saggezza e con grande sensibilità pastorale. In gioventù aveva conseguito la laurea in teologia al Seminario Romano all’epoca in cui vi studiava anche il chierico Angelo Roncalli. Uomo dedito alla preghiera e allo studio, predicatore efficace e rigoroso. Veniva dall’esperienza di curato a Sarnico e di parroco a Ranzanico. Pubblicò il volume «Vertova. Appunti di storia e cronistoria con illustrazioni» (1947). Passò momenti travagliati negli anni della guerra 1940-45. Stimolato anche dal vescovo mons. Bernareggi, si impegnò per dotare la parrocchia di un oratorio per l’educazione religiosa della gioventù. Acquistò con sacrifici di tutta la comunità il terreno sul quale sorgeva la villa Sartori. Qui il successore don Carlo Nava erigerà l’oratorio maschile. Don Bartolomeo si ritirò dapprima alla Casa del Clero e finalmente nella natia Castione della Presolana.

Era una grigia domenica autunnale quando, alla messa prima delle ore 5 sull’altare della prepositurale comparve l’economo spirituale don Giuseppe Belotti per annunciare che don Ferrari se n’era andato nottetempo alla Casa del Clero di Bergamo spinto dalla salute cagionevole degli ultimi tempi. Era il 1957

Morto il 5.9.1957

LUIGIA ABONDIO VED. PAGANESSI

Per tutti era «la comar» di Vertova

È stata ostetrica di Vertova per oltre 50 anni. Era insomma per eccellenza «la comar». Aveva sposato un celebre pittore di Vertova, Giambattista Paganessi. Pensiamo ai tempi nei quali le donne partorivano in casa. Il ruolo della levatrice era indispensabile. Non c’erano telefoni o cellulari per avvertirla, né mezzi di trasporto comodi per spostarsi. Luigia disponeva solo della sua bicicletta da donna e correva con sollecitudine dove era richiesta. Aveva la sua parte nel rito del battesimo, dove dispensava con garbo le sue indicazioni che i chierichetti imparavano a memoria. Concludeva sempre, interpretando le parole latine del celebrante, Ite in pace: “An va ‘n santa pas!”.

Morta il 3.7.1976

GUERINO GUERINI

La sua voce da «basso» era inconfondibile

Veniva da una famiglia di amici della musica residente a Semonte, in un’abitazione accanto alla chiesa di san Bernardino. Il papà Pietro era l’organista della parrocchia, soprannominato «Piero òrghen», così come il fratello Dino che succederà al papà. Dal maestro Pietro Guerino aveva ereditato una eccezionale voce di basso con la quale si prestava per le liturgie dei dintorni. Grande stima di lui aveva anche il maestro mons. Egidio Corbetta. Lavorò dapprima come operaio al Cotonificio Bustese poi in proprio come ambulante. Venne nominato primo presidente del Gruppo Sportivo Semonte che era nato nel settembre 1973. Negli ultimi anni prestò servizio con molta passione al Collegio Vescovile Sant’Alessandro di Bergamo in veste di factotum. Grande dolore e scompiglio creò in famiglia la morte della figlia Mara di soli 3 anni. Guerino si spense a causa di una malattia allora risultata inguaribile, a 69 anni. Nella sua comunità e in quelle vicine si è sempre distinto per il forte impegno sociale e caritativo.

Morto il 2.10.2019

DON GIOVANNI BOTTA

Nascose le campane a Colzate per non farle diventare cannoni

Veniva da Cirano, frazione di Gandino. Dopo essere stato curato a Sangallo e a Laxolo, nel 1919 giunse come parroco a Semonte, dove rimase fino alla morte. Fu un vero pastore in mezzo al suo piccolo ma vivace gregge di Semonte, frazione metà di Vertova e metà di Fiorano al Serio. Conosceva tutto della sua gente. Di lui si raccontano numerosi aneddoti. Curiose le sue prediche che spuntavano dal Vangelo ma ridondavano facilmente di riferimenti alle persone e alle vicende della comunità. Pur lamentando scherzosamente di trovarsi stretto tra due colleghi di calibro, i prevosti di Vertova e Fiorano, sapeva sopravvivere con zelo e brio, fiutando con innocente trasporto il tabacco Santa Giustina. A lui si deve la costruzione della nuova casa parrocchiale attigua alla chiesa (1921) e la benedizione del cimitero (1932). Durante la guerra aiutò spiritualmente e materialmente molte famiglie. Richiesto per consegnare le campane da trasformare in cannoni, fece nascondere sotterra i sacri bronzi in territorio di Colzate. Restano famose le sue innocenti intrusioni per strada quando s’imbatteva in coppie di innamorati. O i suoi viaggi da Vertova a Bergamo sul treno e la littorina con fare portoghese e con una giustificazione sempre pronta. Non dimenticheremo che dalla sua scuola uscirono vocazioni di sacerdoti e missionari, come mons. Serafino e don Gesualdo Poli. Di lui ebbe un fuggevole ricordo papa Giovanni XXIII nella Villa Pontificia di Castel Gandolfo in occasione della visita del Seminario bergamasco nell’agosto 1959: “al parla amò bé da Gandì!

Morto il 28.03.1964

SUOR GIUSEPPINA MORONI

Era una suora della famiglia dei «Baciuchì»

Anima semplice, di grande bontà. Veniva da una famiglia soprannominata Baciuchì, che abitava in località Cereti. Era nata il 3 marzo 1941 a Vertova, terza di quattro figli. Impegnata nell’Azione Cattolica e nell’oratorio femminile, nel 1963 entrò tra le Missionarie di Maria Saveriane di Parma. Conseguito il diploma di maestra di scuola materna, nel 1975 venne destinata alla missione di Londrina (Brasile) e dal 1978 a quella di 1986 di Apucarana, sempre come direttrice della comunità e della scuola materna. Poi operò a Curitiba e alla periferia di San Paolo, nella zona di Guaianazes. Finalmente ritornò a Curitiba e quindi a Londrina come direttrice regionale delle saveriane nel Sud del Brasile. Rientrata in Italia nel 2003, svolse l’incarico di economa nella Casa di Riposo di Ceggia (Venezia). Nell’estate 2006 venne colpita dalla grave malattia che la porterà alla morte alla vigilia della festa di famiglia delle Saveriane, la Visitazione di Maria allora celebrata il 2 luglio. Suor Giusy seppe voler bene e farsi voler bene.

Morta il 1.7.2008

AQUILINO BELOTTI

Organista, direttore di canto e compositore di grande pregio

Era tra i maggiori esponenti del mondo musicale nella Media Valseriana negli anni 30-70 del secolo scorso, aveva una meravigliosa famiglia di cinque figli dalla quale uscì anche un sacerdote, don Osvaldo. Era impiegato negli uffici del Cotonificio Bustese. La sua grande passione è sempre stata la musica. Quella sacra, come organista e direttore nelle scuole di canto delle parrocchie di Vertova, di Gazzaniga e della sua Semonte. Compose brani pregevoli. Pensiamo al «Miserere», al «Tantum ergo», «O Salutaris Hostia» per il Triduo dei Morti, allo «Stabat Mater» per il venerdì santo, mottetti per la liturgia come «Veritas mea», ecc. Grazie a lui e alla sensibilità delle Suore dell’Asilo ragazzi e adulti si esibirono con tanta passione nel teatro parrocchiale con deliziose operette per le quali il maestro Belotti era seduto al pianoforte, ma era prodigo di suggerimenti per la corretta recitazione dei testi. Era stato infatti lui stesso attore protagonista nella filodrammatica di Semonte.

Morto il 29.6.1978

MONS. ZENONE ALBINO TESTA

Cuore di fanciullo in un corpo massiccio di uomo

Terzogenito di nove tra fratelli e sorelle, entrò nella famiglia cappuccina dove nel 1930 iniziò il noviziato nel convento di Sovere. Fu ordinato sacerdote dal cardinale Ildefonso Schuster il 7 agosto 1938. Nel settembre partì per la missione in Eritrea. Nel 1940 all’Asmara gli venne affidato l’Istituto S. Giuseppe pro meticci che si prendeva cura dei bambini abbandonati per educarli mediante la formazione scolastica e professionale. Nel 1947 fu nominato parroco della cattedrale di Asmara. Il 1 agosto 1959 papa Giovanni lo proclamò vescovo titolare di Tinista (Mauritania) e coadiutore con diritto di successione del vicario apostolico Mons. Marinoni, pure bergamasco. Quel giorno disse ai confratelli cappuccini: «Io sono frate, consideratemi frate, trattatemi come frate, voglio essere sempre frate», e scoppiò in lacrime per l’emozione. Ricevette l’ordinazione episcopale dal cardinale Giovanni Amleto Cicognani nel duomo di Bergamo il 9 aprile 1961. Nel 1969 fu colpito da una malattia devastante e perciò fu ricoverato in una struttura ospedaliera di Brescia. Qui il Signore lo chiamò al premio eterno. Un noto cronista lo definì: «Cuore di fanciullo in un corpo massiccio di uomo». La sua salma riposa nel cimitero di Vertova. A lui è stata intitolata una via in zona Cereti.

Morto il 19.9.1982

DR. MARIO BERTOCCHI

Vertova fu sempre al centro della sua attività politica

Era laureato in chimica. Fu agente di vendita dell’azienda farmaceutica «Carlo Erba». Fondatore della DC a Vertova nell’immediato dopoguerra, è stato sindaco per quindici anni. Eletto nel 1956, è stato confermato fino al 1970. Quell’anno venne nominato consigliere provinciale, assessore a turismo, spettacolo, sport, industria, agricoltura, artigianato, caccia e pesca dal 1975 al 1985. Fu vicepresidente del Consiglio di Valle Seriana fino alla nascita delle Comunità Montane. Ebbe un posto determinante nella costruzione della superstrada della «Valser», della quale fu presidente. Fu insignito delle onorificenze di cavaliere, grand’ufficiale della Repubblica e poi commendatore.

Gli va riconosciuto un posto di rilievo nella storia di Vertova. Fu durante la sua amministrazione che il convento dei cappuccini di Vertova venne destinato a centro culturale.

Morto il 19.5.2004

ARCHITETTO DON PINO GUSMINI

Prete, architetto e promotore di arte e cultura

Nato da un’umile famiglia vertovese, compì gli studi nel seminario diocesano diocesano. Fu ordinato sacerdote nel 1952 insieme col concittadino don Angelo Bernini. Di intelligenza non comune, svolse il suo ministero dapprima all’oratorio di Dalmine San Giuseppe, dove nel 1957 fondò il gruppo Scout. Frequentò poi il Politecnico di Milano per laurearsi in architettura. Testimoniano le sue doti professionali alcune costruzioni religiose della Bergamasca. In Valgandino, dopo il rovinoso cedimento del campanile che nel 1968 distrusse l’antica chiesa di San Giacomo Maggiore in Cirano, gli venne affidato il progetto di ricostruzione della parrocchiale, realizzato negli anni 1973-75. Insegnò per diversi anni all’Artistico di Bergamo. Diede alle stampe diverse pubblicazioni sulla storia di Vertova e del santuario di S. Patrizio. Compose anche deliziose poesie. La sua mano di pittore è testimoniata da diversi quadri a olio e disegni.

Nel 1966 fondò la Pro Vertova e sostenne con intelligenza e capacità tutte le iniziative sia sul piano storico e artistico che su quello turistico, guidando con competenza alla visita di città e monumenti per l’Italia e per il mondo. Il Signore lo chiamò improvvisamente proprio il giorno del suo compleanno. Vertova gli ha dedicato una via in pieno centro storico.

Morto il 9.11.1989

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