«Noi, cappellai magici della città»
Da scultori ad artigiani fashion

Da scultori a cappellai magici il passo è breve. Estro, colore, voglia di osare con la fantasia. E magari non prendersi troppo sul serio. Anzi, prendere seriamente un antico mestiere che sta scomparendo e che ad Andrea Marcianò e a Maddalena Vidale fa tornare un po’ bambini. Questa coppia, bergamasco 27enne lui, 28enne di Pavia lei, sta reinventando la cappelleria.

Bombette, tube, modelli di tutte le fattezze che realizzano e decorano con quel tocco di artisti quali sono, dando vita a Emmevi, neonato brand nel mondo dell’accessorio.

A scoprirli, loro che vivono in un paesino tranquillo sui colli bergamaschi, è stato il Fuori Salone di Milano. «Ci siamo conosciuti a Brera, frequentavamo il corso di Scultura, poi abbiamo proseguito con il biennio, specializzandoci così in Arte visive – spiega Andrea -. Abbiamo partecipato anche a una Biennale d’arte a Lucca, vinto premi, viaggiato parecchio inseguendo le nostre opere, ma poi ci siamo accorti che questa vita non ci permetteva di vivere e sostenere le spese della quotidianità».

Poi basta un cappello per trasformare la giornata: «Mi sono ritrovato in mano una bombetta in cartone pressato, sulla quale ho iniziato a disegnare ed incidere forme geometriche» spiega Andrea. Forme che richiamano il suo percorso scultoreo: «Ho iniziato quasi per gioco e sono partito a produrne un pezzo dopo l’altro, collaborando con artisti e artigiani dal mondo – continua -. Dai tessuti decorati a mano alle fibbie argentee indiane, animaletti scolpiti e colorati uno per uno, provenienti da una cooperativa sociale del Nicaragua». E Maddalena li indossa orgogliosa: uccellini fantasiosi, piume e fiori, animali e oggetti, addirittura delle mini lampade su cerchietti realizzati ad hoc per il Salone del Mobile: «Abbiamo iniziato da pochi mesi, questa attività ci diverte e ci sta portando i primi frutti e le prime presenze in concept di arte e moda: puntiamo al made in Italy, in un’unione “alternativa” tra un oggetto che ha un utilità specifica come un cappello o un cerchietto e un prodotto prettamente artistico». Ossia: «Vogliamo reinventare il concetto di accessorio, utilizzandolo come una tela bianca su cui esprimere la nostra creatività e personalità».

Con dei principi alla base: «Si parte del packaging ecosostenibile, e poi tantissima ricerca: siamo dei grandi viaggiatori e un tour attraverso la Persia recentemente ci ha fatto scoprire la bellezza di quel mondo raccontato solo per metà: qui abbiamo trovato filati meravigliosi e coloratissimi, tessuti dalle fantasie originali, che saranno la base della nostra nuova collezione». Lane mutilcolori, tessuti dai sapori lontani: «Che per noi però profumano di Bergamo, città che amiamo e in cui vogliamo partire con questo progetto».

Ma non solo: «Stiamo studiando l’arte del cappellaio, per diventare autonomi nella produzione. E poi saremo girovaghi, artisti itineranti: analogamente allo street-food, Emmevi proporrà la street-fashion». E per concretizzare questo progetto hanno un nuovo compagno di viaggio, Ercole: «La nostra bottega errante, un Wolkswagen T3 che stiamo restaurando e che ci porterà in giro per il mondo». Alla scoperta di nuove realtà artigiane, storie, colori e profumi da far rivivere nel loro progetto, e per portare i loro copricapi in più città possibili. Con ottimismo: «Scopriamo la nostra arte nella moda» commenta Maddalena, ora impegnata in una collezione di accessori all’insegna della frutta e della verdura, per Expo: «Siamo artigiani, crediamo fortemente nel made in Italy: le stesse basi dei nostri cerchietti arrivano da un laboratorio bergamasco, sono ricoperti in lycra anallergica ed impreziositi dal nostro lavoro». Anche se più che artisti vogliono essere artigiani: «Cappellai, per una favola moderna».

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