Le fastidiose punture di zecca
Ecco cosa fare per difendersi

I consigli dell’Ats. Per la sua rimozione è importante indossare un paio di guanti e utilizzare una pinzetta.

Le zecche possono rappresentare un problema di salute per l’uomo soprattutto nei mesi compresi fra aprile e ottobre, periodo in cui, in luoghi ricchi di vegetazione erbosa ed arbustiva, è più frequente cadere vittima della «puntura da zecca». Non tutte le zecche sono necessariamente infette è però opportuno adottare alcune misure preventive quando ci si reca in aree potenzialmente infestate, come prati e boschi, evitando problematiche di tipo sanitario: in particolare è consigliabile indossare abbigliamento e calzature idonee, che coprano il più possibile, preferendo colori chiari, che attraggono meno le zecche e facilitano la loro eventuale individuazione ed utilizzare repellenti a base di permetrina, da spruzzare sugli indumenti e sugli zaini, seguendo le indicazioni riportate sui prodotti.

Per chi viaggia in compagnia di animali domestici è essenziale che gli stessi siano stati trattati, prima dell’escursione, con sostanze acaro-repellenti, infatti, se non adeguatamente protetti, cani e gatti possono diventare ospiti «amplificatori» favorendo la riproduzione delle zecche e la loro diffusione presso le abitazioni.

È importante adottare le corrette precauzioni sia non addentrandosi nelle zone in cui l’erba è alta sia evitando di depositare lo zaino, ed il proprio equipaggiamento, in prossimità di cespugli o dove l’erba è alta poiché il rischio di infestazione è maggiore. Al rientro da un’escursione, è buona abitudine spazzolare gli indumenti e gli zaini prima di lavarli adeguatamente, esaminando le parti del proprio corpo, con particolare attenzione a gambe, collo e testa ed effettuando una doccia entro e non oltre le due ore dal rientro.

«Ad oggi nella provincia di Bergamo – precisa la dottoressa Livia Trezzi, medico e responsabile del servizio epidemiologia malattie infettive dell’Ats Bergamo - non ci sono evidenze di malattie infettive riconducibili alle zecche. Per quanto riguarda la profilassi vaccinale al momento in Italia è disponibile solo il vaccino contro l’encefalite da zecca (TBE), che è consigliato a chi ha esposizioni professionali (guardiacaccia, guardie forestali, etc.) o agli escursionisti che si recano in zone a rischio (Paesi asiatici, europei, zone di confine come Trentino, Veneto, Friuli)».

Riconoscere una zecca non è difficile: essa appare sulla cute come un corpuscolo scuro o come una piccola crosta: l’uso di una lente di ingrandimento può facilitarne il riconoscimento anche se è sempre meglio farsi aiutare da un’altra persona per il controllo delle cute in zone di difficile ispezione. Per la sua rimozione è importante indossare un paio di guanti, utilizzando una pinzetta al fine di tirare delicatamente la zecca evitando di schiacciarla. Dopo aver verificato, con una lente d’ingrandimento, che l’esemplare sia stato estratto completamente, è fondamentale lavare, con acqua e sapone, sia le mani che la ferita, provvedendo successivamente a disinfettarla. Dopo la rimozione della zecca è importante informare il proprio Medico curante monitorando per un periodo di circa 30-40 giorni il proprio corpo e l’eventuale comparsa di segni e sintomi di infezione. Per informazioni www.ats-bg.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA