«Mamma, mi mancano i miei amici»

Questo spazio è dedicato ai lettori che ci hanno scritto per condividere i loro sentimenti, i progetti nei momenti di isolamento forzato per combattere il coronavirus.

Questo spazio è dedicato ai lettori che ci hanno scritto per condividere i loro sentimenti, i progetti nei momenti di isolamento forzato per combattere il coronavirus.

Tra i più penalizzati dall’emergenza in corso ci sono certamente i bambini più piccoli, che non sanno cogliere in pieno i motivi dello stop alle loro attività di socializzazione.

“La Banda degli amici”

Sono Francesca, mi piacerebbe che qualcuno si interessasse di un’importante questione: il futuro dei nostri bimbi. Come ci organizzeremo noi genitori con la fase 2? Chi si occuperà di loro? Cosa ne sarà del micronido “La Banda degli Amici” tanto amato dai nostri bambini ?

Mi permetto di inviare il punto di vista della mia bambina, mi permetto di fare una riflessione e di dar voce a molte famiglie...

Una lettera: il sogno

Stanotte la mia bimba di due anni e mezzo ha sognato Angi & Ale, la Banda! Mentre me lo racconta, guardandomi negli... occhi mi dice: «Mamma, io voglio la mia banda» e facendomi col ditino indice «no no...», aggiunge: «...è vero, io non posso andare alla banda perché c’è un brutto e cattivo virus e io e tutta la banda dobbiamo stare a casa. Vero? Ora non si può, vero? Quando posso mamma?». E conclude dicendomi: «Mamma io sono stufa di te..., ti voglio bene ma posso... i miei amici?”

Spiegare in poche parole cosa rappresenta la Banda degli Amici per la nostra famiglia, non è semplice. Ci sarebbero molte cose da dire, ma soprattutto emozioni, sensazioni, odori, sorrisi, abbracci che non si possono tradurre in parole. La nostra piccola, il suo racconto, credo abbiano reso l’idea.

Il bisogno di stare insieme ai suoi amici, alle sue educatrici è enorme. La banda è la nostra seconda famiglia: un luogo accogliente, sicuro, bello, rassicurante, gioioso!

Abbiamo scelto la banda, voluta fortemente per la nostra bambina e pensiamo che Bergamo non possa farne a meno. È un’eccellenza per la nostra città, un punto di riferimento! Vogliamo che la Banda degli Amici continui a vivere per molto, molto tempo. Grazie ragazze per l’amore che ci trasmettete! Vi vogliamo bene!
Mamma Franci e papà Marco

Una riflessione

Se i nostri bimbi potessero scrivere una lettera, scriverebbero ad unisono: «ci manca il nostro nido!».

Inizio così, perché solo noi genitori possiamo capire quanta nostalgia provano i nostri figli pensando al loro nido. Un luogo pieno di dolcezza e di sorrisi. A loro mancano le buone abitudini, la ritualità, gli abbracci tra amici, le letture in cerchio, i colori tra le mani.

Il nido è il luogo per eccellenza del prendersi cura dell’altro, delle prime scoperte, delle prime interazioni, dei primi litigi. Imparano a convivere, ad amare, a condividere. Insieme è più bello! Dormire con gli amici, mangiare con gli amici, giocare con gli amici...

La scelta del nido per molti genitori è un bisogno legato al lavoro..., spesso femminile. Da donna dico che è stata una conquista: permettere alla donna di scegliere di lavorare, studiare e realizzare i propri sogni.

Da educatrice e da mamma mi piace parlare di “scelta nella fiducia”. Di solito sono le donne a gestire il nido, imprenditrici che scelgono di intraprendere un percorso fatto di studi, creatività, ricerca, ma soprattutto fatto d’amore e di passione! Certamente non è una scelta economica ma una missione.

Per entrambi, genitori ed educatrici, scegliere un nido, vuol dire credere nel valore pedagogico, educativo, vuol dire stringere un patto. Singolarmente, ognuno di noi attribuisce grande valore al servizio educativo della primissima infanzia ma concretamente, come società, non siamo pronti a farcene carico. Ad attribuirne un vero valore. Non siamo pronti a mettere al primo posto i bisogni delle famiglie, dei genitori, i bisogni delle donne e dei nostri piccoli... figuriamoci quelli di una donna che oltre ad essere mamma ha il sogno di essere imprenditrice nell’abito educativo.

Eppure... tutti i giorni, prima dell’arrivo di questo terribile virus, molte donne si svegliavano pensando a cosa poter fare di “bello” per i cuccioli del nido (un libro, un gioco, un’attività manuale..) e credendo di poter contribuire alla crescita educativa dei più piccoli. A marzo, i nostri bimbi hanno appreso in modo traumatico che non avrebbero più messo piede alla “Banda degli Amici”, non hanno potuto salutare le loro educatrici, i loro amici... e forse a settembre inizieranno una nuova avventura, presso la scuola dell’infanzia, senza aver neppure detto ”ciao”...

I nostri bimbi stanno elaborando una perdita: di notte tornano nel lettone, piangono, strillano, sono arrabbiati. Questo è il modo di comunicare dei bambini, questo è il loro modo per dire: «mi manca Banda, mi mancano i miei amici!».

Ora il Paese tornerà lentamente a vivere, riprenderanno le attività, riprenderanno gli spostamenti... tutti torneranno ad una parziale “normalità” tutti... tranne i bambini!
Francesca Campo

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