«La vita ci ha colto impreparati»

Questo spazio è dedicato ai lettori che ci scrivono per condividere i loro sentimenti, i progetti in questo momento di isolamento forzato per combattere il coronavirus. Scrivete al nostro indirizzo email: [email protected] oppure attraverso la pagina Facebook de L’Eco di Bergamo.

Diamo spazio, qui e sul giornale, ai lettori che vogliono condividere sentimenti e progetti in questo momento di isolamento. Scrivete al nostro indirizzo email: [email protected] oppure attraverso la pagina Facebook de L’Eco di Bergamo. Le foto di bambini: è importante che nella mail entrambi i genitori autorizzino la pubblicazione dell’immagine.
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IL VIDEO: La Bergamo che non avete mai visto: una città che lotta in silenzio
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Continuiamo a pubblicare lettere, messaggi e testimonianze che arrivano alla nostra redazione in queste settimane segnate dall’emergenza.

La vita ci ha colto impreparati, mai avremmo pensato di dover vivere un evento memorabile così duro, colmo di dolore e preoccupazioni.

Assistiamo impotenti al dramma di numerose famiglie provate dalla perdita di persone care, costrette nella solitudine più triste per il giusto e necessario rispetto delle norme di sicurezza. Chiusi nelle proprie case, ma uniti dalla vicinanza della preghiera, soffriamo insieme nella commozione e nel pianto.

Bergamo prega e piange, china la testa e si inginocchia al passaggio della processione degli automezzi dell’Esercito che trasportano i nostri cittadini che ci hanno lasciato: i nostri morti.

Cerchiamo conforto nella consapevolezza di avere i combattenti in prima linea:

che mangiano in piedi a malo modo,

che dormono poco e a volte seduti,

che mancano da casa perché la loro residenza è diventata l’ospedale,

che portano i segni della mascherina sul volto,

che sono fradici di sudore sotto la vestizione protettiva.

Sono quelli che rischiano la vita per salvarne altre, che vogliono bene ai colleghi e non li lasciano soli, quelli che ringraziano infermieri e infermiere e si dispiacciono di saperli mamme e papà assenti dai loro bambini, ma non possono farne a meno.

Sono quelli che versano lacrime veloci quando qualcuno non ce la fa, quelli che le asciugano in fretta per non perdere tempo e aiutare subito altri ammalati. Sono quelli che da un pensiero veloce ai propri affetti più cari, raccolgono la forza per continuare pur nel rischio totale.

Questi sono i nostri medici, infermieri, operatori sanitari, la protezione civile, gli alpini, i nostri volontari e tutte le persone esposte che si sono ammalate per aiutare.

Il nostro grazie sembra tanto piccolo di fronte al rischio, ai sacrifici, al loro impegno e disponibilità. Senza di Voi saremmo soli, smarriti e persi. Grazie.

È una foto inviataci da alcuni medici, infermieri, operatori sanitari di Ponte San Pietro. Con questa dedica: «Covid19... Le cose belle! E poi... Oltre la paura, l’angoscia, la rabbia, le lacrime, i silenzi, c’è il traguardo! Loro hanno vinto! Noi abbiamo vinto! Perché la gente che non molla siamo noi!»

Dallo Staff Ortopedia-covid19 del Policlinico San Pietro

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