Ancora grave l’uomo ferito dal padre
Colpito alla testa da un calibro 22

Restano molto gravi le condizioni di E. P., l’uomo di 33 anni raggiunto da un colpo di carabina, sabato all’alba, sparato dal padre P. P., durante una battuta di caccia fuori stagione in località Tassodine, sulle colline dietro Villa d’Adda.

Il trentatreenne resta ricoverato nel reparto di Terapia intensiva della Neurochirurgia dell’ospedale Manzoni di Lecco, dove i medici non si sbilanciano sulle sue possibilità di ripresa. Il proiettile della carabina calibro 22, regolarmente denunciata dal genitore, in possesso anche del porto d’armi (fucile e licenza gli sono poi stati ritirati), lo ha raggiunto alla testa, all’altezza di un orecchio: il colpo – hanno stabilito i carabineri durante i rilievi – è stato esploso da una distanza di circa 50 metri. La dinamica dei fatti è abbastanza chiara e non lascia alcun dubbio: il padre, di 58 anni, si trovava in una postazione fissa, all’interno di un’area privata di proprietà di un loro parente, ed era impegnato, assieme ai due figli, nella caccia al tasso. Attività vietata non soltanto in questo periodo dell’anno, con la caccia chiusa, ma tutto l’anno, visto che il tasso, dalla fine degli Anni Settanta, non è più cacciabile in Italia. Anche la carabina è un tipo di arma che non può essere utilizzata per la caccia: come mai allora padre e figli erano impegnati in questa attività? Forse – è l’ipotesi al vaglio degli inquirenti – volevano liberare dai tassi l’area in località Tassodine, dove sorgono numerosi vigneti, probabilmente «attaccati» da quella specie animale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA