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Per raccontare le donne senza pregiudizi e retorica serve una “Ballata per sante streghe e belle dame”

Articolo. Il videoracconto in onda sabato 6 marzo su Bergamo Tv. Dal Medioevo al presente, un percorso su come è cambiata la considerazione del femminile nei secoli. E su come siano state proprio le donne a provocare il cambiamento, partendo da una scrittrice professionista italo-francese nel 1400

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Christine de Pizan è stata una scrittrice, poetessa, storica, filosofa e italiana naturalizzata francese, che ha vissuto tra Italia e Francia nel Trecento-Quattrocento. In queste settimane ne abbiamo parlato diverse volte, sia approfondendo la sua figura, sia ad esempio intervistando Silvia Ballestra, che su di lei ha scritto un libro per bambini.

Donna fiera e infaticabile, Christine è considerata la prima scrittrice femminile professionista, ma fu anche un’imprenditrice ante-litteram, gestendo uno Scriptorium nel quale riproduceva libri miniati molto apprezzati. Ma la sua opera più importante è forse la “Città delle Dame”, in cui elencava vite di donne virtuose e importanti nella storia dell’umanità fino a quel momento.

Il libro arrivata in risposta alle opere di Boccaccio (“De mulieribus claris”) e di Jean de Meun (il “Roman de la rose”) che vedevano le donne come esseri viziosi per natura. Insomma era una sorta di femminista prima del tempo ed è da lei e dal suo libro più famoso che Silvia Barbieri e Daniela Taiocchi hanno trovato l’ispirazione per “Ballata per sante streghe e belle dame”. Un videoracconto in onda sabato 6 marzo alle 21 su Bergamo Tv (replica il 7 marzo alle 14.30).

Nel viaggio attraverso il tempo Simona Befani ci porterà ad incontrare Christine de Pizan (interpretata da Francesca Toselli); inoltre alcuni stralci di pensiero della scrittrice italo-francese saranno raccontati da Micaela Carrara e Paola Abrate. Mentre in diverse location della città – fra cui lo splendido castello di Valverde – oltre 50 donne-narratrici racconteranno le figure di donne che nei secoli hanno fatto evolvere la vita femminile.

I testi scelti costruiranno infatti un percorso sulla considerazione della donna nei secoli, dal Medioevo al presente, passando per il Rinascimento e le altre epoche. Guardare la Storia dal punto di vista femminile significa parlare di condanne, pregiudizi, limitazioni, stereotipi e di tutte le manifestazioni del patriarcato. Ma anche dell’evoluzione nel tempo di una parte fondamentale della nostra società, intanto che le battaglie da fare sono ancora tante e le conquiste per un’uguaglianza effettiva non ancora del tutto ottenute.

Le donne ritenute streghe e le ricercatrici dell’ospedale Spallanzani, che sono state le prime ad isolare il coronavirus, un team tutto al femminile di cui ci ricorderemo per lungo tempo: Francesca Colavita, molisana e ricercatrice precaria, Concetta Castilletti ricercatrice siciliana e la virologa d’origine napoletana Maria Rosaria Capobianchi.

Senza dimenticare le donne imprenditrici come Sabina Belli, CEO di Pomellato, che nel 2018 ha pubblicato “D come donna, C come CEO. Dizionario di leadership al femminile”. Un libro di successo, che ha fatto molto discutere, un bilancio dei suoi trentacinque anni nel settore dei brand di lusso (Bulgari, Christian Dior Parfums, Moët Hennessy), intanto che meno del cinque per cento degli amministratori delegati al mondo è donna.

Dal libro è derivata una “Guida per ragazze toste”, un decalogo che verrà letto durante la “Ballata”: prevedere e anticipare, usare le buone maniere, pensare in grande, prendersi cura di sé, contare su chi ti vuole bene e via dicendo. Una serie di suggerimenti scritti da una donna che ha mostrato il proprio valore: non tutte dobbiamo diventare CEO di una grande azienda, basta che proviamo a raggiungere ogni giorno la nostra felicità.

Insomma, quelle raccontate dalle donne protagoniste del videoracconto saranno testimonianze di coraggio, ribellione, imprevedibilità e creatività. Donne che hanno fatto la Storia, e magari anche solo con un piccolo gesto sono riuscite a migliorare il loro tempo e il futuro e per questo vengono ricordate. Nella sua “Città delle Dame” Christine de Pizan spiega l’importanza del valore dello studio, invita a essere forti, a uscire dagli stereotipi sessuali e a far sentire la propria voce nel mondo.

Proprio come fa la scrittrice americana Rebecca Solnit, di cui verrà letto “Gli uomini mi spiegano le cose”, un racconto sulla tendenza maschile a saperne di più, anche quando magari la donna che hanno davanti è una specialista della materia di cui si sta parlando.

Quelli di Belli, Solnit e di altre donne che incontreremo durante la “Ballata” sono consigli ed esempi che danno il loro contributo a quella battaglia che vede coinvolte tutte le donne: superare le disuguaglianze sociali, quelle lavorative e famigliari; così come la violenza di genere, che ha nelle donne (ma non solo) le principali vittime. Le giovani donne oggi spesso sono attente, coscienziose, veloci, curiose. Lavorano e studiano se non possono permettersi di studiare e basta; le statistiche dicono che le ragazze italiane vanno meglio a scuola e all’università rispetto ai loro coetanei.

I pregiudizi che le vedono “poco portate” in certe materie ci sono ancora. I retaggi culturali che le inchiodano davanti alla solita scelta “carriera o famiglia” non mancano. Così come l’orrendo pregiudizio per il quale se una donna vestita con una gonna corta viene stuprata allora “se l’è cercata”. Tutto ciò è ancora presente nella nostra società ed è anche per questo motivo che ci sarà la “Ballata per sante streghe e belle dame”, anticipata da una manciata di interviste su Eppen ad alcune delle protagoniste.

Christine de Pizan non era una ribelle, attraverso la sua opera cercava semplicemente la dignità, sua e quella di tutte le donne. E se Maria Rosaria, Concetta e Francesca nel Medioevo forse sarebbero state chiamate “streghe”, oggi sono ricercatrici, hanno un ruolo fondamentale nel nostro tempo pandemico e sono eccellenze del nostro Paese. La loro e quella di tutte le donne è soprattutto una questione di dignità. Vivere ed essere stimate non perché si è donna, ma perché a ognuna viene riconosciuta ciò che sa fare: isolare un virus tanto quando pulire alla perfezione la propria casa. Lungo la nostra Storia ci sono molte donne che possono insegnarci qualcosa. Seguiamole: siamo anche noi sante e streghe, ma soprattutto siamo belle dame. Tutte.

“Ballata per sante streghe e belle dame” viene matrocinato da Erbacce e WikiDonne (a questo link e a quest’altro le interviste a loro) e patrocinato da Parlamento europeo, Comune di Bergamo e Provincia di Bergamo. Con il sostegno di Centro Porsche Bergamo e Piazzalunga srl. I partner tecnici sono invece MEWE e Centro Estetico LeRouge.

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