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Ceppo di Grè, pietra fuoriclasse per sostenibilità e innovazione

Articolo. Utilizzata in tutto il mondo, la pietra viene estratta a pochi chilometri da Lovere con una produzione attenta all’ambiente, all’economia circolare e all’innovazione. Scopriamo in questo articolo l’unicità di questo materiale protagonista anche di un importante progetto europeo

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Anima Liquida_ Giorgio Rava Studio

Sembra impossibile che tutto sia partito da una serie continua di grandi frane che, nel Pleistocene, si sono accumulate una sull’altra. Eppure il Ceppo di Grè si è formato proprio così, per l’accumulo di depositi sovrapposti di detriti caotici di frana. I detriti, irregolari per dimensioni e forma, molto spigolosi e disomogenei, provenivano dalle pendici del monte Clemo, costituito da Dolomia Principale triassica (una bella roccia grigia stratificata) e caratterizzato da una fortissima instabilità di versante.

I detriti, grazie a processi di cementazione naturale che li hanno saldati tra loro, si sono nel tempo trasformati in roccia. Una caratteristica determinante di questa roccia è infatti l’eccellente grado di cementazione, legato a processi di precipitazione chimica. Così l’ammasso di detriti sciolti si è trasformato in roccia compatta, al punto che si può estrarre in blocchi e lavorare in lastre, conci ed altri elementi sagomati. Il colore e la composizione della roccia sono quelli della dolomia che costituisce l’ossatura del monte Clemo: grigio chiaro con tonalità tendenti all’azzurro. Il cemento, di natura calcarea, è di colore grigio chiaro. Nel complesso la roccia è grigia con variazioni tono su tono molto apprezzate dai progettisti e dal settore.

Il Ceppo di Grè si estrae dal 1896 nella località di Grè, in riva al Lago d’Iseo, a pochi chilometri da Lovere. Originariamente il fronte cava era proprio la roccia affiorante dall’acqua e il trasporto della pietra avveniva con chiatte fino alla ferrovia all’estremo meridionale del lago. Col tempo il fronte cava è arretrato alle spalle della provinciale rivierasca ed è stato lavorato a cielo aperto fino al 1993 , quando – con una scelta imprenditoriale lungimirante e grazie al supporto tecnico del Politecnico di Torino, massimo specialista degli cavi in sotterraneo – si è deciso di intraprendere l’estrazione in galleria per coltivare al meglio il giacimento, raggiungendone il cuore, e contemporaneamente limitare le interferenze con le attività turistiche e ricettive dell’alto Sebino.

Oggi, a trent’anni dall’inizio della coltivazione in sotterraneo, la cava in galleria appare come un affascinante paesaggio scolpito di vuoti e pieni in equilibrio, ritmicamente scanditi dalla geometria seriale e perfettamente squadrata. Uno scenario che trasmette una sensazione di ordine e costanza alla coltivazione di un giacimento che invece, tessituralmente, è caratterizzato da variabili e imprevedibili disegni.
La coltivazione infatti avviene lungo corridoi paralleli e perpendicolari che risulta in un reticolo a maglia regolare che alterna robusti e pieni pilastri a camere vuote, in corrispondenza della materia escavata.

Il Ceppo di Grè è una pietra ornamentale che, da un punto di vista tecnico, ha due pregi determinanti: è molto versatile quanto a lavorabilità e al contempo è anche molto durevole quanto ad applicazioni. Impiegata storicamente come pietra da costruzione per realizzare murature in conci squadrati, sagomati o irregolari – di cui il palazzo della Banca d’Italia a Bergamo è forse l’esempio più sorprendente con il suo aguzzo bugnato a diamante, inalterato da oltre un secolo –, con l’avvento del cemento armato ha trovato la sua espressione ideale nei rivestimenti verticali, soprattutto in esterno grazie alla sorprendente resistenza agli agenti atmosferici. In tempi più recenti, si aggiunge l’impiego per interni, sia per pavimentazioni sia per complementi d’arredo come piani cucina e elementi decorativi per show-room, hotellerie, negozi, oltre a oggetti di design.

Tra le realizzazioni più importanti, si ricordano i numerosi edifici creati in tutta Italia tra gli anni ’20 e gli anni ’40 – tra cui quelli del centro di Bergamo, Milano, Brescia, Mantova – e i rivestimenti verticali realizzati nei decenni successivi su palazzi in Italia e in Europa, soprattutto in Germania che annovera il Ceppo di Grè tra le pietre italiane più apprezzate. L’utilizzo del Ceppo di Grè per rivestimenti verticali esterni è molto diffuso sia con lastre incollate con adesivo sia con lastre fissate con ancoraggio meccanico in applicazioni a parete ventilata, anche come pannelli alleggeriti.

Sono diversi i progetti con pareti ventilate realizzate con il Ceppo di Grè che hanno vinto premi internazionali. Ad esempio spiccano il cimitero di Sovere, che nel 1994 ha vinto il «Marble Architectural Award», l’edificio della Bocconi a Milano che nel 2008 è stato premiato come edificio dell’anno al «Festival Internazionale dell’Architettura» (WAF Building of the Year) e il Museo Gallo-Romano in Belgio che, nel 2011, ha ricevuto il «Premio Migliore Museo Europeo dell’Anno».

Il Ceppo di Grè è utilizzato non solo in Italia e in Europa, ma in tutto il mondo, dalla Corea del Sud all’Indonesia. La città di Bergamo, forse più di altre, offre la possibilità di ammirarne molteplici impieghi lungo un percorso urbano che non è solo geografico, ma anche temporale, poiché abbraccia un secolo abbondante di realizzazioni e permette di ripercorrere anche l’evoluzione delle tecniche di lavorazione della pietra, dalla pura artigianalità di inizio secolo XX all’alta tecnologia contemporanea. Per una interessante ed inconsueta passeggiata alla scoperta dell’utilizzo, diffusissimo, del Ceppo di Grè, è possibile consultare la mappa interattiva appositamente creata e disponibile nell’archivio del patrimonio dell’Ateneo di Scienze Lettere ed Arti di Bergamo.

Nel panorama globale delle pietre ornamentali, un elemento distintivo del Ceppo di Grè è l’attenzione ai temi della sostenibilità e dell’innovazione, già quando questi temi non erano così alla ribalta. Oltre all’estrazione, passata in sotterraneo, sempre in ottica di sostenibilità si inquadrano le scelte di filiera corta e del riutilizzo degli scarti attraverso la produzione di «Aggloceppo», un conglomerato cementizio sintetico prodotto mediante un processo esclusivo utilizzando gli sterili di cava (blocchi informi o con tessiture incompatibili alla commercializzazione), frantumati, vagliati e ricomposti artificialmente con un legante cementizio industriale.

Inoltre, degno di menzione è la partecipazione del Ceppo di Grè al prestigioso progetto europeo «Dig_IT - A human-centred Internet of Things platform for the sustainable digital mine of the future». Si tratta di un progetto finanziato da «Horizon 2020» che si prefigge di rispondere alle esigenze dell’industria mineraria di progredire verso un uso sostenibile delle risorse, mantenendo le persone e l’ambiente in cima alle loro priorità. Per raggiungere questo obiettivo, il piano propone la combinazione della competenza tecnica delle aziende estrattive, della tecnologia di processo e della digitalizzazione attraverso lo sviluppo di una piattaforma intelligente di «Industrial Internet of Things (IIoTp)», che migliorerà l’efficienza e la sostenibilità delle operazioni minerarie collegando sistemi informatici e fisici. La piattaforma è strutturata per raccogliere dati da sensori a tre livelli: uomo, beni, ambiente e incorporerà anche dati storici e di mercato in tempo reale.

Al progetto partecipano 16 partner, tra cui enti di ricerca, aziende di servizi digitali e informatici, e 5 siti estrattivi. La cava del Ceppo di Grè è l’unico partner afferente al mondo della pietra naturale, mentre gli altri 4, di cui 2 finlandesi, 1 norvegese e 1 spagnolo, sono miniere per l’estrazione di metalli come tungsteno, stagno, titanio, cromo, ferro, rame. Con un orizzonte di quattro anni dopo la fine del progetto, fissata per aprile 2024, l’impatto di «Dig_IT» sull’industria mineraria europea, ma anche sulla società stessa, potrà essere sintetizzato evidenziando quattro risultati chiave. Il primo sarà l’aumento dell’efficienza mineraria, quantificato in una percentuale del 17%. Il secondo sarà l’aumento della resa delle macchine e della produzione, quantificati rispettivamente nel 20% e nel 18%. Il terzo sarà la riduzione del 19% delle emissioni di anidride carbonica. Infine, il quarto risultato sarà la creazione di circa 310 nuovi posti di lavoro.
Dal trasferimento in galleria, avvenuto 30 anni fa, il Ceppo di Grè continua il suo viaggio visionario verso il futuro, anche questa volta in anticipo sui tempi.

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