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«Integrazione Film Festival» diventa maggiorenne e si trasforma «in quello che è»

Articolo. Torna anche quest’anno a Bergamo «IFF - Integrazione Film Festival», il concorso cinematografico dedicato a identità, inclusione e intercultura. Da martedì 14 a sabato 18 maggio, al cinema Lo Schermo Bianco e negli spazi del polo culturale Daste, in programma 18 titoli in anteprima per la città, di cui alcuni in anteprima nazionale, e nove eventi collaterali. Il tema di questa edizione la metamorfosi

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In una goccia, Valeria Weerasinghe

Diciotto candeline per «IFF - Integrazione Film Festival», il progetto della Cooperativa Impresa Sociale Ruah in collaborazione con Lab 80 film, che – come ogni anno dal 2007 – porta a Bergamo produzioni cinematografiche da tutto il mondo per raccontare le trasformazioni del nostro tempo. Il filo rosso che legherà i 16 film in concorso quest’anno è proprio il tema della metamorfosi: tanti i linguaggi sperimentati durante la XVIII edizione di «IFF» così come molteplici i livelli di profondità da scoprire in ogni storia che verrà proiettata.

Lo dimostrerà il film d’apertura e fresco di David di Donatello: «Io capitano» di Matteo Garrone. La proiezione, fuori concorso, sarà martedì 14 maggio, alla presenza degli attori protagonisti, Seydou Sarr e Moustapha Fall, che dialogheranno con il pubblico. L’odissea da Dakar all’Europa, rappresentata nel film, è la stessa vissuta ogni giorno da chi si mette in cammino, attraverso il deserto, gli orrori dei lager libici e i pericoli del mare, per un futuro migliore. Si comincia quindi con una storia vera e sentita, in grado di raccontare un fenomeno attuale da una prospettiva diversa, attraverso lo sguardo del cinema.

Questa è d’altronde la cifra caratteristica di tutta la rassegna cinematografica di «IFF» che, con una maturità nuova, proporrà non solo i “classici” film a cui siamo abituati per affrontare tematiche complesse, ma anche nuove forme di racconto. L’obiettivo è quello di avvicinare anche chi è «poco abituato alla sala cinematografica», come spiega Sergio Visinoni di Lab80 film, impegnato a rendere Lo Schermo Bianco ancora più inclusivo e interculturale.

È questo il caso di film come «Travessia» di Alexandre De Freitas Maciel, in anteprima nazionale il 15 maggio: uno spettacolo di danza contemporanea che ripercorrerà la storia della diaspora nera in Brasile fino ai giorni nostri. Nello stesso giorno, anche «La voce di chi non ha voce» di Andrea Fantino: un documentario sul viaggio compiuto dal CoroMoro, il coro composto da richiedenti asilo africani che cantano nel dialetto piemontese delle Valli di Lanzo, un vero e proprio laboratorio di integrazione e coesistenza.

Cambiano i linguaggi, ma l’intento delle proiezioni di «IFF» è lo stesso: «sia guidare il pubblico verso nuovi punti di vista, connessioni e punti di incontro, sia esplorare dinamiche socio-culturali emergenti», usando le parole con cui Daniela Meridda descrive la missione della Cooperativa Ruah, di cui è Presidente. Per fare questo, le strade sono diverse e proprio così riaffiora il tema della metamorfosi, intesa da Amir Ra, Direttore artistico di «Integrazione Film Festival», «come cambiamento, evoluzione delle sensibilità artistiche, mutazione nei modi di raccontare le storie usando il cinema come mezzo». Ecco allora spiegata una delle principali novità del palinsesto «IFF» di quest’anno: i film d’animazione.

«L’animazione sta diventando il medium privilegiato dagli autori di documentari per la capacità di descrivere la realtà e le sue contraddizioni con una potenza espressiva e subliminale cui non può giungere il cinema “dal vero”» spiega Eric Rittatore, esperto e critico del settore. «L’animazione riesce a superare le difese inconsce della psiche umana e a colpire direttamente la mente e il cuore dello spettatore, aggirando censure e pregiudizi e trasmettendo i più complessi messaggi, principi e idee».

Così, ad esempio, il documentario animato di Daphna Awadish Golan, «Swimming with wings», previsto il 16 maggio, esplorerà l’esperienza migratoria attraverso gli occhi di una bambina israeliana emigrata nei Paesi Bassi. Proprio i più piccoli sono coloro che riescono ad assorbire meglio l’essenza dell’animazione, «non pretendendo di capirla e ridurla ai propri steccati mentali, bensì incamerandone la bellezza come sementi da far germogliare in futuro» spiega Rittatore, che nello stesso giorno terrà un workshop dedicato alle scuole.

Il 17 maggio sarà il turno di «In una goccia» di Valeria Weerasinghe: la vicenda di una giovane ragazza, divisa tra due culture, che riscoprirà le sue radici in una giungla immaginaria. «I corti animati in programma a “IFF” – conclude l’esperto – oltre a offrire un’esauriente selezione di tecniche e stili differenti, dalla stop motion al disegno animato, e analizzare, da una pluralità di punti di vista, temi attualissimi come l’identità, lo sradicamento e le sfide del multiculturalismo, si allineano perfettamente al focus del Festival, che è anche una delle caratteristiche intrinseche dell’animazione: la metamorfosi».

Oltre ai film d’animazione, durante l’«Integrazione Film Festival ci saranno anche anteprime nazionali, come «Todo Va Bien» di Adrian Ordonez che metterà in scena le difficoltà di Rachid, giovane marocchino sopravvissuto in un centro di accoglienza e in lotta per il suo sogno spagnolo. Oppure «A tropical boy» di Lee Jihyeong: il corto sulle domande più profonde di Hano – un quattordicenne proveniente da una famiglia multiculturale e bersagliato dai bulli della classe – che si chiede chi sia e che cosa voglia diventare. Una “metamorfosi” quindi che in questi casi diventa “trasformazione” verso ciò che si è davvero: «come in natura il bruco diventa farfalla, noi possiamo passare da non avere un’identità definitiva alla consapevolezza piena di chi siamo, da dove veniamo e cosa vogliamo essere» sottolinea Marzia Marchesi, Assessora alla Pace del Comune di Bergamo.

Mutevolezza, identità e (inter)cultura si alterneranno a storie di migrazioni e integrazioni. Il filo rosso continuerà così a colorare i giorni del Festival, toccando o sfiorando i film in gara, ma anche «Due fratelli» di Léonor Seraille , fuori concorso insieme a «Io Capitano». La proiezione, aperta al pubblico, sarà dedicata alla collaborazione con l’Università degli Studi di Bergamo, che prevede l’assegnazione della Menzione Speciale UniBg “Inclusione delle diversità” a uno dei film in gara.

Nuove possibilità narrative saranno offerte anche dai nove eventi collaterali previsti durante l’«Integrazione Film Festival», a cominciare, martedì 14, dall’inaugurazione allo Spazio Eventi con il concerto di Sidy Casse, in arte E.D.A, artista afro italiano di origine senegalese. Giovedì 16, nello Spazio espositivo Stecca, verrà inaugurata la mostra «DINNER PARTY – Una tavola di illustrazioni e culture intrecciate» di Valeria Weerasinghe, illustratrice, regista e curatrice italo-srilankese. Venerdì 17, l’autore di origini tunisine Mohamed Maalel presenterà il suo romanzo «Baba», una lunga lettera a un padre a cui non ci si è potuti mostrare fino in fondo per quello che si è. Infine, sabato 18, il gran finale: dalle 10 alle 12 ci sarà la passeggiata interculturale Migrantour, con i registi e le registe del Festival; alle 18, il reading di poesie e musica con la scrittrice marocchina Wissal Houbabi; alle 22.30, la tanto attesa premiazione dei vincitori della XVIII edizione di «IFF». Due le sezioni del concorso: Miglior Cortometraggio e Miglior Documentario, a cui si aggiungeranno, oltre alla Menzione Speciale UniBg, la Menzione Speciale Basso Sebino, la Menzione Speciale della Giuria, Premio Pubblico e Premio assegnato dalla redazione di Hot Corn. A seguire, dj set dell’artista italo marocchina SMIYYA, alias Samira Naamane.

In linea con i valori di inclusività e accessibilità, e grazie al supporto di diversi enti, «IFF» rimane un festival gratuito e aperto a coloro che desiderano partecipare e condividere esperienze culturali significative. Ampio spazio sarà dedicato agli incontri con i registi e gli attori dei film in programma sia in sala, al termine delle proiezioni, che nell’IFF Corner, il “salotto” allestito in collaborazione con Radio Brusa, dove tutti gli ospiti saranno intervistati e potranno scambiare due battute col pubblico.

Il programma di quest’anno, che include anche un passaggio di testimone con il Festival «ORLANDO», domenica 12 maggio, mostra quanto «IFF» sia «un Festival che non solo continua a crescere, ma che si dimostra anche in grado di cambiare, di mutare ed evolversi», come sostiene Amir Ra. D’altronde, continuando il suo discorso: «La metamorfosi appartiene a tutte e a tutti, è trasversale, del resto cosa sarebbe il cinema senza le infinite possibilità narrative che proprio attraverso la metamorfosi ognuno esprime?».

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