Solitudine, voci e volti degli «invisibili»: al Qoelet incontro con Giovanna Brambilla

«Lontano Presente», la rassegna incentrata sul tema «Le città e gli/le invisibili», prosegue venerdì 22 ottobre alle 21, con il terzo e penultimo appuntamento, che si svolge al cineteatro Qoelet di Redona. Giovanna Brambilla, storica dell’arte e responsabile dei servizi educativi della Gamec, condurrà gli spettatori in un viaggio tra le opere d’arte che indagano il tema delle «Città in/vivibili».

«Lontano Presente», la rassegna incentrata sul tema «Le città e gli/le invisibili», prosegue venerdì 22 ottobre alle 21, con il terzo e penultimo appuntamento, che si svolge al cineteatro Qoelet di Redona. Giovanna Brambilla, storica dell’arte e responsabile dei servizi educativi della Gamec, condurrà gli spettatori in un viaggio tra le opere d’arte che indagano il tema delle «Città in/vivibili». Da un lato l’attenzione a come gli artisti hanno dato forma al concetto di città, città e narrazioni, città e relazioni, città e cartografia, ma anche le città fragili, le città e la memoria, la solitudine e i conflitti; dall’altro lato anche un’attenzione all’aspetto sociologico. «Proietterò una serie di slide di opere molte diverse tra loro – dice Giovanna Brambilla –, come quella di Kader Attia, artista franco-algerino che ha realizzato una città interamente di cous cous, oppure quella senza pareti del film Dogville di Lars von Trier, o ancora l’Unité d’Habitation di Marsiglia, progetto sperimentale dell’architetto Le Corbusier, in cui l’edificio rappresenta una sorta di contenitore che racchiude esso stesso uno spazio urbano, una città nella città. O anche “Specie di Spazi”, opera di Clara Luiselli che racconta le finestre e le vite che stanno dietro a ciascuna finestra. Con queste e altre opere cerco di mostrare come la rappresentazione non sia mai neutrale, il fotografo è in grado di documentare, l’artista, invece, cerca di catturare le voci della città». Voci della città che Giovanna Brambilla ha anche raccolto in un lavoro sul campo, si è messa in ascolto di voci fragili, quelle di alcuni ospiti dell’Albergo Popolare di Bergamo: «Ho voluto accompagnare la ricerca iconografica – conclude Brambilla – andando a parlare con alcuni invisibili e a loro ho chiesto come vedono la nostra città». Un viaggio affascinante attraverso immagini e parole, che inevitabilmente finirà per toccare anche l’attualità e porterà a riflettere su Bergamo, su come sia cambiata e stia cambiando negli ultimi anni. Un processo di trasformazione vasto e coraggioso, non esente da critiche, ma comunque tale da modificare completamente interi quartieri. La serata è a ingresso gratuito e fino a esaurimento posti, consigliata la prenotazione su redona.18tickets.it. Venerdì 29 ottobre la rassegna si chiuderà con «Grate» di Atir Teatro di Gianni Biondillo con Chiara Stoppa (ingresso 12 euro).

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