Atalanta, una vittoria buttata via
Ma il 2020 resta un anno incredibile

Articolo. Poteva essere un’eccellente occasione per riagganciare a quota 24 punti la Juve e portarsi a meno 2 (con una partita in meno) dal Sassuolo che incontreremo il 3 gennaio.

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Muriel (Ansa/Giorgio Benvenuti)

Come buttare via una vittoria dopo aver dominato la partita per un’ora senza subire un tiro in porta che sia uno. Il 2020 dell’Atalanta si chiude con un pareggio a Bologna, deludente sia per il risultato che per l’andamento di un match controllato senza alcuna fatica e che sembrava chiuso con il terrificante uno-due di Muriel nel primo tempo. Peccato, poteva essere un’eccellente occasione per riagganciare a quota 24 punti la Juve e portarsi a meno 2 (con una partita in meno) da quel Sassuolo che incontreremo alla ripresa delle ostilità il 3 gennaio.

Poteva essere la ciliegina sulla torta di un anno comunque indimenticabile, con la semifinale di Champions sfumata a pochi istanti dalla fine, le vittorie di Valencia, Amsterdam e Liverpool, la riconquista degli ottavi in Europa, il terzo posto in campionato e un rapporto quasi simbiotico con una terra piegata ma non vinta dal virus e invece il 2020 si chiude con un solo punticino, di quelli che non fanno nemmeno morale e rappresentano un passo indietro rispetto al travolgente secondo tempo di domenica con la Roma.

Archiviata la querelle Gomez e in attesa di novità dal mercato, Gasperini mette subito in campo Muriel insieme a Pessina e Ilicic e il colombiano lo ricambia con una sicura (mica cosa scontata visti i precedenti) trasformazione dagli 11 metri per fallo su Ilicic e un bellissimo raddoppio frutto di un’azione tanto caparbia quanto astuta. Lo sloveno dal canto suo non incanta come contro i giallorossi ma offre diversi sprazzi di classe, magari discontinua ma comunque cristallina. Dietro monumentale Romero che cancella Palacio, uno che in passato ha sempre dato problemi ai nerazzurri. Lo 0-2 dei primi 45 minuti sembra il risultato minimo per un’Atalanta che controlla i rossoblu di casa senza affanno alcuno e non concedendo nemmeno un’occasione degna di nota. La partita sembra francamente chiusa e di fatto così rimane fino all’ora di gioco.

Nella ripresa Ilicic resta negli spogliatoi e la ribalta è tutta per Miranchuk: sulla carta è la partita ideale per il progressivo inserimento del russo che però offre una prestazione decisamente opaca senza mai entrare nel vivo del gioco e faticando a dialogare con i compagni che comunque continuano a pressare il Bologna nella sua metà campo. Ma manca lo sprazzo di qualità, e si vede: a tratti la squadra appare un po’ troppo leziosa e incapace di affondare il colpo del ko, quasi presuntuosa. La prima occasione dei padroni di casa arriva comunque solo al 60° con un tiro di poco sopra la traversa dell’ex Barrow. Ma la sostituzione giusta la azzecca Mihajlovic mandando in campo l’altro ex, Orsolini, e Svanberg che cambiano ritmo e volto della squadra. Il danese sfiora subito il goal che trova invece il giapponese Tomiyasu, forse il migliore dei suoi: poi Orsolini manca di un amen il pareggio che arriva sul calcio d’angolo conseguente con Paz, entrato da 3 minuti. A quel punto il Gasp che (ancora sullo 0-2) aveva già mandato in campo Zapata al posto di Muriel mette dentro anche Malinovskyi ma il risultato non cambia e anzi ad andare più vicino al goal sono ancora i rossoblu con Soriano. Ma sarebbe stato oggettivamente troppo. Peccato, due punti gettati via e aggancio ai quartieri alti si spera solo rinviato. Resta comunque un 2020 incredibile, ma che rabbia…