Vaccini antinfluenzali, la Cisl denuncia
«In piena pandemia Covid, è caos»

La presa di posizione di Emilio Didonè, segretario generale Fnp Cisl.

«Per quanto ne dica l’Assessore Giulio Gallera oggi in Lombardia molti cittadini delle categorie non riescono a fare il vaccino antinfluenzale gratuitamente. Sono le persone con priorità in termini di fragilità a cui regione Lombardia aveva “raccomandato” di vaccinarsi con una circolare del 8 ottobre 2020, nella quale ha messo nero su bianco un preciso scadenziario anche per la consegna dei vaccini con inizio il 19 ottobre e fine a metà novembre».

Così, Emilio Didoné, segretario generale Fnp Cisl Lombardia. I sindacati pensionati già a luglio avevano messo in guardia la Regione sull’importanza e delicatezza di questa campagna vaccinale in periodo Covid, «ma anche questa volta non siamo stati ascoltati. Al riguardo, l’Assessore Giulio Gallera ha continuato a ripetere ai quattro venti che era tutto a posto, salvo dichiarare ieri che i ritardi sono dovuti a un problema nazionale».

Intanto, ci sono centri vaccinali che non riescono a gestire le prenotazioni e i medici di medicina generale, che hanno aderito alla campagna, che non hanno vaccini a sufficienza, e non potranno prenotare ulteriori dosi di vaccino prima del 18 novembre per averle disponibili dopo il 20.

«Assessore Gallera – insiste Didonè -: se si ordinano i vaccini a ottobre, offrendo anche cinque volte in più il prezzo di mercato e ci sono volute dieci gare di acquisto, molte delle quali andate deserte, qualche pasticcio forse c’è stato in qualche ufficio di Regione Lombardia. In Emilia Romagna, nel Lazio, nel Veneto, ma anche in Puglia e in Sicilia, questi problemi non ci sono, in Lombardia sì!».

La Lombardia ha fatto dieci gare per vaccini antinfluenzali di cui l’ultima a ottobre. E complessivamente ha ordinato, per una popolazione di circa 10 milioni di persone, poco più 2 milioni di dosi che non bastano neanche per i 2.768.000 cittadini definiti “massimale raccomandato e aggiuntivo gratuito”, con un target di copertura al 75%. «E non prendiamo in esame la possibilità che la richiesta di vaccinazione dei cittadini in Lombardia possa arrivare al 95% considerata la copertura ottimale a livello scientifico internazionale».

Alcune importanti strutture sanitarie private della città di Milano pubblicano nei loro siti degli avvisi che pubblicizzano la possibilità di vaccinarsi a pagamento per la cifra che oscilla da 50 a 70 euro, più di tre volte rispetto all’anno scorso.

«Al riguardo aggiungo anche che importanti banche hanno vaccinato gratuitamente tutto il loro personale. Insomma, anche una banca privata trova sul mercato 50.000 vaccini da un giorno all’altro, ma Regione Lombardia non è in grado di garantire i vaccini ai suoi cittadini, costretti in molti casi a rivolgersi al privato e pagare per le mancate risposte di questi giorni.

Evidentemente qualcosa non ha funzionato, tanto è vero che alcuni medici di famiglia, subissati da centinaia di richieste non rispondono e hanno appeso cartelli nei loro studi che recitano: grazie all’incapacità della Regione Lombardia di fornirci le dosi dei vaccini, non siamo in grado di rispondere alle vostre richieste e neanche di programmare la vaccinazione».

«Presidente Fontana e Assessore Gallera – conclude Didonè -, la salute è una cosa seria e si è perso troppo tempo in chiacchiere. Assumetevi le vostre responsabilità e non perdete altro tempo. Quest’anno è importante che si vaccinino in tanti, soprattutto gli anziani e le persone fragili, ne va della nostra salute e della tenuta del sistema sanitario!».

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