«Un aiuto per l’Ucraina», la raccolta fondi sostiene 400 bambini nelle scuole

Solidarietà L’aggiornamento sulla sottoscrizione promossa dalla Caritas con L’Eco di Bergamo e la Fondazione della Comunità Bergamasca.

Saranno centinaia i bambini ucraini ospitati in provincia di Bergamo che potranno beneficiare delle iniziative che stanno prendendo forma in questi giorni grazie ai fondi raccolti dalla sottoscrizione «Un aiuto per l’Ucraina», promossa dalla Caritas con L’Eco di Bergamo e la Fondazione della Comunità Bergamasca. Il primo progetto, «DigEducati Ucraina», è stato presentato due giorni fa dalla Fondazione e riguarda proprio i più piccoli: a loro saranno messi a disposizione attrezzature digitali e mediatori culturali per sostenere il loro percorso di studio, seppure a distanza, a contatto con il loro Paese, ma anche per favorire nuove relazioni con i loro coetanei bergamaschi. Solo all’interno delle scuole bergamasche, sono quasi 400 i ragazzi ucraini che hanno iniziato le lezioni in queste ultime settimane.

Cresce la solidarietà

Nel frattempo il fronte della solidarietà si è ampliato, con l’ingresso della Camera di commercio nella cordata dei sostenitori della raccolta. Ne fanno parte anche Ascom, Bergamonews, Confindustria, Confcooperative, Università, Ance, Fondazione Mia, il Consiglio Notarile di Bergamo, il Consorzio dei Pasticceri Artigiani e gli Ordini dei consulenti del lavoro e dei commercialisti. La Caritas intanto ha già destinato i primi fondi della raccolta alle strutture che hanno accolto le prime famiglie arrivate a fine febbraio. Sono oltre 200 le persone che le strutture religiose hanno ospitato, prima in città poi nelle abitazioni messe a disposizione dalle comunità parrocchiali e dai privati in provincia. Altre attività saranno finanziate anche nelle prossime settimane, non solo legate all’accoglienza, ma anche all’integrazione di queste famiglie, il cui soggiorno in Italia potrebbe durare dei mesi. Parte del ricavato servirà anche per sostenere le iniziative della Caritas nei Paesi confinanti con l’Ucraina.

© RIPRODUZIONE RISERVATA