Scoperto nel Bresciano «laboratorio
dell’evasione fiscale»: 104 nei guai

Coinvolte 126 società (tra cui società cosiddette «cartiere» e imprese realmente operanti) con sede in diverse province italiane, tra cui Bergamo

I militari della Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria e della Tenenza di Pisogne, coordinati dalla Procura, stanno dando esecuzione in queste ore di martedì 19 gennaio al sequestro di beni per circa 21 milioni di euro e a 24 misure di custodia cautelare, oltre che all’applicazione di due misure interdittive dalla professione, nei confronti di altrettanti soggetti accusati di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale.

A quanto reso noto dalle Fiamme Gialle con una nota, l’attività investigativa, che ha visto il coinvolgimento di 104 persone fisiche e 126 società (tra cui società cosiddette «cartiere» e imprese realmente operanti) con sede in diverse province italiane (tra cui Bergamo), ha consentito di ricostruire un’imponente frode fiscale, ideata da professionisti bresciani e incentrata su un sistema di emissione di false fatture.

Gli inquirenti - che definiscono quello smantellato un «laboratorio di ingegneria fiscale a servizio degli evasori» - hanno reso noto che maggiori dettagli sull’operazione, denominata «Nuova evasione continua», saranno resi noti durante una conferenza stampa prevista in mattinata.

Sono state emesse dagli indagati, uno studio contabile di Sirmione, fatture per operazioni inesistenti per circa 270 milioni di euro, che hanno consentito di abbattere, complessivamente, un debito Iva per circa 47 milioni di euro ed evadere l’Ires per oltre 58 milioni di euro, oltre che di cedere crediti fittizi per 21 milioni di euro.

«Per realizzare questa maxi frode è stata messa in campo una rete sovranazionale. I promotori della frode sono consulenti fiscali» ha spiegato il procuratore capo di Brescia Francesco Prete.

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