Maltempo, piante a rischio
Con le bombe d’acqua ciclabili chiuse

Gli alberi del bosco: un patrimonio ambientale importante, ma fragile. Soprattutto quando si imbatte con la furia dei temporali: raffiche di vento e secchiate d’acqua a cui le fronde e l’apparato radicale soccombono. E quando gli alberi si trovano sulle sponde delle piste ciclopedonali, una loro caduta diventa un rischio per il cittadino.

Una materia che il Parco dei Colli di Bergamo conosce bene. Solo tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019, l’ente di Valmarina ha tagliato 250 esemplari che presentavano potenziale pericolo sulla battuta rete ciclo-pedonale. E per questo, in caso di «bomba d’acqua» in atto, si è deciso di chiudere temporaneamente le piste ciclabili più battute, onde evitare situazioni di pericolo.

A complicare la situazione, è ormai noto, il cambiamento climatico: «Sul nostro territorio – premette il presidente del Parco dei Colli di Bergamo Oscar Locatelli – non abbiamo coltivazioni intensive come in Trentino, dove gli alberi da legna vengono piantati così vicini da creare problemi in caso di forti temporali (vedi gli eventi dello scorso novembre, quando 7 mila ettari di bosco vennero spazzati via dall’ondata di maltempo, ndr). Ma è certo che anche nel Parco, le forti piogge e le raffiche di vento incidono sulla tenuta degli alberi».

Per la manutenzione ordinaria delle piste ciclabili, circa 15 km (la Green way è esclusa, perché di competenza del Comune di Bergamo), ogni anno il Parco investe 30 mila euro, a cui si aggiungono altrettanti 30 mila per la manutenzione del verde lungo la rete sentieristica, che si sviluppa su 68 km. E di recente sono stati stanziati ulteriori 10 mila euro per la messa in sicurezza della rete ciclabile, per manutenzione, ma anche per l’eventuale abbattimento di alberi pericolanti. E risorse fresche sono in arrivo a settembre: 55 mila euro assegnati da Regione Lombardia con un bando aggiudicatosi dall’ente di Valmarina. Il Parco ha inoltre delle convenzioni per la manutenzione con le squadre di antincendio boschivo e alcune associazioni che, nei casi di pericolo o caduta alberi, intervengono puntualmente.

Un’azione che, con la collaborazione dei privati, potrebbe essere più incisiva: «Il Parco investe circa 70 mila euro all’anno per la manutenzione – fa il punto Oscar Locatelli –. È doveroso ricordare però che la rete dei sentieri si sviluppa per il 60% su terreni privati e sul 40% su terreni di proprietà dei Comuni. Come Parco non possiamo imporre ai privati di intervenire nel caso in cui un albero sia pericoloso, possiamo suggerire, ma sono i sindaci dei Comuni a poter emettere ordinanze perentorie. C’è poi un problema: spesso i boschi sono proprietà divise tra molti eredi che non ne se ne curano. Un tempo il podere era presidiato dalla famiglia che viveva il bosco, per raccogliere foglie per la stalla, rami per il fuoco. Le cose oggi sono cambiate».

Il presidente Locatelli ricorda però che «il Parco dei Colli di Bergamo non deve essere considerato come il parco Suardi. Siamo in un’area protetta, la nostra mission è mantenere un equilibrio, tutelando e difendendo la biodiversità. Il bosco ha avuto una grande crescita in questi anni, è sano e ricco di specie. La presenza degli alberi è aumentata, questo è un dato positivo quando parliamo di inquinamento e qualità dell’aria. La vicinanza del bosco alla città è fonte di benessere per tutti».

Il Parco non nasconde la condizione di fragilità del bosco. In occasione di temporali particolarmente forti, le piste ciclabili più battute vengono chiuse temporaneamente: «Seguiamo precise procedure – spiega Eugenio Zanchi, tecnico boschivo del Parco dei Colli –. Durante i temporali posizioniamo le fettucce per impedire l’accesso alle persone, perché c’è sempre il rischio che cadano le piante, soprattutto se si trovano sui pendii e se hanno una chioma ampia. Con il terreno imbevuto di acqua, anche una pianta sana rischia di cadere. Inoltre, ogni due mesi effettuiamo un sopralluogo sulla rete ciclabile per valutare la presenza di piante pericolanti, prevedendo eventuali interventi. C’è un costante lavoro di prevenzione che si è intensificato negli ultimi anni, con le bombe d’acqua che fanno cadere sempre più piante».

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