Fioristi aperti? Un danno
«Senza clienti e nessun ristoro»

Fioristi con i negozi aperti ma senza clienti e nessun ristoro. Adriano Vacchelli: «Cali di fatturato pesanti e troppa merce al macero».

I negozi di fiori e articoli floreali sono tra le attività aperte al pubblico, ma con le restrizioni a spostamenti e cerimonie, oltre alla chiusura di ristoranti e bar, il volume d’affari è in calo fino al 70% e la categoria è stata esclusa dal Decreto Legge Ristori-Bis.

«Già dal mese di ottobre, con la prima stretta al numero di invitati a feste e cerimonie, abbiamo subito un grave colpo economico - commenta Adriano Vacchelli, presidente del Gruppo Fioristi Ascom Confcommercio Bergamo -. I fioristi sono completamente esclusi dai ristori, nonostante gran parte del nostro fatturato sia legato ad allestimenti di matrimoni, feste ed eventi. Ora, con tutte le limitazioni dei nuovi Dpcm, i negozi sono aperti ma senza clienti. E per cercare di mantenere un buon assortimento per i pochi che ci fanno visita, siamo costretti a gettare quantitativi ingenti di fiori recisi, estremamente deperibili. E paghiamo tasse e personale come se fossimo completamente operativi».

La Federazione Nazionale Federfiori ha invitato il Governo a garantire misure di sostegno per una categoria che, seppur esclusa dalla chiusura, è in grande difficoltà. «Confidiamo in sgravi e sostegni- continua Vacchelli-. Gli omaggi floreali e le cerimonie, oltre alla fornitura a locali e ristoranti, sono da sempre il fulcro del nostro lavoro».

© RIPRODUZIONE RISERVATA