Dalla nutrie ai procioni: ecco i sei animali
che minacciano l’habitat orobico

Nutrie, tartarughe palustri, scoiattoli, procioni, ibis e vespe sono specie pericolose per la biodiversità e sono nel nuovo regolamento europeo. Nocivi anche alcuni pappagalli e usignoli, pesce gatto, carpa e siluro.

Nutrie, procioni, tartarughe palustri e ibis: se li conosci li eviti e stavolta lo dice anche l’Unione Europea. Infatti questi animali sono indicati tra le «specie esotiche invasive» elencate nel nuovo regolamento europeo entrato in vigore il 3 agosto. Sono le sei specie già presenti sul territorio bergamasco. Questi animali, dopo prove scientifiche documentate con una valutazione dei rischi, fanno parte delle 37 specie esotiche dichiarate «invasive di rilevanza unionale» (ossia inserite nell’elenco dell’Unione europea). Nella lista completa dei «cattivi» ci sono 23 specie animali (per lo più gamberi, pesci, crostacei, scoiattoli) e 14 specie vegetali (piante acquatiche o legate ad ambienti umidi). La loro diffusione è ritenuta una delle più grandi minacce alla biodiversità e ai servizi ecosistemici, con ripercussioni anche di carattere socio-economico.

Fino a qualche anno fa le «specie alloctone» dette anche «aliene» (specie animali e vegetali introdotte direttamente o indirettamente in un habitat al di fuori del loro areale naturale d’origine, magari da distanze di migliaia di chilometri) rappresentavano una semplice «curiosità biologica». Ora, invece, alcune specie alloctone si sono adattate e inserite talmente bene da riprodursi con continuità nei nostri ambienti provocando un impatto negativo.

Pur non inserite nell’elenco del regolamento Unione europea, tuttavia sono già presenti sul territorio specie velenose e tossiche (negative per gli animali da allevamento) o spinose (provocano una diminuzione della qualità dei pascoli), ma anche specie che provocano allergie come l’Ambrosia (il polline di piccole dimensioni causa gravi disturbi all’apparato respiratorio). L’Ibis sacro (inserito nell’elenco) e alcune specie di pappagalli come i Parrocchetti (monaco e dal collare), l’Usignolo del Giappone e il Bengalino comune, sfuggiti a strutture zoologiche, sono presenti lungo nel Brembo. Nei laghi sono presenti specie alloctone come il pesce gatto, la carpa e soprattutto il siluro che preda i pesci nostrani.

Tra le 56 specie di rettili presenti sul territorio italiano, il 10% sono aliene (Boa, Pitoni e Iguane detenuti come animali da compagnia), uno di questi è la «Tartaruga palustre americana» (Trachmys scripta), acquistata e detenuta come animale da mettere giardino e poi abbandonata, ma attenzione perché tra l’altro può diffondere batteri come la salmonella ed è diffusa a causa del rilascio incontrollato e prolungato di esemplari nati in cattività a partire dal 1997.

È infine alta l’attenzione per l’arrivo entro breve sul nostro territorio (già presente in Liguria e Piemonte) della Vespa velutina detta anche «calabrone asiatico», il temibile imenottero, introdotto in Europa nel 2004, predatore delle nostre api.

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