Grazia: Mattarella condona 2 anni
Monella ringrazia chi l’ha sostenuto
L’imprenditore di Arzago era in carcere dal settembre 2014: ha ucciso un ladro albanese che aveva cercato di rubargli l’auto.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato - ai sensi di quanto previsto dall’articolo 87 comma 11 della Costituzione - il Decreto con cui è stata concessa ad Antonio Monella la grazia parziale di due anni di reclusione.
Monella, imprenditore di Arzago d’Adda, è stato raggiunto in carcere dalla notizia: felicissimo e fra le lacrime - raccontano i presenti, tra i quali l’onorevole Giacomo Stucchi - ha ringraziato tutti quelli che lo hanno sostenuto.
Era dietro le sbarre per aver ucciso un rapinatore che gli stava rubando l’auto sotto casa. La decisione tiene conto del parere favorevole formulato dal Ministro della Giustizia a conclusione della prevista istruttoria.
Per effetto del provvedimento del Capo dello Stato all’interessato rimarrà da espiare una pena residua inferiore a tre anni. Essa rientra dunque nell’ambito di applicabilità dell’istituto dell’affidamento in prova al servizio sociale (articolo 47 dell’Ordinamento penitenziario). Nel valutare la domanda di grazia presentata da Monella il Capo dello Stato ha tenuto conto del comportamento positivo tenuto dal condannato durante la detenzione (iniziata l’8 settembre del 2014) e della circostanza che il percorso di educazione sino a ora compiuto potrebbe utilmente proseguire - se la competente Autorità Giudiziaria ne ravvisasse i presupposti - con l’applicazione di misure alternative al carcere. Monella è stato condannato in via definitiva alla pena di 6 anni, 2 mesi e 20giorni di reclusione con sentenza della Corte di Assise di Appello di Brescia del 29 giugno 2012, confermata il 25 febbraio 2014, per il delitto di omicidio volontario.
«Ringraziamo tutte le persone che si sono date da fare, indistintamente - sottolinea l’avvocato Enrico Mastropietro, legale di Antonio Monella -: sono stati davvero tutti bravi. Abbiamo fatto bene io e il collega Andrea Pezzotta a tenere un profilo basso e a non fare sparate sui giornali. Il Presidente Mattarella si è dimostrato molto sensibile e un grande giurista». Mastropietro ha spiegato che, con la grazia di due anni, a Monella restano da scontare meno di tre anni, essendo in carcere dall’8 settembre 2014, dunque da un anno e due mesi, che vanno sottratti ai 6 anni e due mesi di condanna. «Ora potremo chiedere, e lo faremo, l’affidamento ai Servizi sociali. Quella della grazia parziale era tra l’altro la nostra richiesta: non avevamo mai chiesto una grazia totale. E non abbiamo mai perso la speranza, in primis nemmeno lo stesso Monella, perché pensavamo che questa grazia sarebbe stata accolta».
«Esprimo tutta la mia soddisfazione per la notizia della firma della grazia ad Antonio Monella da parte del Presidente della Repubblica che ringrazio per la rapidità con cui ha espletato gli atti formali per la concessione della grazia. Evidentemente i miei continui solleciti pubblici sono serviti a qualcosa e sono stati ascoltati anche dal Capo dello Stato. Non posso invece spendere parole analoghe di ringraziamento per il Ministro della Giustizia, Orlando, che, con la sua lentezza nel trasmettere la “pratica Monella” al Quirinale per la grazia, ha costretto ad oltre 14 mesi di ingiusta detenzione questo cittadino» commenta il senatore leghista Roberto Calderoli,
«In questi 14 mesi infatti ho dovuto più volte ricordare, in comizi e interviste, che la pratica della grazia di Monella continuava a essere ferma negli uffici del ministro Orlando, che pure più volte mi aveva promesso di essere pronto a trasmettere subito gli atti, e probabilmente la mia ultima denuncia pubblica, quella fatta lo scorso 24 ottobre nel comizio che ho tenuto a Sotto il Monte Giovanni XXIII, ampiamente ripresa dai media, è stata risolutiva nel costringere Orlando a decidersi finalmente a trasmettere gli atti al Presidente della Repubblica., seppur con 14 mesi di ritardo. In questo momento, però, è necessario ribadire che simili casi non devono più accadere: occorre eliminare quanto prima il reato di eccesso di legittima difesa all’interno del proprio domicilio o esercizio commerciale, perché da una parte il cittadino deve sapere che in casa propria ha sempre il diritto di difendersi, senza se e senza ma, da qualche malintenzionato lo stia aggredendo, e dall’altra questo deve servire per deterrente ai criminali, che devono essere consapevoli dei rischi, anche di vita, che corrono penetrando in casa altrui. Non devono più esserci casi Monella: via subito il reato di eccesso di legittima difesa in casa propria».
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