L'Eurocamera chiede 10 miliardi aggiuntivi per revisione bilancio pluriennale

BRUXELLES - L'Eurocamera chiede più fondi per il bilancio pluriennale dell'Ue. Gli eurodeputati hanno approvato la loro posizione sulla proposta della Commissione di una revisione intermedia del Quadro finanziario pluriennale (Qfp) 2021-2027 con 393 voti contro 136 e 92 astensioni: nel testo il Pe chiede 10 miliardi di euro in più per il periodo 2024-2027, oltre ai 65,8 miliardi di euro proposti dalla Commissione. Il Pe sottolinea che una rapida adozione del bilancio "è fondamentale". Con l'adozione della posizione dell'Eurocamera possono iniziare i negoziati con il Consiglio, che non ha ancora adottato una posizione.

Alla luce delle recenti sfide esterne, in particolare la guerra russa contro l'Ucraina, i deputati chiedono 2 miliardi di euro in più (rispetto alla Commissione) per affrontare le questioni relative alla migrazione, 3 miliardi di euro per la nuova "Piattaforma delle tecnologie strategiche per l'Europa" (Step) e 5 miliardi per migliorare la capacità dell'Ue di rispondere a crisi impreviste.

Per quanto riguarda i pagamenti del rimborso del debito derivante dal Recovery, i deputati vogliono che questi siano previsti al di sopra dei massimali di bilancio dell'Ue per garantire che i programmi Ue a diretto beneficio dei cittadini non vengano compromessi, soprattutto in considerazione della potenziale volatilità di questi costi a seguito dell'aumento dei tassi di interesse.

"Il nostro obiettivo era una proposta ambiziosa ma realistica per la revisione del Qfp e siamo riusciti a renderla mirata ma completa. Puntiamo a stabilizzare la situazione dell'Ucraina con un nuovo strumento da 50 miliardi di euro e a sostenere l'economia dell'Ue", ha spiegato il correlatore del Ppe Jan Olbrycht. "Oggi il Parlamento ha delineato le risorse finanziarie necessarie per i prossimi quattro anni. Esortiamo il Consiglio a unirsi a noi nei negoziati: entro il 31 dicembre 2023, vogliamo disporre di mezzi adeguati per sostenere l'Ucraina e continuare a mitigare l'impatto sociale ed economico della guerra, dell'aumento dell'inflazione e della crisi del costo della vita", ha aggiunto l'altra correlatrice, Margarida Marques.

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