Le gloriose stazioni dei vecchi tram
«nascoste» fra i palazzi ultramoderni

In via Paleocapa resistono gli edifici delle due stazioncine dalle quali partivano i tram diretti a Monza e a Trescore-Lovere. Scopriamo la loro storia.

Vi avevamo parlato di loro nelle scorse settimane, mostrandovi questa foto di Storylab, e negli scorsi anni anche sull’edizione cartacea del nostro giornale erano finite sotto i riflettori. Ora ecco un nuovo approfondimento nella nostra rubrica online: protagoniste le due piccole stazioni del tram di via Paleocapa, sopravvissute allo smantellamento dei binari. Una delle due (nella foto qui sotto) è rimasta nelle sua veste originale, l’altra (sopra) è stata inglobata nel moderno palazzo che si trova accanto al parcheggio sotterraneo. La loro presenza ci ricorda i primi anni del Novecento, anni in cui tram percorrevano la città e consentivano i collegamenti con gran la provincia: insieme ai treni di Val Seriana e Val Brembana costituivano la moderna rete dei trasporti, una rete che è stata progressivamente smantellata con lo sviluppo dei trasporti su gomma e che oggi molti rimpiangono.

La logica del tram, struttura leggera, comoda e (oggi più di ieri) a basso impatto ambientale, è stata ripresa in epoche più recenti con la linea T1 Bergamo-Albino della Teb, che molti bergamaschi utilizzano tutti i giorni per muoversi tra la Val Seriana e la città. La T1 è la prima parte di un sistema più complesso che include le future linee T2 Bergamo-Villa d’Almè e T3 via Corridoni-nuovo ospedale, oltre al collegamento ferroviario fra la città e l’aeroporto.

Il primo tram cominciò le sue corse nel 1884. I convogli erano formati da uno o due carrozze trainate da una piccola locomotiva a vapore costruita in Belgio. Quello per Soncino partiva da Bergamo, dalla stazione della ferrovia della Val Seriana, percorreva Borgo Palazzo, raggiungeva Seriate, quindi piegava per Bettole di Cavernago, Ghisalba, Martinengo, Romano, Gallignano e dopo quarantadue chilometri arrivava a Soncino. Da Bergamo a Ghisalba, sedici chilometri, impiegava un’ora circa.

Accanto alla Tbs (Tramvia Bergamo Soncino), c’era la linea per Treviglio e poi per Lodi che partiva dalla stazione della ferrovia della Val Seriana, percorreva l’attuale viale Papa Giovanni, arrivava a Porta Nuova, quindi piegava in via Tiraboschi e scendeva dalla via San Bernardino. Un altro tram importante fu quello che da Bergamo andava a Trescore, servizio che fu aperto al pubblico il 31 luglio del 1902. A Trescore si prendeva la coincidenza per Sarnico. Due anni dopo entrò in funzione anche la linea Trescore-Sovere che in seguito raggiunse anche Lovere.

A Lovere si prendeva la coincidenza con la tramvia della Val Camonica che arrivava fino a Piancamuno. La tramvia per Trescore partiva dalla stazione di via Paleocapa che stava più o meno di fronte a quella del tram per Monza. Il tram usciva dalla stazione, andava a lambire il cimitero, toccava Gorle, attraversava il Serio sul ponte stradale che vediamo ancora oggi, arrivava a Scanzorosciate, quindi approdava a Negrone, Albano S. Alessandro, San Paolo d’Argon per arrivare in piazza Cavour a Trescore Balneario, già allora importante località termale.

Poi c’era il tram per Monza, il glorioso «Gamba de legn». Venne inaugurato il primo luglio 1890 e il percorso era lungo poco meno di trentotto chilometri. Il Gamba de legn fu l’ultima tramvia provinciale a vapore a venire chiusa, nel 1952 per il tratto Bergamo-Trezzo e nel 1958 per il tratto Trezzo-Monza. Le tramvie in partenza da via Paleocapa erano collegate con binari a scartamento normale con la stazione della Ferrovia della Val Seriana, soprattutto per il trasporto delle merci.

Altra linea di notevole importanza fu la Bergamo-Albino, elettrica, inaugurata il 17 dicembre 1912. Quel tratto era già servito dalla ferrovia della Val Seriana, tuttavia il tram aveva un suo senso preciso perché attraversava il centro dei paesi sulla sede stradale: risultava molto comodo per i viaggiatori. Infatti ebbe un successo notevole. Si trattava di un tram elettrico, quindi più veloce e confortevole rispetto a quelli a vapore. Le sue vetture erano di un caratteristico colore bianco e rosso, il capolinea in città era in viale delle Muraine, vicino all’attuale Palazzetto dello sport.

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