Solo la legge dei grandi numeri
alleata dei nerazzurri a Torino?

Dubitiamo che ci fosse qualcuno che avrebbe scommesso un solo euro sul mezzo passo falso di sua maestà Juventus di fronte alla vicecenerentola Cesena. Ebbene è accaduto alla faccia delle previsioni della vigilia.

Medesimo copione in settimana con l’Atalanta, questa volta, etichettata all’unanimità nelle vesti di vittima da sacrificare per l’ennesimo scudetto bianconero. Il definitivo verdetto, comunque, verrà emesso soltanto al novantesimo minuto (più recupero) dal terreno di gioco dello stadio torinese.

Esistono, però, un paio di aspetti alleati degli irriducibili e ottimisti tifosi che non ritengono l’impari sfida persa ancor prima del pronti-via. La certificata imprevedibilità del calcio e la legge dei grandi numeri che vede i nerazzurri quasi sempre rientrare a Bergamo con il tradizionale pugno di mosche in mano.

Troppo poco per mantenere accesa la classica fiammella di speranza? Forse sì o, addirittura, togliamo il forse. A meno che ci si imbatta in un’Atalanta formato turbo in grado di poter addirittura ignorare le accennate stravaganze del calcio e i calcoli numerici del caso. Certo, l’abbondanza di titolari assenti tra infortuni e squalifiche non sembrano allearsi al bicchiere mezzo pieno sul risultato finale.

Ma vogliamo mantenerci ottimisti, tanto si dice, non costa nulla. Vale, allora, la pena ricordare che, non appena confezionata la rosa in estate, la si era letta, a spada tratta, qualitativa e con due giocatori per ruolo equamente affidabili. Facciamo la conta e al tempo stesso elenchiamo gli atalantini possibili candidati a indossare la maglia venerdì sera al posto dei mancanti. Scaloni, Del Grosso e Bellini (difensori), Baselli, D’Alessandro, Migliaccio, Emanuelson e Grassi (centrocampisti), Gomez, Bianchi e Boakye. Ce ne sono per tutti i gusti o no?

Arturo Zambaldo

© RIPRODUZIONE RISERVATA