Maestro di calcio e di vita
Si è spento Modanesi

Ha allenato nel vivaio nerazzurro per una quindicina d’anni. Tanti i giocatori cresciuti con lui.

Se n’è andato Ernesto Modanesi, allenatore di settore giovanile, ma soprattutto maestro di calcio e di vita. Si è spento a 72 anni (era nato il 23 agosto del 1946 a Fara Gera d’Adda) lasciando la moglie Wanda e la figlia Maura. Giovedì 28 marzo alle 15 a Fara i funerali. Vola via un altro pezzo pregiato della storia dell’Atalanta e del calcio bergamasco. Uno di quei personaggi che magari non finiscono in copertina, ma svolgono un ruolo preziosissimo di retrovia, sfruttando un talento particolare: la capacità di scovare, formare, allevare e crescere futuri campioni.

Modanesi è stato un allenatore del vivaio dell’Atalanta per una quindicina d’anni, dai primi anni ’80 fino a quasi metà degli anni ’90. Giovanissimi, Allievi e Berretti, con cui raggiunse la semifinale del campionato nazionale nel 1987/88, le sue categorie predilette. E, attraverso i suoi insegnamenti di tecnica e di vita, sono sbocciati talenti del calibro di Rossini, Pisani, Pinardi, Regonesi, Tacchinardi e tantissimi altri. Giorgio Parretti lo ricorda con emozione: «Di lui mi ha sempre colpito il grande amore per la tecnica calcistica e ovviamente per la sua espressione globale, che era il gioco di squadra. Ernesto è stato un autentico maestro di tecnica e di comportamento. Ha rappresentato l’essenza di quello che dev’essere un allenatore di settore giovanile. Che insegna il calcio ai ragazzi, ma anche i modi, lo stile, i valori, l’educazione da tenere fuori dal campo. Molti dei suoi giocatori, come Taldo, Bonavita, Poloni lo sentivano spesso e sono rimasti legatissimi al loro mister sempre, fino agli ultimi giorni».

Allenatore, talent scout, ma anche osservatore per società di serie A e tecnici come Lippi, Prandelli e fino a pochi mesi fa per Giuseppe Iachini: «Era un raffinato intenditore di calcio - prosegue Parretti -, e gli allenatori si affidavano a lui per avere un preciso identikit delle caratteristiche tecniche degli avversari e un’analisi tattica scrupolosa della squadra da affrontare. Negli ultimi tempi, non potendosi più spostare, si affidava alla televisione. Ha lavorato finché ha potuto, lottando con coraggio e grandissima dignità contro la malattia. Davvero un esempio per tutti». Se n’è andata una persona speciale per molti ragazzi diventati poi calciatori professionisti. Perché dietro ad ogni stella di questo sport, c’è sempre il lavoro appassionato e inestimabile di uomini come Ernesto Modanesi.

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